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Vita diocesana

Le sfide di una città: tra convivenza civile e futuro

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Nella giornata del 4/3/2014 presso il Salone del seminario Vescovile in Lamezia Terme si è tenuto il Convegno “Le sfide di una città: tra convivenza civile e futuro” alla presenza di S.E. il Vescovo Luigi Cantafora, moderato dalla dott.ssa Marina Galati ed altri ospiti.Lo scopo dell’incontro è stato quello di confrontare con diversi punti di vista la problematica dell’immigrazione in un connubbio di diverse esperienze soci-culturali, ed altri da verificare. S.E il Vescovo – Mons. Luigi Cantafora- ha voluto sottolineare la validità dell’incontro ed ha evidenziato che il 23° rapporto sulla Migrazione a Lamezia terme ha assunto dimensioni nuove per qualità e quantità di persone.

La chiesa si impegna a comprendere gli effetti delle ricadute dell’immigrazione nei tempi moderni e la parrocchia diviene il fulcro da cui scaturisce l’accoglienza e la fiducia che si innesca tra le persone. Mentre i fatti tragici accaduti a Lampedusa hanno portato a scelte politiche di chiudere le frontiere a persone che per svariati motivi si muovono da altri paesi. La Chiesa, ha continuato Mons. Cantafora, non ha mai chiuso le frontiere a nessuno, rilanciando la cultura della bellezza delle città che aprono agli altri e perciò la rendono bella. La chiusura agli altri, lo sfruttamento del lavoro nero, la prostituzione, la complicità della mafia e della connivenza degli uomini alimenta la differenza e l’allontanamento dell’altro. Mons. Cantafora ha concluso auspicando che le città e la diocesi intera aprino le porte agli immigrati. Sono intervenuti per i Saluti Suor Emanuela al servizio degli Immigrati a Lamezia Terme e Padre Valerio, direttore della Caritas Diocesiana. Suor Emanuela ha segnalato l’importanza dell’incontro con “il diverso”, con l’altra persona, poichè, secondo suor Emanuela l’incontro lascia sempre lascia sempre diffidenza e paura perche non si conosce l’altro, credere nella cultura dell’incontro fa superare le paure. Padre Valerio ha evidenziato che l’accordo e la mancanza di contrapposizione costituisce il punto di arrivo. Infatti, secondo padre Valerio, con l’educazione alla cura della vicinanza si prospetta una comunità migliore. I centri di ascolto che sono stati realizzati hanno difatti sciolto molti nodi poiché l’abilità dell’accoglienza consiste nel capire , indirizzare e relazionarsi con gli altri. La Caritas ha perciò allargato i centri per i senza dimora accogliendo circa settanta persone, con crescenti esigenze. E’intervenuta anche la Dott.ssa Roberta Saladino che ha elaborato tutti gli aspetti demografici evidenziando la crescita continua degli immigrati che inizialmente si spostavano solo per motivi di lavoro. oggi è sempre più crescete la presenza femminile, infatti nel 2001 in Calabria del 48% ora ha già raggiunto il 51% con una consistente crescita demografica per le nascite dei bambini stranieri . A Lamezia Terme la presenza degli stranieri ha avuto un incremento dall’1% al 5%. La Dott.ssa Saladino ha evidenziato anche che l’incidenza della presenza femminile è dovuta alla richiesta di assistenza domiciliare, sintomo di un’Italia invecchiata. E’intervenuto per i saluti anche il sindaco Speranza che ha puntualizzato che Lamezia ha condotto la politica dell’accoglienza attuando servizi per l’immigrazione e programmando case anche per i Rom. Hanno dato la loro testimonianza di Immigrati integrati. Una signora Polacca ha sentito l’esigenza di richiedere la celebrazione delle messe in lingua polacca. Importante è stata anche la partecipazione di Padre Costantino - padre cristiano ortodosso - che ha ringraziato Mons. Cantafora per l’accoglienza, perché riesce a svolgere la missione di fede anche per gli ortodossi presenti a Lamezia Terme, dando la possibilità di far esercitare la fede anche agli stranieri. Una ragazza musulmana ha benevolmente detto come Lamezia è una città accogliente, poiché è stata aiutata progressivamente ad integrasi nella scuola e nella società. Anche un Rom, sig. Massimo, ha parlato dell’integrazione dei rom che vogliono uscire dal ghetto ed ha creato e gestisce una piccola scuola calcio, con fatica ma con orgaoglio. Particolare ed importante è stata la presenza del dott. Surace che ha rilevato come l’immigrato arriva “sano” ma nei centri di accoglienza si ammala per il sovraffollamento e le problematiche che derivano dalla convivenza in luoghi chiusi. Ha parlato dell’importanza del diritto dell’immigrato ad essere curato a secondo del luogo di provenienza e della cultura di provenienza. Ha chiuso i lavori Don Panizza che ha presentato un libro scritto sul XXIII rapporto sull’immigrazione che descrive la crisi emergente che impervia in Italia e la relazione con i Diritti Umani che potrebbero essere violati. Il libro coglie i punti di forza e di debolezza che esistono in Italia evidenziando che più forte è la crisi economica più c’è violazione dei diritti umani.