·

Il Vangelo della domenica

La resurrezione di Lazzaro

Paolo Emanuele · 11 anni fa

La liturgia di questa V domenica di Quaresima ci fa riflettere sulla morte e, nel contempo, sulla vita. La paura della morte minaccia, infatti, quotidianamente l�insopprimibile desiderio di vita di ogni uomo. L�uomo spesso fa di tutto per rimuovere la realt� della morte dai suoi pensieri. Ma a che serve? La morte rimane sempre in agguato: c'� la morte dell'uomo, quando il suo corpo ritorna alla terra e la sua anima a Dio e c'� la morte dell'anima alla grazia, all'abitazione in essa della Santissima Trinit�, alla santit� e alla giustizia, alla vita vera, alla vita di Dio e con Dio. Dall'una e dall'altra morte liberatore � il Signore: Ges�, il Figlio di Dio con il Padre e con lo Spirito Santo. A Marta, affranta per la morte del fratello Lazzaro, Ges� attesta: �Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me anche se muore, vivr�� (Gv 11,25).

Ges� � la vita, che eternamente scaturisce dalla divina sorgente del Padre: �In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio... In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini� (Gv 1,1.4). Ges� � vita in se stesso: �Come il Padre ha la vita in se stesso, cos� ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso� (Gv 5,26). Nell�intimo essere di Cristo, nel suo Cuore, la vita divina e la vita umana si congiungono armonicamente, in piena e inscindibile unit�. Ges� � anche la risurrezione. Nulla � cos� radicalmente contrario alla santit� di Cristo � il Santo del Signore � come il peccato; nulla tanto opposto a Lui, sorgente di vita, quanto la morte. Un vincolo misterioso lega peccato e morte: ambedue sono realt� essenzialmente contrarie al progetto di Dio sull�uomo, che non � stato fatto per la morte, ma per la vita. Dinanzi ad ogni espressione di morte, il Cuore di Cristo si � commosso profondamente, e per amore del Padre e degli uomini, suoi fratelli, ha fatto della sua vita un �prodigioso duello� contro la morte: con una Parola ha restituito la vita fisica a Lazzaro - come viene sottolineato dal Vangelo di questa domenica -, al figlio della vedova di Nain, alla figlia di Giairo; con la forza del suo amore misericordioso ha ridato la vita spirituale a Zaccheo, a Maria di Magdala, all�adultera e a quanti hanno saputo riconoscerne la presenza salvatrice. E tuttavia il Signore liberer� l�uomo da questa duplice morte in virt� della sua morte e della sua obbedienza: Egli ha ridotto all�impotenza �colui che della morte ha il potere, cio� il diavolo�, e ha liberato cos� �quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavit� per tutta la vita� (Eb 2,14-15). La sua vita donata dona vita e la sua risurrezione da morte � la risurrezione di ogni uomo. La risurrezione per il cristiano inizia il giorno del suo battesimo, quando immerso nella morte di Cristo Ges�, rinasce a vita nuova ed eterna per mezzo dello Spirito di santificazione. � questo germe sacramentale che deve essere condotto fino alla completa maturazione, perch� produca nel credente un frutto di giustizia in questo mondo, la cui perfezione sar�, alla fine del tempo, la ricomposizione della persona attraverso il ricongiungimento dell'anima con il corpo, reso dall'onnipotente Dio, spirituale, incorruttibile, immortale, glorioso. � lo Spirito Santo il principio vitale dell'uomo nuovo. Risorto nell'anima, Dio abita nel cuore del cristiano e lo Spirito Santo lo costituisce essere spirituale. E se lo Spirito Santo fa di un uomo un figlio di Dio, questi non pu� pi� vivere secondo la carne, i suoi desideri, le sue passioni, le sue debolezze, il suo peccato, la sua disobbedienza. � vivere da essere spirituale, nella vita di Dio, nel suo Santo Spirito, nella sua grazia e verit�, date per mezzo di Ges� Cristo Signore, che rende ogni credente accetto a Dio. Altrimenti la vita non sar� eterna per lui, perch� non ha vissuto la vita divina nella sua anima e nel suo corpo. La vita divina e la risurrezione sono nel Cristo Signore, sono nei sacramenti e nell'obbedienza alla Parola di Dio. Senza Cristo, senza sacramenti, senza obbedienza alla parola di Dio, l'anima � nella morte. Se essa non risusciter� alla vita di Dio nel tempo, la sua morte si trasformer� in morte eterna anche per il corpo, perch� alla fine del mondo l'uomo risusciter�. Se la sua anima � morta alla vita eterna, alla vita dello spirito, il suo corpo ne seguir� la sorte. Anch'esso andr� all'inferno di morte per tutta l'eternit�. Chi � nella morte compie opere di morte e chi vive secondo la carne agisce anche secondo la carne. Ma lo Spirito che � Vita dona a quanti credono in Lui la forza di compiere il bene, rendendoli forti e capaci di estirpare dal cuore le opere malvagie dell'uomo vecchio Questa � la consolante verit� contenuta nelle letture di questa ultima domenica di quaresima; una luminosa verit� di fede che spalanca dinanzi ad uomo un meraviglioso orizzonte: la vita oltre la morte! Ed � alla luce di tale verit� che assume senso e valore pieno il quotidiano impegno di ogni credente a vivere il suo essere spirituale nell'attesa della risurrezione. Nella Chiesa, dunque, si realizza la sorprendente profezia contenuta nella prima Lettura dell�odierna liturgia: �Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprir� le vostre tombe e vi risusciter� dai vostri sepolcri, o popolo mio� (Ez 37,13). Non siamo soli, il divin Maestro ci assicura: �Far� entrare in voi il mio spirito e rivivrete!� (Ez 37,14).