Con la processione della venerata statua di Santa Rita per le vie della parrocchia Santa Maria Maggiore di Lamezia est, si sono concluse le celebrazioni (precedute da un novenario) in onore di Santa Rita da Cascia, monaca agostiniana, nata a Roccaporena (in prov. di Perugia) nel 1381 e morta a Cascia nel 1457. Beatificata l’11 ottobre 1627 da papa Urbano VIII e santificata il 24 maggio 1900 da Leone XIII, è chiamata “la santa degli impossibili”, in quanto realizzando per i più bisognosi miracoli imprevedibili, detti “impossibili”, si è conquistata la sua popolare fama taumaturgica. Tra i segni soprannaturali che i credenti attribuiscono a Rita da Cascia, vi è una spina dalla corona di Cristo, ricevuta sulla sua fronte di Venerdì Santo.
Al rientro della processione, seguita da tanta gente e presieduta dal parroco della comunità don Leonardo Diaco (con lui, anche don Antonio Costantino e il diacono permanente Gian Maria Cataldi), i portantini hanno sistemato la statua (accompagnata dalle note della banda musicale cittadina) sulla gradinata della chiesa parrocchiale, dove c’è stata la Santa Messa, animata dal coro parrocchiale, al termine della quale ha avuto luogo la tradizionale benedizione delle rose (in mattinata, erano stati i bambini e i docenti dell’I.C. “Manzoni-Augruso” ad animare la Liturgia Eucaristica con l’ausilio del flauto dolce).
Alla fine ognuno, dopo aver rivolto una preghiera alla santa, il cui simulacro è stato riposizionato nel sacro tempio, è ritornato nella propria casa, consapevole del cercare di mettere in pratica le parole che don Leonardo Diaco ha riportato nell’introduzione al programma della festa, tratte dall’omelia di Papa Francesco, pronunciata il 4 maggio 2013 a Santa Maria Maggiore in Roma: “… Non abbiamo paura degli impegni definitivi, degli impegni che coinvolgono e interessano tutta la vita! In questo modo la vita sarà feconda! E questo è libertà: avere il coraggio di prendere queste decisioni con grandezza”.