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La parola del Vescovo

Cristo nostra Pasqua è stato immolato

Rosario Dara · 11 anni fa

Omelia di S.E. mons. Luigi A. Cantafora alla Veglia Pasquale Carissimi, Cristo nostra Pasqua è stato immolato! 1. «Questa è la notte in cui Cristo, ha distrutto la morte e dagli inferi risorge vittorioso. O mirabile condiscendenza della tua grazia o inestimabile tenerezza del tuo amore», abbiamo cantato nel preconio. Carissimi figli, in questa santa notte noi abbiamo attraversato le tenebre con il Signore Gesù. Abbiamo atteso nel silenzio del Sabato Santo la sua discesa agli inferi per recuperare Adamo e, con lui, ogni uomo perduto, ma in attesa di salvezza.

Stiamo attraversando questa notte che è già piena di luce. Il cero pasquale acceso con il fuoco nuovo ha rischiarato la nostra oscurità.

Quanto è grande il mistero di questa notte.

La liturgia solenne di questa Veglia ci ha aiutato ad attraversare insieme a Cristo le notti della salvezza. Le ricordiamo brevemente.

La prima notte è la notte della Creazione: Dio si manifesta creando il mondo.

«Il mondo era deserto e vuoto e le tenebre ricoprivano l’abisso. La parola di Dio fu la luce e questa notte cominciò a brillare».

Ma la Scrittura ci ha fatto entrare in una seconda notte quella di Abramo chiamato ad offrire in olocausto il figlio Isacco.

Questa è la notte della fede, quando le richieste di Dio sono per noi oscure e incomprensibili come quella del Signore ad Abramo.

Sembra che Dio si contraddica: promette e dà un figlio, ma ora lo vuole in sacrificio!

La terza notte è quella dell’Esodo. Dio apre le acque del Mar Rosso e vi getta cavallo e cavaliere, forze dell’Egitto e libera il suo popolo, perché «Israele è suo figlio, il suo primogenito».

è la notte della schiavitù, dell’oppressione e delle catene. Dio si rivela come colonna di luce e di fuoco.

Dio si rivela come il liberatore. «Mia forza e mio canto è il Signore, è Lui il mio liberatore»

Infine la quarta notte, l’ultima notte, la vera notte dei tempi.

è la notte che ha visto il Signore Risorto ed è la notte di chi attende il ritorno vittorioso di Cristo.

Ma questa quarta notte è anche la notte del peccato, la notte dell’esilio, la notte della lontananza.

Israele è segnato dall’infedeltà all’Alleanza ricevuta.

Il popolo che Dio ha trattato come figlio e primogenito, ha reso impuro con la sua condotta la terra che abitava; per questo si è condannato all’esilio.

Alla luce ha preferito l’oscurità delle tenebre.

Fratelli carissimi, sono anche nostre queste notti! Sono anche per noi queste, le tenebre che ci abitano il cuore!

Ma anche questa quarta notte non è destinata a durare! Dio si rivela come luce che dissipa le tenebre del peccato.

Nel Signore Risorto, ecco il Dio che salva e perdona.

Ecco Colui che vince la schiavitù del peccato e annienta la notte che tutti spaventa, la notte della morte.

2. Si ho carissimi fratelli, noi ci troviamo in questa notte della lontananza da Dio. Siamo forse ingrovigliati dalle catene del peccato, attanagliati dalla paura della morte.

Ma in questa notte, così tremenda e oscura, con la liturgia del cero abbiamo visto avanzare il Signore, come un prode valoroso.

Egli rischiara le nostre tenebre, le nostre ombre, è come il sole che, uscendo dalla stanza nuziale, percorre la sua via e raggiunge il cielo da un estremo all’altro (cfr. salmo 19).

Dalla notte di Natale alla notte di Pasqua si consuma così il mistero della nostra salvezza. è una notte sponsale.

Dio sposa la nostra umanità ferita, piagata, delusa, arida e stanca e, unendosi a noi, amandoci, ci rinnova, ci fa rinascere per sempre, perché eterno è il suo amore per noi!

Nella notte dell’Incarnazione, Dio si fa bambino e viene fasciato. Nella notte della Resurrezione il corpo glorioso del Risorto si riveste di una tunica di luce, perché Lui è la luce del mondo che ha vinto ogni tenebra!Nel sepolcro non c’è nessun corpo, non c’è più l’olezzo della morte, ma il profumo della vita che irrompe perché ha attraversato la valle della morte e tutto investe e inonda col fulgore della sua forza vitale.

Quelle fasce del neonato diventano le bende che ora giacciono al suolo perché non possono più contenere l’Autore della vita.

3. Se ci pensiamo bene tutta la Settimana Santa è incentrata intorno al corpo di Gesù: Maria di Betania che unge i piedi del maestro; poi nell’ultima cena il Maestro che offre il suo corpo e il suo sangue per noi; poi il corpo torturato, inchiodato sulla croce e ucciso il venerdì santo, il corpo assente nel sepolcro vuoto, fino al corpo luminoso del Risorto.

La resurrezione è la buona notizia che riguarda il nostro corpo!

è il corpo che risuscita, perché l’anima è già immortale!

Quale buona notizia per noi! Il nostro corpo la nostra storia, tutta la vita è destinata a vivere l’unione profonda col suo Creatore e Signore «Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo?» (1 Cor 6,19), dice Paolo. Noi crediamo nella resurrezione dei corpi.

Il nostro corpo non è destinato alla decomposizione ma, nell’ultimo giorno, parteciperà alla resurrezione di tutti coloro che hanno creduto in Gesù e atteso la sua salvezza.

4. Per questo in questa notte noi siamo stati illuminati e guidati dalla Parola di Dio.

Abbiamo ascoltato tutte le tappe della storia della nostra salvezza, ci siamo lasciati avvolgere non da bende di morte, ma dal soffio dello Spirito, dalla vita del Risorto, da Parole di vita eterna.

Non dimentichiamo, carissimi fratelli, che ogni notte può essere illuminata dalla luce della Parola di Dio. Cercatela, ascoltatela, lasciatevi interpellare da essa.

«Cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino», ci ha ricordato il profeta Isaia!

Il Signore risorto ha vinto la morte e ci ha aperto così le strade della vita. Accogliamo questo immenso amore per noi!

è questa la nostra Pasqua! Auguri!