Con la solenne Celebrazione Eucaristica e, a seguire, la Processione, si è conclusa sabato u.s. presso la Parrocchia di Santa Maria Goretti Vergine e Martire, guidata da don Giuseppe (Pino) Angotti, la festa in onore della santa, definita da Pio XII <>, che, benché dodicenne, respinse con fermezza i tentativi di violenza sessuale di Alessandro Serenelli, di otto anni più grande di lei, fino ad essere uccisa dallo stesso giovane.
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Terzogenita di sette figli, Maria Goretti nacque a Corinaldo (Ancona) il 16 ottobre 1890 da Luigi e Assunta Carlini. I Goretti, poveri ma onesti e religiosi contadini, per sopperire alla crisi economica in cui versavano, decisero di lasciare il loro paese, stabilendosi prima in località Colle Granturco, dove presero un podere, e poi a Ferriere di Conca (c/o Nettuno), avendovi trovato lavoro presso un conte. Il clima malsano dell’Agro Pontino portò via in poco tempo Luigi Goretti, che, colpito da malaria, tifo, meningite e polmonite, morì il 6 giugno 1900, lasciando nella più totale desolazione Assunta, alla quale, prima di spegnersi, consigliò di ritornarsene a Corinaldo. Ma Assunta, temendo di non farcela economicamente, decise di rimanere a Ferriere, a lavorare coi Serenelli. Maria, intanto, cresceva e la sua bellezza, benché dodicenne, non sfuggì agli occhi di Alessandro Serenelli, di otto anni più grande di lei, il quale aveva già il cuore guasto per le cattive compagnie. Per due volte Alessandro fece a Maria proposte insane, da lei, però, rigettate, al punto tale che il giovane arrivò a minacciarla. Irritato dopo l’ultima resistenza di Maria, preparò un punteruolo di 24 centimetri; e da quel momento la vita per Maria divenne un incubo. Lei si raccomandava alla Madonna, stringendo la corona del S. Rosario e dicendo più volte alla mamma di non essere lasciata sola. L’epilogo avvenne nel pomeriggio del 5 luglio 1902. Alessandro, approfittando che Maria era rimasta sola, una volta in camera di lei, aveva cercato di usarle violenza per la terza volta, e per la terza volta da lei era stato respinto. E’a quel punto che lui va su tutte le furie e le vibra il fendente, colpendola in più punti vitali. Il calvario di Maria finirà con la morte alle 15:45 del 6 luglio 1902. Alessandro Serenelli al processo penale fu riconosciuto responsabile del delitto e condannato a 30 anni di reclusione. Uscito dal carcere nel 1929 (col condono di 3 anni della pena), respinto dai familiari e dal mondo, fu assunto, come ortolano, dai Padri Cappuccini di Ascoli Piceno, e poi mandato nella loro casa di riposo a Macerata, dove soggiornò fino alla morte (passando gli ultimi anni in devoto raccoglimento, pregando e avvicinandosi ai Sacramenti con grande fervore), avvenuta il 6 maggio 1970.
Nel triduo solenne della festa conclusasi il 6 luglio a Savutano, la predicazione, durante la S. Messa serale è stata incentrata sulla virtù della fede (‘creduta’, ‘professata’e ‘celebrata’), essendo ancora nell’Anno della Fede, indetto da Benedetto XVI nell’ottobre 2012 (e che si concluderà il 24 novembre 2013). A presiedere la Messa serale del 6 luglio è stato il parroco della Cattedrale, don Isidoro Di Cello. E subito dopo ha avuto inizio la processione con la sacra effige, portata dagli statuari e con ai lati due Carabinieri della locale Stazione guidata dal luogotenente Mimmo Medici; al seguito la banda musicale, diretta dal M° Enzo Minieri e tanti, tanti fedeli.
Di contorno alla festa, è stato predisposto anche un programma civile, con: il ‘Cinema sotto le stelle’; la ‘Caccia al tesoro’per le vie del quartiere; ‘Teatrando’, con la commedia teatrale in vernacolo lametino della Compagnia ‘Padre Giovanni Vercillo’, dal titolo <