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Vita diocesana

In Cattedrale le esequie di don Pasquale Luzzo

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Una chiesa Cattedrale stracolma in ogni ordine di posto ieri pomeriggio ha dato l’estremo saluto a don Pasquale Luzzo, vicario generale della diocesi lametina e parroco per 44 anni della chiesa del Carmine in Lamezia Terme-Sambiase, ritornato alla Casa del Padre lunedì 12 agosto, poco prima mezzogiorno, dopo una malattia di quasi tre anni, che pian piano lo ha consumato. Il feretro è giunto nel Duomo lametino alle 16 (proveniente dal Carmine, dove la salma è stata esposta per circa 24 ore, nel cui arco sono state celebrate tre Sante Messe e una veglia di preghiera), accompagnato da don Carlo Cittadino, che ha condiviso con don Pasquale la guida della chiesa del Carmine in quest'ultimo anno. Alle 16:30 l’inizio della celebrazione delle esequie (i cui canti liturgici sono stati eseguiti dal coro della Cattedrale “Rorate Coeli Desuper”, diretto dal M° Attilio Lorenti) con la lunga processione, aperta dalla croce, poi i diaconi e almeno cento sacerdoti da tutta la diocesi lametina, e anche da fuori zona. Quindi, il vescovo di Lamezia S.E. Mons. Luigi Antonio Cantafora, il vescovo della diocesi di San Marco Argentano-Scalea S.E. Mons. Leonardo Bonanno e il vescovo emerito di Lamezia, S.E. mons. Vincenzo Rimedio.

Presente in forma ufficiale l’Amministrazione Comunale di Lamezia (con il gonfalone della città, portato dalla Polizia Municipale), con il sindaco Gianni Speranza, il vice sindaco Milena Liotta, gli assessori Giusi Crimi e Pierpaolo Muraca.

In chiesa anche lo stendardo del Carmine, portato dalla terziarie carmelitane, e altri due stendardi parrocchiali. Poi, tutta la comunità del Carmine, dai Gruppi alle Associazioni presenti in Parrocchia (frazioni comprese. Piano Luppino, Bucolia S. Maria): le Terziarie Carmelitane, l’A.G.E.S.C.I, gli scout, il gruppo giovanile del Dopocresima, la Polisportiva Carmine, il gruppo Famiglie, il gruppo liturgico con il Coro e i Chierichetti, il M.A.S.C.I., il “Punto Pace” di Pax Christi e le Suore del Cottolengo, che dagli anni ’30, in comunione con la parrocchia, promuovono interessanti attività, apportando un prezioso contributo alla pastorale parrocchiale. E tanti, tanti cittadini che hanno avuto modo di conoscerlo, apprezzandone le sue doti, non comuni.

Quattro scout hanno fatto da quadrato alla bara. Mons. Cantafora, che ha presieduto la Celebrazione delle esequie, all’omelia ha rivolto il primo pensiero ai familiari del defunto (il vescovo ha menzionato anche la sorella Maria Luzzo, deceduta quando don Pasquale era seminarista) e ai parrocchiani, “che hanno avuto il dono di don Pasquale. Siamo qui –ha aggiunto il presule- non come semplici spettatori, ma come comunità che desideriamo consegnare a Cristo colui che abbiamo amato e dal quale abbiamo ricevuto tanto. La morte –ancora mons. Cantafora- non è più la parola definitiva, perché siamo certi e fiduciosi che don Pasquale continua a vivere nel Signore”. E ha citato le parole dell’apostolo Paolo: <>.

Il Vescovo di Lamezia, che dal 2005 ha scelto don Pasquale Luzzo quale suo vicario generale della diocesi, lo ha ricordato così: “per me don Pasquale è stato un fratello in cui ho potuto sperimentare la sua straordinaria umanità. Don Pasquale ha saputo intrattenere rapporti di collaborazione con tutti. E come sacerdote consumato dall’amore a Dio e alla Chiesa, lascia a tutti noi una grande eredità. Da vicario, il suo consiglio mi è stato sempre prezioso. Don Pasquale è stato umile e modesto, instancabe al servizio per la comunione e l’unità della nostra chiesa diocesana”.

Mons. Cantafora ha poi voluto menzionare i numerosi incarichi di don Pasquale Luzzo, “iniziati da vicario parrocchiale alla chiesa della Pietà, e dal 1970 è stato alla parrocchia del Carmine di Sambiase, collaborando all’inizio con don Bruno Bernardi, e spendendosi al massimo per far conoscere il Concilio Vaticano II. Le terziarie carmelitane e tutti gli altri gruppi hanno potuto trovare in lui un sicuro punto di riferimento. Tutti lo ricordano sempre con il sorriso e con la sua disponibilità”. Il Vescovo di Lamezia ha ricordato, non senza commozione, anche l’incontro avuto con don Pasquale il 7 agosto u.s., “quando mi ha abbracciato con dolcezza, mi ha baciato la croce e mi ha detto <>”. Il Pastore della Chiesa di Dio che è in Lamezia ha così concluso: “anche se siamo privati della sua assenza fisica, egli continua a vivere, e un giorno potremo abbracciarlo in cielo. Il combattimento è finito, per lui il sole brillerà sulla sua fronte… Signore della vita, nelle Tue mani mettiamo questo sacerdote che ci ha lasciato. La sua anima riposi nella tua tenerezza di Padre. Amen”.

Nella preghiera dei fedeli, i giovani dell’Agesci, del Masci e i parrocchiani del Carmine hanno voluto tratteggiare l’attività di don Pasquale al Carmine in tutti questi anni di sua permanenza.

E prima della benedizione della salma, anche mons. Vincenzo Rimedio, ripercorrendo i suoi 20 anni e oltre di vescovo a Lamezia, ha ricordato di essersi incontrato molte volte con don Pasquale, “che voglio sottolineare ha operato in una realtà difficile di Lamezia-Sambiase e io ho potuto constatare il suo grande impegno”, aggiungendo la collaborazione di don Pasquale con alcuni dei padri Minimi del convento di Sambiase, tra cui padre Giuseppe Morosini (nominato di recente arcivescovo metropolita di Reggio Calabria, dove si insedierà il 9 settembre. Mons. Morosini, non potendo concelebrare alle esequie di mons. Luzzo in Cattedrale, per impegni inderogabili nella sua, ormai, ex diocesi di Locri-Gerace, ha voluto essere presente comunque a Lamezia, alla chiesa del Carmine, dove ha celebrato la S. Messa delle ore 15, prima che il feretro proseguisse per il Duomo lametino), padre Giovanni Vercillo (morto nel ‘90), padre Francesco Di Turi. “Questa sera (nda, ieri per chi legge) entrando in Cattedrale –ancora mons. Rimedio-, e vedendo tutta questa gente, mi ricordavo di un altro funerale, quello di don Saverio Gatti; 30 anni fa ebbi modi di officiare quelle esequie. Quindi, non mi meraviglia questa massiccia presenza a questa Messa. Ciò significa condivisione”. Mons. Rimedio ha quindi ricordato una delle ultime telefonate intercorse tra lui e don Pasquale: “gli telefonai nel giorno di San Pasquale, il suo onomastico, ed è stato gioioso per il mio pensiero. Era a letto, a casa della sorella… Don Pasquale –ha concluso mons. Rimedio- ha saputo guidare la parrocchia, educandola alla fede, alle preghiera, e le sue celebrazioni erano sempre ordinate. Aveva dei contenuti cristiani, sacerdotali, che effettivamente lo inquadravano in un presbiterato, che si distingueva… La morte è una provocazione, una sottrazione violenta all’affetto dei propri cari.. Vi lascio immaginare l’incontro di don Pasquale, della sua anima con Cristo, perché nella vita di don Pasquale c’è stata una simbiosi”.

Prima della conclusione della celebrazione delle esequie, don Adamo Castagnaro, pro-vicario della diocesi, ha dato lettura di due dei tanti messaggi pervenuti al vescovo, quello dell’arcivescovo emerito mons. Mario Milano e del missionario padre Paolino Tomaino. Ed ha aggiunto: “don Pasquale è riuscito a salire le cime più alte della montagne, che lui ha sempre amato. Ora –ha concluso don Adamo Castagnaro-, nell’ultima salita, ha raggiunto la cima della Croce”.

Dopo la benedizione, la salma è stata scesa dalla Cattedrale da alcuni sacerdoti diocesani, accompagnata dal vescovo e da tutti i concelebranti. Poi, tra due ali di folla, scout compresi, il carro funebre ha percorso corso Numistrano, accompagnando il feretro di don Pasquale Luzzo verso l’ultima dimora, tra un applauso interminabile e i parrocchiani in lacrime.