·

Vita diocesana

Andare avanti!

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Monsignor Cantafora ha voluto fare un regalo ai trenta preti giovani della sua Diocesi. Così la mattina del 28 gennaio, il gruppo dei sacerdoti lametini, ha varcato le porte di Santa Marta, in Vaticano e ha potuto salutare Papa Francesco. Sono stati pochi minuti, forse un quarto d’ora, il tempo sufficiente per stringere la mano al Papa e ascoltare alcune parole, che restano impresse: “Andate sempre avanti, se un giorno vi sentirete stanchi, riposatevi, pregate, ma andate sempre avanti!” Una frase forte e carica di significato, per chi ha deciso di consacrarsi al Signore, donando una vita intera e facendo i conti con un tempo in cui, l’essere prete non è il destino migliore da augurare a dei ragazzi. Si sa che oggi le scelte definitive, non sono le migliori. E anche i preti possono benissimo correre il rischio di “tornare indietro” per sentirsi più sicuri oppure “andare avanti e scivolare lungo la strada”, quel progresso degli adolescenti, che scelgono ciò che piace di più. Queste sono tentazioni della Chiesa intera, quindi anche dei preti, secondo Papa Francesco ed è difficile dargli torto. Da un lato riaffiorano mode e costumi antichi, dall’altro invece ingiustificate corse verso aperture, che in sostanza sono rinunce.

Ma dove andare per andare avanti? Risponde il Papa: «La strada è quella della libertà nello Spirito Santo, che ci fa liberi, nel discernimento continuo sulla volontà di Dio, per andare avanti su questa strada, senza andare indietro» e senza scivolare. E anche qui rispolvera, seppur ironicamente, il “calabrese di spirito profetico dotato”, Gioacchino da Fiore. Ed è sulla strada della libertà secondo lo Spirito Santo, che anche i giovani preti di Lamezia Terme, possono e devono incamminarsi. C’è un passo di Corrado Alvaro, in Madre di paese che recita così:

«Prendi, questo è il mio corpo".

La madre taglia il pane della misericordia,

è come se tagliasse una parte di sé.

In quel momento ha pietà di tutto il mondo».

Questo genio dell’Aspromonte, sa che il gesto di una madre che taglia il pane per la famiglia è una liturgia solenne come quella del prete all’altare. Su entrambe le mense, si spezza un “pane di misericordia” segno di dono concreto e di offerta vera, perché “è come tagliasse se stessa”. Questo gesto semplice, tante volte ripetuto, ricorda che non c’è vera libertà nello Spirito se non si è disposti a tagliare se stessi, come un pane sul tavolo di casa propria. Solo così si va avanti, lasciandosi spezzare!