La Chiesa Italiana nei primi anni del terzo millennio si è regalata due Note Pastorali: la prima,"Il volto missionario della Parrocchia in un mondo che cambia" la seconda,"La comunità cristiana e la pastorale della salute". Anche la Parrocchia, dopo l'evento conciliare,ha conosciuto un cammino di crisi, di rilancio e di rinnovamento. Nessuno può negare che la Parrocchia mostrava segni di stanchezza e di vecchiaia; il suo volto si presentava con molteplici e profonde rughe. I segni più evidenti sono stati: lo scollamento tra fede e vita, tra Vangelo e cultura, tra feriale e festivo. Giovanni Paolo II invitava la famiglia, prima cellula della parrocchia, a riscoprire la sua grande dignità ma soprattutto la sua nobile missione, ritornando alle radici della sua lunga storia. Soprattutto il Parroco e l'intera comunità devono allargare gli orizzonti della carità e della evangelizzazione, della presenza solidale con quanti soffrono.
Tra i nuovi ambiti della pastorale parrocchiale si inserisce pertanto quello della pastorale della salute, che essendo nuovo, va tutto inventato, sperimentato e collaudato. E' importante perciò, che nel territorio la comunità cristiana operi scelte profetiche in questo campo, inaugurando una stagione di programmazione e di progettualità per la cura dei malati e la promozione della salute a livello corporale e spirituale, come si esprimeva San Camillo, ritornando a vivere le opere di misericordia corporali e spirituali.
"Senza l'opzione preferenziale per i poveri e i malati- scrive ancora Papa Francesco nella Esortazione "La gioia del Vangelo" al n.199, l'annuncio del Vangelo, che pur è la prima carità, rischia di essere incompreso o di affogare in quel mare di parole a cui l'odierna società della comunicazione quotidianamente ci espone.