La fede degli Apostoli Pietro e Paolo, pronti al dono della vita per annunciare la fede in Gesù Cristo, e la fede dei grandi testimoni del nostro tempo come Benedetto XVI che “con il suo ritiro ci ha dato una grande lezione di fede”, la prova che “nella Chiesa si serve finché si serve poi si cambia servizio come ha fatto lui, che ha scelto una vita di preghiera, un servizio altrettanto prezioso quanto quello di Pontefice”. Indica questi modelli di fede alla Chiesa Lametina, il Vescovo di Verona, Mons. Giuseppe Zenti, che nel giorno della solennità dei SS. Pietro e Paolo, Patroni di Lamezia, ha concelebrato con il Vescovo Mons. Luigi Cantafora e il clero diocesano.
Il pastore della Chiesa di Verona parte dal gesto del Papa Emerito per parlare di fede, una fede capace di trasformare la vita e che nei presbiteri suscita la consapevolezza della loro “identità” e della loro missione: “quando un sacerdote pronuncia le parole “questo è il mio corpo”, “io ti assolvo”, “io battezzo”, ripete il suo credo, deve dire a Dio “io presto la mia voce a te”.
Consapevolezza della propria identità di sacerdoti e del loro “compito insostituibile”, quello di “custodire integralmente la Parola di Dio, annunciarla, formare i fedeli laici ad essere testimoni della fede nei diversi ambienti della loro vita”
L’invito di Mons. Zenti ai sacerdoti è quello di adempiere alla loro missione “con entusiasmo e parresia: entusiasmo che significa vedere tutto con gli occhi di Dio e amare tutti con il cuore di Dio e parresia che è la forza incontenibile di annunciare al mondo Gesù Cristo”.
Il presule indica nei Santi Apostoli Pietro e Paolo un modello di fede per i cristiani di oggi, un monito a fare della propria vita un dono d’amore per Dio e i fratelli: “La fede di Paolo è la fede di chi dice per me il vivere è Cristo”, una fede che è “comunicazione con Dio che entra in noi e ci consegna ciò che Egli è”; Pietro è la “roccia” della fede e sul suo esempio “i presbiteri devono custodire il patrimonio della fede, annunciando la Verità, mettendo da parte le proprie opinioni personali.”
“C’è un'unica Chiesa” – ha detto ancora il Vescovo – “in cui è necessario il Ministero dei presbiteri come quello dei Laici”, per annunciare la fede “che è la mappa della civiltà ad alto livello”.
A rivolgere a Mons. Zenti il saluto della Chiesa lametina, Mons. Tommaso Buccafurni, moderatore della Curia che, ricordando le antiche radici della Chiesa veronese, ha indicato nei Santi Apostoli Pietro e Paolo “un modello di adesione a Cristo senza riserve, di amore a Dio e all’uomo”, un esempio che “ci induce a non rassegnarci ma a confidare sempre con fiducia nell’Amore di Dio”.
“Fedeltà alla Chiesa e unità della Chiesa non sono ragioni di convenienza umana ma rispondono alla volontà di Dio”. Così Mons. Cantafora che a conclusione della celebrazione ha ringraziato Mons. Zenti per la sua presenza a Lamezia in occasione della festa patronale e per “la comunione tra la Chiesa lametina e quella di Verona che, attraverso la Fondazione Toniolo, ci ha aiutato a far progredire la Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa”.
Da Mons.Cantafora, l’invito “ a tenere viva la memoria degli Apostoli mettendo in gioco la nostra vita nell’annuncio del Signore Risorto e dell’amore gratuito di Dio, che è la vera rivoluzione di cui il mondo di oggi ha bisogno”.
Il Vescovo di Lamezia ha donato a Mons.Zenti una Croce pettorale riproduzione della storica Croce di Cortale dell’anno 1000, esposta durante la S. Messa presieduta da Benedetto XVI a Lamezia il 9 ottobre 2011.