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Cultura e Società

Premio “S Francesco di Paola si racconta…” consegnato a don Giacomo Panizza

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Consegnato a Don Giacomo Panizza, fondatore e presidente della “Comunità Progetto Sud”, il “Premio “San Francesco di Paola si racconta…”, giunto quest’anno alla sua 6a edizione, consistente in una copia del quadro di Mattia Preti -raffigurante l’immagine di San Francesco di Paola che attraversa lo Stretto di Messina-, concessa gentilmente dal Museo Civico di Taverna, nella persona del Direttore Prof. Giuseppe Valentino. Nelle 5 edizioni precedenti, il Premio è stato assegnato: alla Dott.ssa Amalia Bruni. scienziato del centro neurogentico di Lamezia Terme; a S. E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini, Vescovo di Locri – Gerace; al Reparto Aeronavale della Guardia di Finanza di Vibo Valentia Marina, nella persona del comandante Giovanni Legato; al Dott. Salvatore Murone, Vicario della Procura della Repubblica – DDA di Catanzaro; alla Dott.ssa Gabriella Tomai e al Dott. Giambattista Tona, coniugi, entrambi magistrati (Gabriella, anche presidente nazionale del Terz’Ordine dei Minimi, il ramo laico dell’Ordine fondato da San Francesco di Paola).

La cerimonia di consegna del Premio 2013 a Don Panizza è avvenuta nella mattinata di oggi, domenica 23 giugno, nel corso di una manifestazione organizzata dall’Associazione “Lamezia Freedom Onlus”, presieduta dal Dott. Antonio Mastroianni e svoltasi al termine della Santa Messa delle 11:30, celebrata dallo stesso sacerdote bresciano nella Sala Sintonia dell’, Via Reillo n. 5, in Lamezia Terme.

All’omelia don Giacomo Panizza, parafrasando il Vangelo domenicale quando Gesù domanda ai discepoli <> (Lc 9, 18-24), ha detto: “chiediamoci la gente cosa dice delle cose grandi… o si parla delle cose frivole, di quello che succede in città? Cosa dice la gente che affolla le feste di San Francesco, Sant’Antonio, dei SS. Pietro e Paolo, e tra poco i Santuari di Dipodi e Conflenti? Rischiamo di fare tutto –ha proseguito Don Panizza- e il contrario di tutto”. Il sacerdote bresciano ha voluto significare “cosa dice la gente della grandezza di Dio”, rimarcando che “la vita è voler bene a Dio, a se stessi, agli altri. E’importante avere una visione d’amore in generale”. E le Letture di questa XII Domenica del Tempo Ordinario ci portano a questo: “cercare –ha proseguito nella sua riflessione Panizza- le cose grandi, non le banalità”. Il discorso di Don Giacomo è poi scivolato sul momento che stiamo vivendo: “siamo impananti in una crisi –ha evidenziato Don Panizza-, in mafie che non la smettono di crescere, eccetera eccetera; allora bisogna interrogarsi e andare a cercare i pensieri alti della vita”.

All’offertorio sono stati portati in dono all’altare: il pane, frutto della terra e del lavoro dell’uomo; una lampada accesa, “segno della continua presenza del Signore in mezzo a noi”; un ramoscello d’ulivo, “pianta benedetta del Signore, salda nel terreno, forte alle intemperie, portatrice di frutto e di pace”; dei sandali, “simbolo del cammino che vogliamo intraprendere col Signore, sicuri che sarà Lui a guidarci, e tutto sarà più semplice”; della mani disegnate su un grande foglio, “segno dell’amicizia, della disponibilità e dell’amore che nutriamo per il Signore”; una croce, “segno della fede, dell’amore e della gioia di voler fortificare sempre più il nostro essere cristiani”. La Messa è poi proseguita regolarmente fino alla benedizione finale.

Dopo la benedizione, ha avuto inizio la cerimonia di consegna del Premio “San Francesco di Paola si racconta…”, introdotta dal presidente del sodalizio organizzatore, Dott. Antonio Mastroianni, il quale ha spiegato che “il Premio “viene consegnato annualmente a personalità che si sono distinte per la loro umiltà e carità, operando in vari campi, dalla scienza alla legalità, dalla medicina alla cultura e ad una vita dedicata interamente al prossimo; tutti aspetti che hanno caratterizzato la vita del grande Taumaturgo calabrese San Francesco di Paola. E l’idea, nasce appunto –ancora Mastroianni- dal desiderio profondo di far conoscere questo Umile Santo attraverso un operare nel segno delle regole dettate da San Francesco: umiltà, fede e carità. La penitenza che San Francesco di Paola vive e propone è conversione di vita”. Quindi, facendo riferimento a Don Giacomo Panizza, Mastroianni ha evidenziato che nel Progetto del sacerdote bresciano c’è “il voler costruire una Chiesa a dimensione d’uomo, una immensa Chiesa nei cuori degli , dei disabili. Don Giacomo –ha proseguito Mastroianni- ha vissuto nel tempo una strada tracciata da Dio, ha raccolto i suoi frutti e li ha dati ai piccoli, agli , facendo capire il grande amore verso gli altri, verso chi è ammalato, verso i disabili”. Il presidente di , dopo aver raccontato il miracolo di San Francesco di Paola nell’attraversamento dello Stretto di Messina a bordo del suo Mantello, dopo che un barcaiolo si era rifiutato di traghettarlo, ha evidenziato che “Don Giacomo Panizza, come il Santo Paolano, ha sempre confidato nella Provvidenza…, affinché le mani di Don Giacomo diventassero le nostre mani”, per concludere con il Messaggio del grande Santo dell’umiltà: << A chi ama Dio, tutto è possibile>>.

A seguire, il momento della consegna del Premio “San Francesco di Paola si racconta…” a Don Giacomo Panizza, con la seguente motivazione, letta dalla segretaria dell’Associazione Concetta Cerra: “a Don Giacomo Panizza… per non essersi fermato sulla riva, proprio come San Francesco e per il grande amore dimostrato nel credere che nell’attraversare il mare Dio non lo avrebbe mai abbandonato. Grazie Don Giacomo per la forza, il coraggio, la fermezza e la libertà testimoniate nell’andare contro corrente, dimostrando al mondo intero che ”.

Don Giacomo Panizza, dopo aver ringraziato gli organizzatori e il sindaco di Lamezia Gianni Speranza, presente alla cerimonia, ha rimarcato quanto detto lo scorso anno a Paola, su invito dei Padri Minimi, all’arrivo del Sacro Mantello di San Francesco: “lì ho parlato per mezzora –ha ricordato don Giacomo- di questa nostra Calabria, da traghettare sempre verso gli orizzonti del bene; io faccio parte di un gruppo che aiuta gli altri, i disabili. E la vita è voler bene a Dio, a se stessi, agli altri”. Panizza, tra l’altro, ha fatto riferimento ai migranti, a “quelli che vengono da fuori e arrivano già con la cultura di lavorare e portare soldi ai familiari”, collegando il discorso alle iniziative programmate al Parco di Lamezia Terme nella giornata odierna, dedicata ai migranti, richiedenti asilo e rifugiati. E riprendendo la sua omelia sulle “mafie che non la smettono di crescere”, Don Giacomo Panizza ha concluso parlando positivamente di , il Festival dei libri sulle mafie, giunto alla terza edizione, in svolgimento a Lamezia Terme, dal 19 giugno e fino alle ore 24 di oggi.