“Saluto il coro polifonico di Sant’Antonio di Lamezia Terme” ed è stato un boato di gioia al saluto che il Santo Padre ci ha rivolto al termine dell’Angelus, un saluto caloroso a noi pellegrini in Assisi che abbiamo desiderato terminare il pellegrinaggio nei luoghi Francescani a Roma con il Santo Padre in Piazza San Pietro il giorno dell’Epifania, in compagnia del Papa che si è dato nome “Francesco”.
Una gioia infinita specie per me che avevo vissuto con un po’di ansia nell’attesa del saluto nel dubbio se il Santo Padre avesse salutato il Coro di Sant’Antonio dopo la richiesta inviata personalmente a nome del gruppo nel mese di Ottobre al rientro della visita di Papa Francesco ad Assisi. Ed il saluto c’è stato, bello, caloroso, accogliente un saluto che ha riempito di gioia noi presenti e tanti che ci hanno seguito in televisione ed in radio questi ultimi nel vivere un sussulto di curiosità e gioia a sentire il Papa pronunciare anche il nome della nostra città. Il Papa ci ha salutati ma ha anche pronunziato benevolmente il nome di Lamezia Terme e questo ci ha dato tanta gioia nel sentire il nome della nostra città riecheggiare in Piazza San Pietro ed in tutto il mondo. Si è concluso così con tanta commozione un pellegrinaggio iniziato il 3 Gennaio in quel di Cascia, nel render visita a Santa Rita e ringraziarla per la sua testimonianza nell’amare il Signore in un cammino che ci avrebbe proiettato in Assisi per le vie di San Francesco e Santa Chiara. Per i pellegrini del Coro polifonico di Sant’Antonio diretto dal maestro Antonio Buonconsiglio dalla Tomba di San Francesco è partito un messaggio di rinnovamento spirituale come ha insegnato il Serafico Santo Poverello. “ Gesù al centro del mio cuore” un Gesù così some rappresentato nel Crocefisso di San Damiano che ha parlato a San Francesco e che ogni giorno parla anche a noi. E la voce di San Francesco l’abbiamo ritrovata a San Damiano dove la sua vita è stata testimoniata da Fra Massimo, l’abbiamo riascoltata all’Eremo delle Carceri, alla Porziuncola, nella Basilica di Santa Chiara. ”Alto e Glorioso Dio illumina le tenebre del cuore mio”, così il giovane Francesco dialogava con Gesù ai piedi del Crocefisso, così lo ricercava nei boschi del monte Subasio o alla Verna dove alla fine il Signore gli risponde abbracciandolo totalmente nelle Sacre Stimmate. Un riecheggiare di lodi al Signore tra le viuzze di Assisi, nei mille bellissimi presepi dove quel bambino ci ha sorriso mille volte, nelle bellisime Basiliche, nei Santuari dove all’interno vivi un raccoglimento commovente. I Vespri a Dan Damiano, in una chiesetta piena di giovani seduti a terra, sono come sempre il fiore all’occhiello del nostro cammino in Assisi; li sembra vivere accanto a Francesco e Chiara e tanti confratelli che hanno un solo intento: ”lodare il Signore”. Quanta compostezza e quanta gioia in quell’enorme gruppo che inneggia al Bambino Gesù con un canto soave di Gloria. Sotto il cielo stellato di Assisi si ascoltano due voci, quelle di Francesco e Chiara e si sente parlare di solo argomento, l’amore di Dio; e a Dio si risponde con dolci e melodici canti che nel periodo di Natale sono ancora più belli e toccanti. “Pace e bene” è il saluto di Francesco che a volte, nel “il Signore ti dia pace“ attribuisce proprio al Signore la figura del Maestro che ti dà pace e bene. Per tre giorni in Assisi abbiamo vissuto la pace, il bene, la gioia, la fratellanza, accompagnata da una preghiera a volte intensa ma mai stancante. Anzi il ricordare la vita di Francesco e Chiara e associarla alla preghiera ci dava un senso di tranquillità e la certezza che il Signore in quel momento ci stesse sorridendo. Abbiamo molte volte letto i brani del Vangelo e andando incontro a Papa Francesco abbiamo voluto che fosse il “discorso della montagna” ad accompagnarci. Ci siamo sentiti come se proprio Gesù con quel dolce parlare sul lago di Tiberiade ci stesse accompagnando lui stesso a Roma per ricevere il saluto del Papa. Dal saio di Francesco e Chiara all’abito bianco di Papa Francesco. E lissù il Santo Padre che ci saluta, Papa Francesco, il Papa che mentre ero in raccoglimento nella cripta che ospita le spoglie mortali del poverello, vedevo nell’immaginario in ginocchio a pregare quel Santo umile da cui ha preso il nome: Francesco. Se riesci minimamente a dargli ascolto il Signore ti parla e se gli dai la possibilità di camminare con Lui, ti guida. Papa Francesco e San Francesco sono stati vicini nella Cripta del Sacro Convento, il Papa era anche molto commosso e ha pianto per come ci ha riferito chi era presente. Per amore di Dio si piange e quando si capisce la Sua volontà ti commuovi tantissimo. E così anche noi che mai avevamo provato una emozione così intensa nel rientrare da Assisi. Quel saluto di Papa Francesco è stato come un sorriso per un gruppo di Pellegrini di ritorno da Assisi con un pizzico di fede e di amore in più.