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La parola del Vescovo

"Chiesa, educazione e presenza": le parole del vescovo all’Azione Cattolica

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Alla XV Assemblea Elettiva dell’Azione Cattolica il Vescovo, Sua Eccellenza Monsignor Cantafora, dopo aver presieduto l’Eucarestia in Cattedrale, ha partecipato ai lavori dell’Assemblea rivolgendo la sua parola ai soci, invitati a verificare il cammino associativo alla luce dell’appartenenza concreto alla Chiesa, dell’impegno nell’educazione e della qualità della presenza associativa come comunione nella Chiesa.

Di seguito il testo del Vescovo.

«Carissimi, ho desiderato incontrarvi dopo la Celebrazione dell’Eucarestia per manifestarvi la mia vicinanza, la mia preghiera e il mio affetto; particolarmente in questa sede di Assemblea Diocesana, durante la quale procederete al rinnovo degli organi di presidenza dell’associazione.Ringrazio il Presidente Paride Giardino per le sue parole, ma anche per il suo servizio in questo mandato. Altresì il mio pensiero grato va all’Assistente Unitario don Domenico e agli altri assistenti diocesani e parrocchiali. E infine a voi presidenti delle associazioni parrocchiali e agli altri aderenti. Vorrei dare tre parole all’Associazione: Chiesa; educazione; presenza.

Partiamo dalla prima: CHIESA. Vorrei partire da una frase di Papa Francesco rivolta proprio all’Azione Cattolica: “L’Azione Cattolica senza Gesù è una semplice organizzazione non governativa” (un’ONG), niente di più. Spesso si sottolinea il forte legame dell’ACI con la Chiesa. Legame che esiste ed è vero e profondo. Mi permetto di dirvi che questo legame vale non solo per il bene, ma per tutto!Per questo motivo vi invito ad accogliere le parole e gli insegnamenti di Papa Francesco con una disponibilità maggiore, a motivo del forte legame con la Chiesa gerarchica.

Quindi le parole del Papa, ascoltatele, fatele proprie con una responsabilità più grave; con una profondità maggiore. Perché se la vostra storia è intrecciata a quella della Chiesa in Italia, questo vale non solo per il passato, ma soprattutto per il presente e il futuro.Pertanto una Chiesa senza Cristo è una Chiesa vuota, parimenti un’Azione Cattolica senza Cristo è qualcosa di vuoto.

3. Ed eccoci alla seconda parola: EDUCAZIONE. Nella Relazione Finale del Presidente Diocesano, questa mattina, è stato forte il richiamo all’educazione e al compito dei laici di Azione Cattolica a essere educatori esigenti e testimoni della fede. Nell’omelia per l’Epifania in Cattedrale non ho nascosto la mia preoccupazione per un tipo di educazione che rischia di serpeggiare nelle nostre sale parrocchiali. “Spesso nelle nostre catechesi e nei nostri discorsi ecclesiali, prevale un diffuso moralismo che pone l’accento sui comportamenti e non invece sul dono di Dio. In quest’ottica si considera la Chiesa, non la madre di peccatori, ma l’agenzia della moralità pubblica. Anche un certo tipo di formazione cristiana rischia di presentare il cristianesimo, un compendio di “buone maniere”. Allora in ogni gruppo, in ogni tipo di formazione è il dono della Persona di Cristo che deve avere il centro e non invece quel diffuso buonismo o quel distorto umanesimo presente in numerosi gruppi, anche ecclesiali, in cui Cristo e la sua persona resta il grande anonimo o, purtroppo, il grande assente. L’educazione per un cristiano è trasmissione della fede!

4. In conclusione la terza parola: PRESENZA. Spesso si può essere tentati di guardare al passato con nostalgia. E ricordare i tempi in cui eravamo tanti, le nostre Chiese piene, le manifestazioni frequentate. L’associazione aveva un indiscusso peso ecclesiale, civile e anche politico. Tutto questo è storia, della quale ringraziare Dio perché è stato molto generoso. Ora questo sguardo nostalgico può rischiare di non farci amare il tempo presente in cui non siamo e non contiamo più come una volta. Eppure Dio ama questo tempo e Dio ama questo tipo di presenza oggi. Noi che cosa dobbiamo fare? Certo non dobbiamo rimpiangere il passato, ma certamente uscire, andare in missione, lavorare per il Signore con umiltà e lasciando a Lui, la raccolta della nostra semina. Per questo l’attenzione non deve essere sui problemi, ma su quello che Dio compie tra noi.

La svolta per l’Azione Cattolica in Diocesi, può avvenire secondo me, se persevera in un cammino spirituale sulla scia degli Atti degli Apostoli. Cosa fanno gli Apostoli e i primi cristiani? Una cosa molto semplice, che noi non sappiamo fare più: raccontano Cristo. Lo raccontano a chi vedono per strada, lo raccontano con chi lavorano, lo raccontano fuori dal tempio. Diceva il Cardinale di Vienna: «Il cristianesimo è una comunità di racconto. Dobbiamo riscoprire il racconto vicendevole di ciò che Dio fa nella nostra vita». Pertanto la presenza dell’Azione Cattolica in una Parrocchia non è mettere una casetta nel gioco del monopoli, o una bandierina sulla mappa. Quasi a dire, siamo 20, siamo 30, siamo 50. Qui abbiamo chiuso, là abbiamo aperto! La presenza che vi viene chiesta oggi, è la presenza di una comunità che racconta la storia di ogni aderente con Dio. Una comunità che afferma che senza Cristo al centro non vale nulla, proprio come la Chiesa.Il mio augurio è che possiate vivere con generosità questa bella stagione della Chiesa, riscoprendo con amore il legame bello e deciso con Lei, che vi ama e vi sostiene sempre. State nella Chiesa, come il Signore vi chiede di esserci, al servizio dell’educazione come trasmissione della fede, e con questo modo nuovo di presenza che racconta la storia di Dio con ognuno di noi».