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Vita diocesana

La Chiesa lametina celebra il Giovedì Santo

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Tutti uniti verso la sorgente del proprio essere e del proprio ministero. E' l'immagine che il clero diocesano ha offerto stamattina Giovedì Santo, quando partendo dal Palazzo Vescovile, con i sacerdoti anche il Vescovo, S.E. Rev.ma Mons. Luigi Cantafora, hanno raggiunto la Cattedrale per concelebrare la Messa crismale. Nel corso della quale è stato benedetto l'olio che, sino alla Pasqua dell'anno venturo, servirà per il conferimento

dei sacramenti (battesimo, cresima, unzione degli infermi) e con l'olio, anche il crisma per la consacrazione dei presbiteri.

Al canto delle litanìe, via via che il corteo si avvicinava al sacro Tempio, si univano le voci della Schola Cantorum "Benedetto XVI" provenienti dall'interno del Duomo ed il suono di tutte e tre le campane insieme, il Plenum della torre campanaria, che contribuivano così a sottolineare ulteriormente il carattere di festa solenne che si stava celebrando. Dentro la Cattedrale il corteo è stato accolto da un'assemblea di fedeli, composta ed ordinata, prevalentemente costituita da credenti laici. Con loro, però, religiosi e religiose e quanti altri, nell'ambito ecclesiastico locale, si impegnano al servizio dei fedeli: catechisti, lettori, accoliti, ministri straordinari dell'Eucarestìa. In sostanza, c'era tutta la Chiesa locale nelle sue articolazioni, con larghe rappresentanze della quasi totalità delle parrocchie sparse nel territorio della Diocesi, nella varietà dei rispettivi carismi. Clima - è stato scritto - "di una vera festa del sacerdozio ministeriale all'interno di tutto il popolo sacerdotale". un concetto ribadito nell'omelia del Pastore diocesano, mons. Cantafora, il quale ha portato più volte i suoi sacerdoti a rivivere e ripensare il proprio sacerdozio, ricollegandolo all' Eucarestìa istituita da Cristo, appunto, in quella Cena del primo Giovedì Santo della storia; sottolineando come il sacerdozio ministeriale della Chiesa sgorga, perciò, direttamente dal Sacerdote Eterno.

Prima di ricevere da parte dei presbiteri concelebranti la riconferma della volontà di ciascuno di rinnovare le premesse sacerdotali pronunciate all'atto delle rispettive consacrazioni, il Vescovo ha sottolineato con forza il valore primario della Fede per i presbiteri e la conseguente necessità della insostituibile attività missionaria nelle parrocchie come da parte dei singoli. Cosa questa che postula un pronto adeguamento al mondo che continuamente cambia. Tracciando il tipo di Chiesa di cui ha bisogno il lametino, il Presule ha ringraziato anche il suo Vicario Generale, don Adamo Castagnaro che, prima dell'inizio della liturgìa, gli aveva rivolto un saluto di gratitudine, interpretando-aveva detto-un auspicio ampliamente diffuso nel popolo di Dio, quello di poter registrare sempre e meglio l'unità tra gli uomini della Chiesa. L'omelìa del Vescovo non ha trascurato, la città capoluogo della Diocesi lametina, per la quale ha auspicato un risveglio sempre più marcato dei propri motivi di crescita civile mediante un impegno sempre più generale per rimuovere le violenze a vario tipo che deturpano l'immagine della comunità.