(Martirio significa testimonianza. Per noi cristiani è la testimonianza di un incontro che ci ha afferrato, coinvolto e che non possiamo abbandonare, né dimenticare. E’la testimonianza della luce di Cristo che ha fatto irruzione nella nostra vita e che abbiamo deciso di accogliere, amare seguire. La testimonianza rende manifesta ciò che la fede vive e sperimenta.) E’stata celebrata in Cattedrale la prima Veglia di preghiera per i Missionari Martiri, a cura dell’Ufficio missionario diocesano per la cooperazione tra le chiese rappresentato da Don Antonio Costantino di cui è il condirettore. La veglia è stata presieduta da Mons. Tommaso Buccafurni. Il gruppo "missio giovani" di Lamezia Terme con altri gruppi missionari, hanno animato la veglia mentre i canti sono stati interpretati dal Coro Rorate Coeli Desuper. Dopo alcune riflessioni e la lettura del Vangelo secondo Matteo (10, 16-25 ) vi è stata una breve riflessione di mons. Buccafurni il quale ha detto: “…Questa sera stiamo celebrando una festa, l’entrata in cielo di tanti nostri fratelli che avendo amato Dio fino al dono di se stessi vivono nella gloria del cielo. Sono nostri fratelli e proprio per la comunione dei santi sono anche vicino a noi con la preghiera oltre che con l’esempio.
La circostanza di oggi ci fa riflettere cosa vuol dire essere cristiani nell’oggi. La Differenza tra i martiri che hanno versato il loro sangue e tanta altra gente che lo hanno versato per altri motivi è nell’amore, nell’amore della verità, nell’amore per Cristo e nell’amore per il prossimo. I missionari martiri hanno creduto veramente in Gesù. I missionari martiri sono l’espressione della fede viva. Lasciano persino la loro terra per andare verso altri paesi e non sanno cosa trovano, ma vanno per portare il Signore, perché il Signore è importante per tutti. Portare Dio nel loro cuore è creare le basi dell’umanità. Nel mondo tanti uomini non hanno il senso del vivere e i missionari vanno appunto per dare questo senso, il senso della vita che è Dio perché è colui che ci ha creati per amore, e solo lui può riempirci il cuore con l'amore. I missionari hanno lasciato i loro beni, le loro sicurezze, per andare verso l’ignoto, per far conoscere il loro amore universale che si avvicina all’amore di Cristo in croce, dove le sue parole date all’umanità e il suo sangue versato per l’umanità, hanno trasformato la fede, ecco la salvezza di cristo che concretamente passa attraverso l’opera di chiunque la pronuncia, di chi la trasporta in questo caso dei missionari. I martiri ci dicono che non c’è una meta per dire che ognuno è a posto con Dio, perché non c’è una meta all’amore. Dio ci ha amati fino al punto tale di dare se stesso e noi dobbiamo amare Dio fino al punto tale di noi stessi e amare il prossimo come Cristo. Il sangue versato dai missionari nelle vari parti della terra (incominciando da Giovanni Battista martire della verità sul matrimonio) è un punto di riferimento per rendere viva la nostra fede. Anche noi seguendo il Signore siamo anche esempio della sua vera umiltà. Raccogliamoci sempre con la preghiera interiorizzata e vissuta nel profondo del nostro cuore e chiediamo al Signore come gli apostoli di aumentare la nostra fede.” Momento intenso e di profonda commozione è stato quando Don Antonio Costantino ha proclamato i nomi dei 22 missionari e operatori pastorali, uccisi per il vangelo di Cristo nel corso dell’anno appena trascorso. Lo stesso Don Antonio concludendo la Veglia ha ricordato il Vescovo e pregato per lui nella vigilia del suo X anniversario di Consacrazione Episcopale ed ha salutato i sacerdoti presenti, le altre realtà missionarie e i tantissimi fedeli pervenuti alla veglia, auspicando che possa questa essere la prima di tante veglie in onore e ricordo di quei missionari e operatori pastorali religiosi,laici o sacerdoti che ogni giorno nel silenzio e nel nascondimento soffrono a causa del Vangelo e per amore del Maestro Gesù, invitando inoltre i presenti ad essere sempre attenti con la preghiera e la memoria a tutti i missionari che subendo un martirio fisico o spirituale arricchiscono di nuovo slancio la santa Chiesa di Dio. Appunto come Papa Francesco sin dall'inizio del suo pontificato ci esorta ad attraversare le periferie, ad entrarvi ed impiantare lì la nostra dimora, la nostra tenda missionaria, poichè quelle periferie sono il luogo preferito di Gesù, la strada è il luogo in cui Gesù ha scelto di vivere e di annunciare il Vangelo. “Martyria” è dunque uscire da se stessi, per entrare nella casa dei poveri e rinascerecon Lui ogni giorno attraverso un annuncio che instancabilmente ci spinge sulle strade del mondo!