Lamezia NuovaPeriodico di informazione edito dalla Diocesi di Lamezia Terme
La parola del Vescovo
Cantafora: “Seguo con profonda preoccupazione vicenda testamento biologico a Lamezia”
Paolo Emanuele· 11 anni fa
Lamezia Terme, 1 aprile 2014 - “Seguo con profonda preoccupazione quanto sta avvenendo anche a Lamezia Terme circa il recente dibattito sul testamento biologico, perché avverto posizioni confuse se non del tutto distorte. Noi non siamo i padroni della vita!”. Cosě il Vescovo di Lamezia Terme, Mons. Luigi Cantafora, intervenendo questo pomeriggio all’Assemblea di Confcooperative a Catanzaro in qualitŕ di delegato della Pastorale sanitaria e della Caritas. A una settimana dalla seduta del consiglio comunale di Lamezia Terme che ha approvato l’istituzione del registro dei testamenti biologici nel comune della cittŕ della Piana, il Vescovo, parlando alla Federazione presieduta da Santo Vazzano, ha richiamato i principi del Magistero della Chiesa sulla difesa della vita, sulla ricerca scientifica e sulle cure dei malati specie quelli in stato terminale. Cantafora ha lodato il lavoro della ricerca scientifica, evidenziando perň il rischio che “la ricerca sia lasciata“sola” senza il contributo di veritŕ che puň venire in un costante dialogo con realtŕ portatrici di una visione integrale della vita umana.” Il presule ha parlato di una “preoccupante cultura di morte che cerca di farsi strada guadagnando l’appoggio sociale e legale alla soppressione della vita” e ha esortato la scienza medica e la legge a “non smarrire la propria vocazione a servizio di una vita degna” . Il Vescovo di Lamezia ha anche sollecitato i soci della Federazione alla promozione di “una salute degna dell’uomo” che “non č vitalitŕ fisica o pura bellezza corporea” ma “impegnarsi a creare, quella che Giovanni Paolo II, definiva un’ecologia degna dell’uomo: ogni ambiente, anche quello ospedaliero, come quello familiare deve avere una relazione tale da aiutare la salute dell’uomo.” “Ritengo che ogni proposta sulla sanitŕ sia per noi condivisibile e accettabile” – ha concluso Cantafora – “solo nella misura in cui si pone a difesa della vita, a promozione della salute degna dell’uomo e a favore dell’ecologia dell’uomo, ovvero a servizio di un ambiente che possa essere una casa per ognuno di noi, dove nascere, crescere, vivere e anche morire con dignitŕ e rispetto.”