Successo di pubblico per il regista Fabio Mollo a Lamezia che scuote le nuove generazioni: “rompere il silenzio con atti di quotidiano eroismo” Un film che “parte” dalla Calabria ma parla a tutte le latitudini. Un film “sincero”, che ci aiuta a guardarci in faccia e a guardare in faccia la realtà, la realtà di una terra abitata da tanti silenzi e da tanta voglia di riscatto. Un film che, attraverso la storia di una giovane ragazza calabrese, comunica “com’è possibile rompere il silenzio attraverso una semplice azione di eroismo quotidiano che segna un’inversione, un cambiamento di mentalità”. Presenta così la “sua creatura” il regista Fabio Mollo che ha presentato a Lamezia Terme il film “Il Sud è niente”, in un’iniziativa organizzata dall’associazione culturale InOper@ insieme al Sistema Bibliotecario Lametino e con il patrocinio del Comune di Lamezia Terme. Incontrando la stampa, insieme all’assessore Rosario Piccioni e al Direttore del Sistema Bibliotecario Lametino Giacinto Gaetano, il regista reggino ha parlato di un successo internazionale “frutto del lavoro di una squadra giovane”, che ha visto il debutto della diciannovenne Miriam Karlkvist “shooting star” al Festival di Berlino. Girato in quattro settimane anziché in sette, casting “sulla strada”, soluzioni cinematografiche “low cost”: queste alcune delle “chicche” svelate da Mollo che hanno dato vita, a fronte di un budget ridotto, a un successo internazionale che “proprio perché povero mi ha consentito di essere libero, libero di scegliere con chi lavorare e come raccontare”.
Calda accoglienza quella riservata dal pubblico lametino a Fabio Mollo, con la sala affrescata di Palazzo Nicotera affollata di spettatori che hanno assistito alla proiezione del film
Un film indipendente , quello di Mollo, “che racconta la Calabria dalla prospettiva delle nuove generazioni, quelle generazioni rappresentate da Grazia, che ricercano la verità, non si rassegnano al silenzio e alla rassegnazione e rompendo il silenzio nella loro vita quotidiana e familiare innescano un cambiamento di mentalità”.
Lo Stretto di Messina, l’estrema vicinanza e l’estrema distanza, il silenzio di una ragazza che incarna il silenzio di un’intera generazione: se a tante generazioni è stato inculcato il rispetto del silenzio “Il Sud è niente racconta quando questo silenzio diventa violenza, il Sud quando il Sud diventa niente e solo la forza di una giovane donna come Grazia può dare vita a una ribellione e raccontare una nuova generazione che lotta per riprendere possesso del proprio futuro e riportare speranza là dove prima non c'era altro che silenzio.”
Tanti i simboli che dominano nel primo lungometraggio del giovane regista reggino, ambientato nel suo quartiere natale del Gebbione a Reggio Calabria; tanti i messaggi capaci di parlare alle nuove generazioni e a spingerli a porsi delle domande: “nel film non si capisce cosà farà Grazia, se resterà o andrà via dalla Calabria” -. ha spiegato il regista – “perché il fine del film è quello di suscitare domande nelle nuove generazioni, avere quell’ansia di ricerca della verità che ha Grazia per diventare protagoniste del cambiamento di questa terra”.
Messaggio trasmesso anche agli studenti del Liceo “Campanella”, dove il regista in mattinata è stato accolto dal dirigente Giovanni Martello e dalla professoressa Michela Cimmino. “qualunque cosa facciate” – ha detto Mollo agli studenti – “fatelo con un alto senso di responsabilità verso il luogo da cui provenite e verso la vostra generazione”