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Vita diocesana

Celebrata in Cattedrale la Veglia Pasquale.

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Il Vescovo: “ogni notte è illuminata dalla Luce di Cristo” “Cristo Luce del mondo”. Nella Cattedrale di Lamezia Terme sono risuonate le parole con cui si apre la celebrazione della Veglia Pasquale, la “madre di tutte le veglie”, quella “notte beata” che ha aperto all’umanità un orizzonte nuovo di vita e di speranza. “Cristo è risorto”. L’annuncio di Pasqua porta con sé la novità perenne del Vangelo, la Buona Notizia dell’Amore di Dio che sconfigge le tenebre del peccato, della solitudine, dell’indifferenza e ci introduce in una vita nuova, illuminata dalla luce del Signore Risorto.

La luce, il canto, la Parola, l’acqua, l’Eucaristia: i segni della liturgia pasquale suscitano nei credenti la consapevolezza che la Pasqua di Cristo non è una semplice ricorrenza annuale, ma è l’evento cardine della salvezza, un fatto che sconvolge la vita di ogni uomo perché lo strappa dalle tenebre per farlo camminare in una “vita nuova”, in una vita dove la morte è stata sconfitta per sempre.

“La potenza di Dio interviene sempre nelle notti della salvezza”, ha detto il Vescovo Mons. Luigi Cantafora: “nella creazione, quando tutto era buio fu la Parola di Dio a portare la luce; quando Abramo fu chiamato a sacrificare il figlio Isacco, nella notte della fede in cui le richieste di Dio ci sembrano incomprensibili; nella notte dell’Esodo, la schiavitù del popolo d’Istraele in cui Dio si manifesta come liberatore”.

La notte è la realtà del peccato, della lontananza da Dio ma anche questa notte – ha proseguito Il Vescovo – “è destinata a durare poco: Cristo risorto dissipa le nostre tenebre e annienta la notte che tutti spaventa, quella della morte”. Il presule parla di una “notte nuziale”, perché “Dio sposa la nostra umanità ferita e, amandola, la rinnova”.

La Pasqua di Cristo fa giungere a tutti la Buona Notizia che “il nostro corpo, tutta la nostra vita è destinata a un’unone profonda con il Signore e il nostro corpo nell’ultimo giorno parteciperà alla Sua Resurrezione”. Ogni notte – ha concluso il Vescovo – “può essere illuminata dalla luce della Parola di Dio: cercatela, lasciatevi interpellare da Essa”

Il Vescovo ha asperso i fedeli con l’acqua del fonte battesimale, un rito che ravviva il ricordo del Battesimo ed è un monito costante a intraprendere anche noi, come Istraele, quel “passaggio” dalla schiavitù alla libertà, da una vita segnata dall’indifferenza e dalla chiusura del cuore a una vita rinnovata dalla fede e dall’amore. Una vita che si rinnova ogni giorno nella luce del Cristo Risorto.