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Vita diocesana

Mons. Siluan alla celebrazione ecumenica dei Vespri: “Cristiani di oggi testimoni come gli Apostoli”

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Percorrere la strada della riconciliazione e dell’unità tra tutti i credenti in Cristo di fronte a un mondo in cui molti “non hanno la gioia della Resurrezione di Cristo”. Così il Vescovo Mons. Luigi Cantafora ha salutato il Vescovo della Chiesa Ortodossa Mons. Siluan, presente alla celebrazione ecumenica dei Vespri in Cattedrale, all’antivigilia della Festa dei SS. Pietro e Paolo. La Chiesa di Lamezia si è unita alla preghiera della Chiesa universale per invocare da Dio il dono dell’unità tra tutti coloro che credono in Gesù Cristo, per essere “una cosa sola” come Cristo chiese al Padre, per una testimonianza cristiana credibile in una società che ha bisogno di ritrovare il senso autentico della vita.

“La strada della riconciliazione” – ha detto il Vescovo – “va tracciata in un tessuto di mutua conoscenza, di stima e rispetto reciproco”, affidandosi “all’Amore di Dio che scaccia ogni paura, che ci fa superare i pregiudizi e rende l’unità più vicina”.

Nella sua meditazione, Mons. Siluan ha invitato i fedeli ad attingere alla preziosa eredità dei Santi Apostoli: “noi Cristiani che abbiamo il dono di ascoltare la Parola di Dio e di toccare con le nostre mani il Corpo di Cristo dobbiamo farci testimoni come gli Apostoli che fino al dono del sangue testimoniarono ciò che avevano visto con i loro occhi, udito con le loro orecchie e toccato con le loro mani”.

Il capo della Chiesa Ortodossa Rumena in Italia guarda alla società di oggi come una realtà in cui “soprattutto i giovani hanno perso la coscienza di ciò che è il senso della vita”: da qui l’urgenza di ritrovare lo slancio missionario dei primi apostoli, a cominciare dalla famiglie in cui “già da bambini bisognerebbe educare alla santità”.

Il presule ha parlato dei matrimoni che si sciolgono dopo pochi anni, di una generale precarietà esistenziale del mondo di oggi dovuta al fatto che “quell’intuizione dell’eternità che abbiamo da piccoli non viene nutrita con il Vangelo”.

Ritrovare quello spirito missionario dei primi apostoli – ha ricordato Mons. Siluan – “che vivevano in un mondo per volti versi più pagano del nostro”, e di fronte a questa realtà “non si ponevano in un atteggiamento di contrapposizione ma di dialogo, come San Paolo che di fronte agli Ateniesi lodò la loro pietà e rivelo che il Dio sconosciuto che loro veneravano era il Dio rivelato da Gesù Cristo”:

Il pastore della Chiesa Orientale indica in Gesù “la sola Luce in un mondo che ha perso il senso e la direzione” e sollecita i Cristiani ad essere “convinti testimoni come i tifosi delle squadro di calcio”, consapevoli però che “non stiamo sostenendo una squadra ma Gesù Cristo che ha donato il sangue per noi”.

La celebrazione si è conclusa con il dono dell’immagine della Madonna di Visora a Mons. Siluan e il canto solenne dell’“Akathistos”, uno degli inni più antichi e solenni con cui la Chiesa Orientale canta le “grandi cose” operate da Dio nella Vergine Maria.