Per sei ore venerdě 14 giugno una marea umana ha accompagnato la statua del santo, portata a spalla –come sempre- per l’intero tragitto dagli statuari del santo di Padova, coordinati da Franco Caruso. E con la processione della sacra effigie di S. Antonio (risalente al 1685, il simulacro del santo č stato realizzato a Napoli su commissione dell’allora parroco del convento nicastrese), preceduta dalla Reliquia del santo, si sono conclusi al Colle di Lamezia i festeggiamenti in onore del “Sacerdote e Dottore della Chiesa”, a cura dei Frati Minori Cappuccini della locale Parrocchia “S. Maria degli Angeli”.
La processione di Sant’Antonio, presieduta dal M.R.P Giovanni Battista Urso, Ministro Provinciale dei FMC di Calabria e animata dal coro parrocchiale sotto il coordinamento di padre Amedeo Gareri, Guardiano del convento dei padri Cappuccini, seguita sin dall’inizio dal sindaco Speranza con la sua giunta e da una fiumana di persone, dopo aver costeggiato la Cattedrale, si č snodata in un primo tratto tutto in salita, quello di via Garibaldi, passando per S. Lucia. In localitŕ Calěa, nei pressi dell’antica chiesetta di San Nicola, la statua –sempre con ai lati un nugolo di Forze dell’Ordine e con l’accompagnamento della banda musicale cittadina- č stata incensata. La processione ha poi attraversato corso Nicotera, all’altezza della scuola “M. Perri”, sotto il luccichio della luminarie, e poi via via per un altro tratto in salita, fino al “Vico San Giovanni”, dove la statua č stata incoronata. Da qui per corso Numistrano, dove c’č stato l’inserimento ufficiale delle autoritŕ cittadine, col gonfalone del Comune in testa; mentre, da questo momento la processione č stata presieduta dal vescovo diocesano, mons. Luigi Cantafora, col Rev.mo Capitolo della Cattedrale. Dopo il tratto iniziale di corso Nicotera, ha avuto inizio la salita verso il Santuario, sostando per la tradizionale entrata della sacra effigie nello spiazzo della “Casa di riposo Tamburrelli” e via nel piazzale del Colle, dove la statua si č soffermata per il momento della Benedizione, preceduto dal discorso del Vescovo alla cittŕ. Il presule ha tracciato un breve excursus sulla vita di S. Antonio, evidenziando che Egli č stato definito, tra gli altri titoli, “difensore dei diritti umani. S. Antonio ha fatto la sua parte al suo tempo; ora tocca a noi fare la nostra. Tutti siamo coinvolti nella difesa e promozione dei diritti umani”. Il presule ha poi proseguito la sua riflessione evidenziando che “non ha senso parlare di diritti umani se si mette in pericolo la stessa persona”. A tal proposito mons. Cantafora ha voluto ricordare che “il Movimento per la Vita si č fatto promotore di una proposta di legge del diritto alla vita fin dal suo concepimento, con una raccolta firme in tutta Europa; e ritengo giusto approfittare di questa festa per il diritto alla vita”. Il presule, poi, richiamandosi a Papa Francesco che esorta a non dimenticarsi delle persone povere, mettendo al centro i propri interessi, ha cosě concluso: “basta con lo spreco; bisogna aprirsi alla solidarietŕ”. Dopo la benedizione, un tripudio di fuochi d’artificio di mille colori. Poi, il rientro nel sacro tempio e il posizionamento della statua sotto l’altare del santo, per il rito del saluto da parte dei fedeli. Sono le 23, quando i fedeli man mano vanno via, contenti di un altro anno vissuto accanto al Santo di Padova, al quale ci si affida, certi che non ci abbandonerŕ… mai!
L’ultimo appuntamento da segnalare č per giovedě 20 giugno, nell’Ottava di S. Antonio, quando si svolgerŕ la