Roma - L’8 marzo, festa della donna, la Fondazione Migrantes desidera ricordare particolarmente le donne migranti. La ripresa dell’emigrazione italiana, a motivo della crisi e della disoccupazione, coinvolge molte giovani donne italiane in partenza dal nostro Paese (quasi 35.000 su 80.000 espatriati), metà delle quali con un titolo di studio superiore o con la laurea, che vanno ad aggiungersi alle oltre 2 milioni di cittadine italiane che vivono all’estero. Per quanto attiene, invece, l’immigrazione in Italia, ormai metà delle persone coinvolte (circa 2 milioni e mezzo) sono donne: giovani, madri, lavoratrici, imprenditrici. Purtroppo, diverse migliaia di queste donne sono anche vittime di sfruttamento sessuale e lavorativo.
La componente femminile è molto alta tra gli immigrati dal Brasile (73%), dalla Repubblica moldava (67%), dal Perù (60,5%), dall’Ecuador (59%), ma soprattutto dall’Ucraina (80%). Per questa ragione, quest’anno, la Migrantes desidera ricordare e essere vicina particolarmente alle donne e madri ucraine, in ansia per le proprie famiglie, i propri figli, per la drammatica situazione conflittuale che si è creata nel loro Paese. In diverse città italiane (Genova, Roma, Milano, Firenze, Prato, Novara, Treviso…), seguendo l’appello di Papa Francesco, i Vescovi e le comunità cattoliche ucraine, con i loro 50 cappellani, stanno accompagnando con momenti di incontro e di preghiera i drammatici eventi. Su invito della Chiesa Italiana, domenica 9 marzo la preghiera per la pace in Ucraina si estenderà a tutte le parrocchie italiane. La speranza è che i rapporti diplomatici in corso tra le grandi potenze coinvolte e l’impegno dell’Europa, possano portare a una situazione pacifica delle tensioni in corso; diversamente, potremmo assistere a un esodo familiare dall’Ucraina che, in tal caso, dovrà essere sostenuto da un adeguata politica e da strumenti efficaci, sia in Italia che in Europa.