·

Spiritualità

Commento all'Evangelii Gaudium

Paolo Emanuele · 11 anni fa

La prima Esortazione apostolica di Papa Francesco, intitolata “Evangelii Gaudium”, sviluppa il tema dell’annuncio del Vangelo nel mondo attuale . Fondamentalmente il contenuto del documento non è nuovo, infatti, gli stessi principi li possiamo trovare in tutti i testi del Magistero che trattano l’argomento dell’annuncio e dell’evangelizzazione o della missione; è nuovo il contesto in cui ci si muove (postmodernità), le sfide e le domande di senso che l’uomo oggi pone anche alla fede ed è nuovo il metodo che il Santo Padre consiglia per un annuncio concreto ed efficace, la “gioia”, annunciare con gioia per dare forza e credibilità al contenuto dell’annuncio che è sempre lo stesso e immutabile: Gesù Cristo e la sua salvezza.

Nuovo anche in alcuni termini che in questo documento vengono usati per la prima volta, «nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium ci sono due neologismi: uno è ”primerear” (prendere l’iniziativa) e l’altro “inequità”. Le novità che vengono evidenziate in questo documento e che rispecchiano le priorità e le urgenze che il Santo Padre porta nel suo cuore per la Chiesa di oggi, si innestano in tutto il cammino che la Chiesa ha fatto in questi ultimi anni come evidenzia A. Spadaro: «Questa Esortazione Apostolica si lega alla lettera che il cardinale Bergoglio scrisse alla diocesi di Buenos Aires per l’apertura dell’anno della fede, nella quale, sin dalle prime righe, parlava di una Chiesa dalle porte aperte simbolo di luce, amicizia, gioia, libertà, fiducia. Adesso, chiudendo l’Anno della Fede e scrivendo alla Chiesa universale, Papa Francesco ribadisce di volere una Chiesa non preoccupata di fortificare i confini, ma di cercare l’incontro che comunica la gioia del Vangelo. […] Chiaramente uno stimolo a scrivere questa Esortazione è giunto dal Sinodo dei Vescovi su «La nuova Evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana» (7-28 ottobre 2012), che si è concluso con la consegna a papa Benedetto XVI di una lista di 58 Propositiones votate in precedenza dai Padri sinodali, che nella Evangelii Gaudium vengono citate 30 volte. Nelle Propositiones i Padri trattano della natura della nuova evangelizzazione, il suo contesto, le risposte pastorali alle circostanze odierne e agli agenti di tale missione. Il Papa riprende e rilancia questi contenuti, inserendoli in una visione più organica» . Molto forte è anche l’influenza che Papa Francesco riceve da Paolo VI con le Esortazioni apostoliche Gaudete in Domino ed Evangelii nuntiandi e da Benedetto XVI, che nella Lettera apostolica Porta fidei per ben dieci volte usa il termine gioia, con un invito ad una nuova evangelizzazione per riscoprire la gioia nel credere e l’entusiasmo nel comunicare la fede. Il documento inizia con queste parole: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni» . E’un forte appello a tutti i battezzati perché con nuovo fervore e dinamismo portino agli altri l’amore di Gesù, vincendo «il grande rischio del mondo attuale»: quello di cadere in «una tristezza individualista» . Anche i credenti corrono questo rischio perché «ci sono cristiani che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua» , evangelizzatori ma con «una faccia da funerale» . La gioia della quale parla Papa Francesco «è un frutto dello Spirito Santo che sgorga dal cuore di Cristo risorto. […] La gioia per Bergoglio è la consolazione spirituale di cui parla Ignazio (Esercizi Spirituali, 221), la gioia interiore che stimola e attrae alle realtà celesti e alla salvezza dell’anima, dandole tranquillità e pace nel suo creatore e Signore. E’questo lo stato abituale di chi riceve la manifestazione di Gesù Cristo con la disponibilità e la semplicità di cuore». Il Papa quindi intende scuotere la Chiesa perché passi «da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria» , con un nuovo vigore che trova il suo volto più autentico nello stile della gioia. Il Papa ci ricorda che tutto ciò riguarda l’essenza stessa della Chiesa che ha assunto la nota della missionarietà fin dal suo nascere, in quanto invitata a predicare il Vangelo fino agli «estremi confini della terra» (At 1,8). Il decreto “Ad Gentes” del Concilio Vaticano II fa notare come «la Chiesa che vive nel tempo, per sua natura è missionaria, in quanto è dalla missione del Figlio e dalla missione dello Spirito Santo che essa, secondo il piano di Dio, deriva la propria origine» . Tale spinta missionaria è frutto della Pentecoste. Ognuno nella Chiesa e con la Chiesa ha il compito di propagare la luce del Vangelo. Tutti sono chiamati a cooperare a questa missione; infatti, la Pentecoste non fu soltanto un momento di intensa emozione, ma l'inizio di un dinamismo di origine soprannaturale, sviluppatosi poi lungo la storia della Chiesa . Come nel giorno di Pentecoste, anche oggi lo Spirito Santo continua a essere l'intimo ispiratore dell'entusiasmo missionario e il datore dei doni gerarchici e carismatici (cf. 1Cor 12, 4s) per il bene di tutto il popolo di Dio. Il nostro Papa, il 14 giugno, ricevendo i redattori di Civiltà cattolica affermava che «il compito principale [della Chiesa] non è di costruire muri, ma ponti, è quello di stabilire un dialogo con tutti gli uomini, anche con coloro che non condividono la fede cristiana, ma hanno il culto di alti valori umani, e perfino con coloro che si oppongono alla Chiesa e la perseguitano in varie maniere (GS n. 92). [...] Dialogare significa essere convinti che l'altro abbia qualcosa di buono da dire, fare spazio al suo punto di vista, alla sua opinione, alle sue proposte, senza cadere, ovviamente, nel relativismo. E per dialogare bisogna abbassare le difese e aprire le porte [...] Sono tante le questioni umane da discutere e condividere e nel dialogo è sempre possibile avvicinarsi alla verità, che è dono di Dio e arricchisce vicendevolmente». Nella risposta data ad Eugenio Scalfari Papa Francesco ha ripreso il tema sostenendo che «è venuto ormai il tempo di un dialogo aperto e senza preconcetti che riapra le porte per un serio e fecondo incontro. [...] Questo dialogo non è un accessorio secondario dell'esistenza del credente: ne è invece un'espressione intima e indispensabile». La verità del Vangelo presuppone un cammino per essere accolta perché è un traguardo da raggiungere. Il dialogo è il mezzo concreto per camminare insieme verso la Verità. Per questo la Chiesa non si stanca mai di essere missionaria dialogando con tutte le culture e annunciando senza timore il Vangelo che è salvezza per tutti i popoli. In questo breve elaborato cercherò di evidenziare alcune tematiche dell’Esortazione apostolica di Papa Francesco sottolineando le novità, le prospettive teologiche e pastorali, rispetto ai documenti più importanti del Magistero riguardanti l’evangelizzazione e la missione.