Omelia per la Messa in Resurrectione Domini - Cattedrale 31 marzo 2013 1.Carissimi fratelli e sorelle, «Surrexit Christus spes mea». Cristo mia speranza è risorto! Il nostro annuncio oggi è questo: ecco la Pasqua! «Gesù Cristo è ora la nostra Pasqua, Lui il nostro Liberatore dalla schiavitù del peccato e dal fatale destino della morte eterna, Lui la nostra speranza, Lui il nostro gaudio». (Paolo VI, 6 aprile 1969). Si oh carissimi, con le parole del Santo Padre Paolo VI: «Siate lieti, siate felici di questa fede, di questa fortuna! Di questo inno pasquale alla vita che non muore e risorge! Alla vita che è illuminata da speranza nuova».
2.La morte non l’ha avuta vinta su Cristo in quanto «non fu abbandonato agli inferi, né la sua carne vide la corruzione» (At 2,31). è Dio stesso che introduce Gesù morto e sepolto nella vita nuova. è una vita immortale. E poiché solo Dio vive una vita immortale, l’umanità di Gesù viene resa partecipe della stessa vita di Dio. La risurrezione di Gesù è l’inizio dell’azione con cui Dio, il Padre, introduce definitivamente, una volta per sempre, questo nostro mondo di uomini nella sua beata e vivente eternità.
Per questo motivo la Pasqua è la festa della vita nuova: vita nuova di Cristo, vita nuova del cristiano. Alla luce della Pasqua possiamo effettivamente dire che la vita cristiana è veramente una vita nuova!
3.In cosa consiste la vita nuova?
La Settimana Santa e la Pasqua sono considerate come una bella e suggestiva tradizione, una data molto importante del calendario. Per noi la Pasqua è una ricorrenza annuale osservata fin dall’infanzia. Abbiamo ammirato la bellezza straordinaria delle liturgie, il fasto dei canti e dei riti.
Si gusta il ritrovarsi in famiglia con parenti e amici. Poi, una volta che tutto questo è finito, riprendiamo la nostra vita normale.Ma siamo coscienti che da quando Cristo è morto ed è risorto, la “vita normale” è giunta al suo termine? Con la Pasqua una vita normale non ha più senso! No! La vita dei cristiani non è più una vita normale! è una vita pasquale! è la vita nuova!
4.Credere alla Resurrezione di Cristo vuol dire credere a qualcosa di assolutamente nuovo, forse anche incredibile, ma che è l’unica novità capace di scardinare l’evidenza più inconfondibile della vita umana, quella che tutti dobbiamo morire! «O morte, io sono la tua morte!» canta la Chiesa nella Veglia Pasquale! E la Resurrezione non è qualcosa di normale, di scontato! La Resurrezione è qualcosa di assolutamente nuovo! Il vangelo di oggi conferma la nostra grande speranza: siamo destinati alla vita eterna! «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? » (Lc 24,2)
L’esplosione di gioia che erompe da tutta la liturgia pasquale deriva dall’annuncio della nostra resurrezione nel nostro vero corpo. è questo il destino che ci ha meritato il crocifisso Risorto. «O uomini… che paura avevate di morire? Ecco, muoio io; ecco, patisco io; ecco, quel che temevate non temetelo più, perché io vi faccio vedere quel che dovete sperare» (Agostino, Sermo229/H, 1.3).
Ormai niente più, neanche il rumore sordo della morte che accompagna quotidianamente la nostra esistenza, può farci schiavi. Il Signore ci ha liberati! Siamo stati acquistati a caro prezzo: il sangue dell’Agnello immolato, dell’Autore della vita. Per questo Paolo ci esorta a celebrare «la festa non con il lievito vecchio, ma con azzimi di sincerità e di verità» (1Cor 5,8). E di sincerità e verità abbiamo soprattutto bisogno per rigenerare il tessuto delle nostre comunità, spesso cresciuto con lievito di malizia e perversità.
5. Già per il Santo Natale 2012 avevo chiesto uno sforzo sinergico in vista del bene comune come traguardo efficace per un vero sviluppo.
Ora, alla luce gioiosa della Pasqua, vorrei ricordare che non può esserci nessun reale impegno per il bene comune e la giustizia sociale, senza l’asse della fraternità e della condivisione.
è preoccupante il venire avanti di un modello di società che tende a eliminare le relazioni fondamentali a vantaggio di relazioni sempre più consumistiche e strumentali.
Il cristianesimo come fenomeno storico è entrato nel mondo proprio facendo esplodere la novità della comunità: la novità del dialogo e della relazione, dimenticando l’interesse individualista ad oltranza.
Questa è stata l’onda d’urto che ha rivoluzionato la storia dell’umanità.
6.Gesù stesso ha dato un’interpretazione della “rivoluzione” cristiana: «Da come vi amerete, vi riconosceranno» (Gv 13,35).
La Pasqua non ci permette di rinchiuderci nel nostro privato, nel nostro gruppo, nella nostra città, nella nostra nazione.
Ci chiede di occuparci del bene comune; ci chiede di prenderci cura delle sorti dell’uomo e dei luoghi dove si decidono le sorti dell’uomo; ci chiede di occuparci, con spirito di gratuità, della sfera pubblica.
Il prossimo 11 maggio la nostra Diocesi potrà ospitare la Giornata Preparatoria delle Settimane Sociali che si terranno a Torino.
Si tratta di un evento dalla portata nazionale che si innesta nel vivo cammino di testimonianza e di impegno nella società, che come comunità cristiana, stiamo portando avanti.
7. La novità della Pasqua fa sentire tutta la sua forza attraverso questi segni concreti di testimonianza e di impegno.
Solo la Pasqua ci fa comprendere che non solo siamo figli di Dio, ma anche fratelli.
E noi abbiamo bisogno di far rinascere la gratuità e la fraternità a Lamezia Terme.
La nostra comunità non crescerà se prevarrà lo spirito di malizia e di perversione all’interno delle relazioni tra noi cristiani.
Abbandoniamo il lievito vecchio della malizia che non fa crescere e fermentare la pasta della nostra città.
Essa farà un vero salto se ci troverà uniti insieme. Lamezia crescerà solo insieme!
Abbandoniamo la nostra vita normale per la vita nuova, la vita pasquale, la cui speranza è Cristo!
Allora sperimenteremo che «il Cristianesimo non è facile, ma è felice», come diceva Paolo VI.
Il Signore Risorto ci conceda la grazia di vivere una vita pasquale e «tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che è invecchiato si rinnova, e tutto ritorna alla sua integrità, per mezzo del Cristo, che è principio di tutte le cose» (Orazione nella Veglia Pasquale, Messale Romano).
Alleluia!