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Il Vangelo della domenica

Epifania: rivelazione e salvezza

Paolo Emanuele · 11 anni fa

La Chiesa nella liturgia dell’odierna solennità dell'Epifania ribadisce il mistero della volontà salvifica universale di Dio. è la promessa di benedire tutte le famiglie della terra nella discendenza di Abramo che diviene realtà. è quello stesso mistero della conversione universale e della venuta dei pagani alla fede che Isaia aveva già contemplato nella sua visione profetica. Il Dio degli Israeliti non è solo il Dio di un popolo, del loro popolo. Egli è il Dio Creatore del cielo e della terra. Ogni uomo è chiamato ad adorarlo nell'obbedienza alla sua volontà.

San Matteo proclama compiuta la profezia di Isaia nei Magi, che vengono dall'oriente ad adorare il nato re, confessando la sua divinità, la sua regalità, la sua eternità e la sua mortalità.

Oro, incenso e mirra: Dio e uomo, re e mortale, eterno e terreno, morto e risorto, Colui che è il Vivente. Dio vuole la salvezza di ogni uomo. Per ogni tempo. Questo mistero prima era annunziato, ma non del tutto compreso. Ora esso è svelato, compreso, annunziato.

Paolo, cosciente di aver ricevuto questo messaggio e la missione di condurre i pagani alla fede - a lui in modo particolare essa è stata affidata - percorre il mondo intero, per terra e per mare, a portare la salvezza di Dio Padre in Cristo Gesù ad ogni uomo di buona volontà.

La salvezza è essenzialmente pace con Dio e con gli uomini. Essa è inserimento in Cristo, di cui si è un solo corpo e gli uni membra degli altri, uniti dall'amore che ci costituisce una sola cosa. Ma la salvezza non è solo per questa terra e nel tempo in cui si attraversa questo deserto della vita. La salvezza è dopo la morte, è nei cieli.

è prendere parte all'eredità che Dio Padre darà a quanti avranno creduto, perché il regno è del Figlio suo e di quanti sono una cosa sola con Lui. Noi abbiamo la stessa eredità di Cristo, anzi abbiamo l'eredità di Cristo che diviene nostra per grazia di Dio Padre.

Ed i Magi sono i gentili che offrono a Cristo Gesù l'ossequio della loro adorazione e lo riconoscono re del cielo e della terra. Essi sono stati chiamati attraverso il segno della stella. Essi erano sapienti ed il Signore parla il loro linguaggio.

La strada dei Magi è, al tempo stesso, una via interiore. è la via della nostra fede. L’Epifania vuol dire il rivelarsi di Dio al cuore umano: la rivelazione data all’uomo interiore. è la sorgente della fede.

Mediante la luce di una stella insolita, mediante la parola del profeta l’uomo è raggiunto dalla voce di Dio, dalla chiamata di Dio. L’uomo che segue questa chiamata entra nel cammino della fede. Così si è incamminato, una volta, Abramo; così Mosè al vedere il roveto ardente; così è entrata su questa strada Maria nel momento dell’annunciazione.

Così anche si sono incamminati i Magi dall’Oriente. La loro via non conduce a Gerusalemme, a Betlemme, essa conduce a Dio, a quel Dio che è invisibile, benché si riveli mediante ciò che è visibile. I tre Magi sono stati chiamati a diventare testimoni di questo che nella rivelazione dell’invisibile è l’apice e il limite: Dio si è rivelato come uomo, è diventato uomo. Agli occhi dei Magi si è rivelato come bambino nelle mani della madre. Qui il cammino interiore dei tre Magi raggiunse il suo punto fondamentale.

Alla salvezza non si accede più per discendenza secondo la carne: con la nascita di Gesù, si entra per mezzo della fede, attraverso una duplice via: quella dell'annunzio, o della predicazione e l'altra della ragione, o dell'illuminazione da parte dello Spirito Santo che dona alle menti, che cercano il Signore con rettitudine di coscienza e nella semplicità del cuore, quei segni che le conducono sicuramente alla scoperta del loro Redentore e Salvatore. Quanti non entrano attraverso la porta della fede, o non accorrono a Cristo attraverso le vie misteriose che lo Spirito traccia sul loro cammino, ma rimangono chiusi nei loro sistemi religiosi, costoro verranno esclusi dal regno.

I Magi ascoltarono la voce dello Spirito che ha parlato loro attraverso il segno della stella e si sono recati in Giudea per adorare il nato Re. I Giudei invece che conoscevano le Scritture, anche queste dono dello Spirito Santo, neanche si sono degnati di pensare che era venuto il tempo del loro compimento. I lontani sono accorsi seguendo i segni di Dio posti sul loro cammino; quanti invece possedevano la pienezza della luce che proveniva dalla Scrittura si sono tirati indietro; chiusi nei loro pensieri di terra, si sono rifiutati di riconoscere in Gesù il loro Salvatore e Signore.

Verità essenziale della nostra fede è che chiunque voglia adorare il nato re dei giudei, il Signore lo metterà sempre in condizione di recarsi a Betlemme. Il Signore ci ha amati, ci ama e ci ha chiamati per essere una cosa sola con il Figlio suo Gesù Cristo. Grandi cose Egli ha fatto per noi. Noi lo ringraziamo e lo adoriamo.