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Cultura e Società

Abbazia Benedettina, un grande Massimo Ranieri ne il Riccardo III di Shakespeare

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Un cilindro girevole con all’interno una torretta semovente. Uno scenografia davvero imponente ha fatto da sfondo a uno dei più bei classici della cultura teatrale mondiale: il “Riccardo III” di William Shakespeare, in scena alle 21:30 del 15 agosto u.s. all’Abbazia Benedettina di Sant’Eufemia Vetere (uno dei 7 siti archeologici scelti dalla Regione Calabria per presentare la piece) in Lamezia Terme, che ha visto imporsi come attore e regista Massimo Ranieri. Lo spettacolo all’Abbazia, nonostante fosse la sera di ferragosto, ha riscosso un enorme successo di pubblico, con tanta gente in piedi, poiché i mille posti a sedere non sono bastati.

Accanto a Ranieri, in ordine di apparizione altri 18 attori del panorama teatrale italiano: Giuseppe Bisogno, Roberto Vandelli, Carla Cassola, Paolo Giovannucci, Paolo Lorimer, Federica Vincenti, Margherita Di Rauso, Gaia Bassi, Luigi Tabita, Luigi Pisani, Andrea Spina, Antonio Rampino, Alessandro Parise, Mario Scerbo, Marco Manca, Fabrizio Nevola, Antonio Speranza, Rhuna Baduagni. Musiche originali composte da Ennio Morricone.

Lo spettacolo è stato prodotto dal Magna Grecia Teatro Festival assieme al Festival Shakesperiano di Verona.

“Riccardo III è un re crudele e ambizioso che, per la sete di potere e di rivincita, colpisce anche i suoi congiunti. “Riccardo III –rivela Massimo Ranieri, come riportato sulla locandina di presentazione di tutti gli spettacoli del MGTF- è il numero uno dei malvagi”, che riesce a portare a termine i suoi progetti di potere. Fisicamente deforme (è un gobbo, la cui scoliosi è documentata dal recente ritrovamento dello scheletro di Riccardo), rispetta fedelmente il racconto storico, la cui scena è un cilindro che diventa luogo di discussione, prigione, mausoleo, mostrando un Riccardo III uomo dal fascino irresistibile, ma nel contempo travolgente, perché con la violenza ottiene che gli altri assecondino i suoi progetti.

In quasi tre ore di spettacolo, vengono ripercorsi due secoli di storia inglese attraverso il regno di una scissione di sovrani: Riccardo II, Enrico IV, Enrico V, Enrico VI, Riccardo III.

Riccardo, che sa di essere il più intelligente, più forte e più deciso di tutti, alla fine verrà ucciso. E prima di morire (trafitto con la spada in un combattimento copro a corpo con Richmond), pronuncia la fatidica frase: “un cavallo, un cavallo, il mio regno per un cavallo!”, a significare che quel regno conquistato tra odio, tradimento e una sequenza di omicidi, è disposto a darlo via in cambio di un cavallo che lo aiuti a sopravvivere al combattimento. Richmond, dunque, porrà fine al dominio sanguinario di Riccardo III, donando all’Inghilterra nuova speranza.