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La parola del Vescovo

I testi della Via Crucis del Venerdì Santo

Rosario Dara · 12 anni fa

Dedicate soprattutto ai giovani e all'educazione le riflessioni della Via Crucis VIA CRUCIS ET GLORIAE - Venerdì Santo, Passione e Morte del Signore 1^ STAZIONE: GESU’VIENE CONDANNATO A MORTE Dal Vangelo secondo Luca “In quel tempo Pilato voleva liberare Gesù. Perciò lo disse ai presenti. Ma essi gridavano: “In croce! in croce!...” Le loro grida diventavano sempre più forti. Alla fine Pilato decise di fare come volevano. Avevano chiesto la liberazione di Barabba, quello che era stato messa in prigione per sommossa e omicidio, e Pilato lo liberò. Invece consegnò Gesù alla folla perché ne facessero quella che volevano”. (Lc. 23,20-21. 23-25)

GIOVANI RESPONSABILI DEL BENE COMUNE

Nell’ultimo esame di Stato il tema della prima prova ha avuto, tra le varie tracce, un’analisi del concetto di bene comune. Ma tanta è stata la confusione… Cosa c’entra con Pilato il bene comune? E perché è importante il bene comune per i giovani? Carissimi giovani, per la Chiesa, per noi, voi stessi fate parte del “bene comune” che il Signore ci ha affidato, da custodire, da educare nel saper riconoscere e distinguere il bene reale dal bene apparente che scivola prima o poi verso il male. Da accompagnare e sostenere nel fare le scelte giuste, quelle che fondano la vostra giovane vita. Da incoraggiare nell’avere “un cuore docile”, così come ha suggerito Benedetto XVI. I giovani sono i primi testimoni del bene comune tra gli amici, a scuola, al lavoro… ogni volta che si lasciano affascinare dai “Valori” autentici, appresi in famiglia, dal sapore evangelico, che colmano di senso l’esistenza. Coraggio, sappiate essere tra questi giovani…Noi, con voi, desideriamo assumerci questa responsabilità e mai più lavarcene le mani.

Di fronte alla fatidica domanda: “Gesù o Barabba?”… Non ci schieriamo con Pilato ne con il popolo insensato, ma accanto a Te, Signore Gesù, unico Bene Comune all’intera umanità!

Canone: Donaci Signore un cuore nuovo, poni in noi Signore uno Spirito nuovo.

2^ STAZIONE: GESU’VIENE CARICATO DELLA CROCE

Dal Vangelo secondo Matteo

“Pilato fece portare dell’acqua, si lavò le mani davanti alla folla e disse: “lo non sono responsabile della morte di quest’uomo”... Tutta la gente rispose: “Il suo sangue ricadrà su noi e sui nostri figli”. Allora Pilato fece flagellare Gesù e poi lo consegnò ai soldati per farlo crocifiggere”.

(Mt. 27,24-26)

UNA NUOVA GENERAZIONE DI GIOVANI CATTOLICI

Cosa farebbe oggi un giovane al posto di Pilato? Qualcuno dice che i giovani del nostro tempo sembrano restii a fare delle scelte. In apparenza appaiono indifferenti e distratti, ma nel loro cuore c’è un forte appello alla giustizia e alla responsabilità, un appello che sembra non arrivi ai decisori pubblici e che scoraggia l’impegno personale. Ed ecco che allora, oggi tanti giovani preferiscono il volontariato alla politica, abitati dal desiderio di donarsi agli altri in modo autentico e disinteressato. Eppure spesso non basta! Occorre una nuova generazione di politici cattolici che sappia impegnarsi per gli altri con scelte cristiane: siate voi la generazione che “i tempi” attendono con intrepida ansia, siate costruttori di una nuova evangelizzazione del sociale, sulla base di un nuovo pensiero e di una nuova progettualità… intrisa di verità, impregnata di carità. Fondate nuove relazioni e nuovi modi di comunicare, in voi risiede la possibile realizzazione del sogno di una credibile comunione tra mondo politico, civile ed ecclesiale.

Ecco Signore il nostro cuore, il carico della responsabilità che tu ci affidi è il segno della tu fiducia in noi, della nostra in Te!

Canone: Bonum est confidere in Dominino, bonum sperare in Domino.

3^ STAZIONE: GESU’CADE LA PRIMA VOLTA

Dal Vangelo secondo Matteo

“I soldati portarono Gesù nel cortile del palazzo del governatore e chiamarono il resto della truppa. Gli misero addosso una veste rossa, prepararono una corona di spine e gliela misero sul capo... Con un bastone gli davano colpi in testa, gli sputavano addosso e si mettevano in ginocchio per schernirlo... poi lo portarono fuori per crocifiggerlo”. (Mt. 27,27-31)

? IL BULLISMO COME INGIUSTA RIVALSA SUL PIU’DEBOLE

La violenza (psicologica e fisica) dei giovani sui giovani è una piaga sociale. Il bullismo rappresenta un dramma sia per le indifese vittime che per gli inconsapevoli carnefici. Quante volte nelle scuole, nei parchi, sui campi di calcio, si consumano vicende di disumanità sconsiderata che mettono in rilievo un rancore sociale profondo, una illegittima voglia di rivalsa per le ferite subite in situazioni famigliari difficili, laddove le relazioni sono inquinate e instabili. Chi è vittima di bullismo è deriso, vessato, spesso malmenato. Non esiste una colpa, se non la "colpa" di essere più debole…, in qual modo non rispondente ai canoni del "più forte" imposto dalla società consumistica. Perché cadere col fare finta di niente? Almeno 1 terzo dei giovani italiani ha assistito ad un episodio di bullismo. Non si può cedere all’omertà… tutti ci sentiamo responsabili!

Con il tuo estremo sacrificio Gesù ci testimoni la forza della pace e dell’affidamento a Dio; il tuo abbandono nel Padre riaccende in noi la fede nel suo grande Amore misericordioso.

Canone: misericordiam Domini in aeternum cantabo.

4^ STAZIONE: GESU’INCONTRA LA SUA MADRE

Dal Vangelo secondo Giovanni

“Presso la croce di Gesù stava sua madre la sorella di sua madre, Maria moglie di Cleofa e Maria di Magdala. Vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, Gesù disse alla madre: “Donna, ecco tuo figlio” e al discepolo “Ecco tua Madre”. Da quel momento il discepolo l’accolse in casa sua .

(Gv. 19,25-27)

FAMIGLIA E GIOVANI: DALLA PROTEZIONE AL SERVIZIO

Oggi le famiglie italiane sono l’ultima protezione rimasta per i nostri giovani. Ma questa protezione si sta dimostrando eccessiva. Siamo il paese occidentale più protettivo che “difendono” i figli dalla vita, tutelandoli in casa fino all’età adulta. è’tempo di dare fiducia, di trasformare i caldi nidi domestici in cuori pulsanti pronti a slanciarsi verso grandi ideali umani e spirituali, decisi ad essere uomini e donne che sanno “uscire per donarsi”, che sanno spendersi per ciò in cui credono. La famiglia è la prima scuola del bene comune. La parola famiglia deriva da “famulus” che vuol dire servitore. Nella famiglia si impara la gioia del servizio per gli altri, della condivisione, dell’ascolto e della preghiera. Nella famiglia si è solidali e sussidiari, ciascuno nel suo ruolo… è’tempo pertanto che la famiglia passi da fonte di tutela e di protezione, a palestra di reciproco servizio.

Maria, Madre sua e nostra afferra con la tua forza materna le nostre esistenze “solitarie” e stringile nell’abbraccio della comunione umana-divina.

Ritornello: Ave Maria, Ave… Ave Maria, Ave Maria

5^ STAZIONE : GESU’VIENE AIUTATO DAL CIRENEO

Dal Vangelo secondo Luca

“Lungo la strada, fermarono un certo Simone, nativo di Cirene, che tornava dai campi. Gli caricarono sulle spalle la croce e lo costrinsero a portarla dietro a Gesù”. (Lc. 23,26)

? LA SOLIDARIETA’E LA SCELTA DEL BENE

Come riporta l’enciclopedia on-line Wikipedia: “Nell'uso comune, proprio a partire dall'episodio biblico, con il termine "Cireneo" si indica una persona che si accolla il peso di eseguire un compito che spetterebbe a qualcun altro”. La società di oggi educa spesso all’individualismo e si regge sull’illusione che “farsi i fatti propri” sia il miglior modo per sopravvivere, specialmente in un periodo di crisi e precarietà. “Accollarsi” i problemi altrui, è vista come una cosa negativa, una scocciatura nei casi più lievi, un pericolo nei casi più gravi. Ci sono tanti “Cirenei” anche oggi, ma ne sentiamo parlare poco. Pochi anni fa si è spento Giorgio Perlasca, che con il suo coraggio riuscì a salvare migliaia e migliaia di Ebrei a Budapest, in un’Ungheria invasa dai nazisti. Quando, in una delle sue ultime interviste, gli è stato chiesto cosa lo ha spinto a mettersi così tanto in pericolo per salvare delle vite, Perlasca ha risposto: “Banalmente, non sopportavo che quelle persone soffrissero”. Oggi la “banalità del bene” diventa pericolosa “serietà del buonismo”, che fa scambiare la solidarietà in altruismo e semplice filantropia. Il Cireneo (così come Perlasca) sono per questo dei grandi esempi per i più giovani, modelli che aiutano a distruggere gli idoli per aprirsi alla scelta cristiana della fede, che è scelta del Bene.

La croce riserva l’occasione per aprirci al bene comune ed il Cireneo è un esempio per noi giovani che, con cuore docile, desideriamo porci al servizio di ciò che è Vero, Bello, Buono.

Canone: Ubi caritas et amore, ubi caritas Deus ibi est

6^ STAZIONE: GESU’E’SOCCORSO DALLA VERONICA

Dal Vangelo secondo Matteo

“In quel tempo Gesù disse: “Tutti quelli che dichiareranno pubblicamente di essere miei discepoli, anch’io dichiarerò che sono miei, davanti al Padre mio che è in cielo”. (Mt. 10,32)

? VERONICA E IL CORAGGIO DI NON TEMERE GESU’

Molti nostri fratelli giovani si sono allontanati dalla fede o lo stanno facendo perché la vedono come un obbligo… una serie di precetti da eseguire con un’esigenza rigida. La fede in Cristo Gesù, la relazione con lui è stata spesso trasmessa con regole vuote e spersonalizzanti che quasi ci dicevano che “Gesù rimaneva deluso di noi”. La conseguenza è che molti giovani, cresciuti con questa idea, temono Gesù e rifiutano di ascoltare la sua proposta, che sembra quasi punitiva. Prevale la sensazione che non ci sarà mai la possibilità di essere perdonati, di incontrarlo, di parlare con lui. Invece la Veronica ci mostra che Cristo non potrà mai essere uno da temere. Ce lo mostra questa giovane donna, che si avvicina a lui e ne asciuga il volto sudato, sanguinante, che percorre questa via di dolore e di amore per noi, proprio per questi nostri giovani fratelli ancora distanti da lui. Quell’incontro le ha cambiato la vita: Veronica diventerà coraggiosa annunciatrice della bellezza del volto di Cristo, per sempre impressa nella sua stessa vita. “Spalancare le porte del cuore” a lui, potrebbe essere “ora” anche la tua occasione… potresti incrociare il suo amoroso sguardo e trovare in questo slancio la forza che cambia la tua vita!

Abbiamo contemplato un gesto che pone in prima fila nel realizzare il bene.. “in prima fila”, dove desideriamo poter essere anche noi con la forza dell’incontro con Cristo!

Ritornello: Eccomi, eccomi Signore io vengo. Eccomi, eccomi si compia in me la tua volontà.

7^ STAZIONE: GESU’CADE LA SECONDA VOLTA

Dal Vangelo secondo Giovanni

“E’giunta l’ora, Il Figlio dell’uomo sta per essere innalzato. Chi ama la propria vita la perderà. Chi è pronto a perdere la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. (Gv. 12,23-25)

I GIOVANI SONO DISPOSTI AL SACRIFICIO?

Gesù è sfinito, ma comunque pronto a fare la volontà del Padre. La sua non è ostinazione, ma totale affidamento in Dio ed immenso amore per il prossimo, che vuole salvare con il suo drammatico atto di donazione. I gesti di Gesù anticipano ogni altro generoso gesto di amore gratuito, libero. I giovani, ogni volta in cui il loro cuore è motivato da un amore autentico, sanno stupire per questa loro generosità. è Gesù la fonte di questo anelito oblativo, solo Lui è l’unico maestro da cui si può attingere la capacità di sacrificarsi senza temere la sofferenza o i costi… quando è in gioco il vero bene. Oggi tutti parlano di giovani, ma pochi parlano ai giovani. Tutti vogliono proteggerli, ma chi si chiede seriamente da cosa, da Chi è abitato il loro animo? Gesù è lì, nel loro cuore, attraversa con loro la profonda crisi del nostro tempo. Cari giovani, la vostra risposta con lo studio, con il lavoro, con il volontariato ce lo dimostra. Non l’inattività, ma il vostro arduo impegno quotidiano ci testimonia che la forza di Gesù dimora in voi. Sappiate difenderla e spenderla senza riserve, allora lui la moltiplicherà sempre più!

Gesù mostra, col sacrificio, la carità come forza per affrontare i momenti più difficili e rinnovare il mondo verso il bene, un “salto supremo” che libera le sue energie per tutta la società.

Canone: Resta con noi o Signore che già scende la sera, resta con noi o Signore che già scende la sera

8^ STAZIONE: GESU’INCONTRA ALCUNE DONNE PIANGENTI

Dal Vangelo secondo Luca

“Molti erano coloro che seguivano Gesù: una gran folla di popolo e un gruppo di donne che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Gesù si voltò verso di loro e disse: “Donne, non piangete per me. Piangete piuttosto per voi e per i vostri figli... perché se si tratta così il legno verde, che cosa ne sarà di quello secco? (Lc. 23,27-28.31)

L’EDUCAZIONE PER DIFENDERE IL LEGNO VERDE

Oggi molte famiglie piangono per i loro figli. Li osservano e ne vedono tutta la sofferenza, il disagio. Ciononostante, l’opera educativa dei figli è spesso trascurata o poco efficace. è’necessario riscoprirne il senso. Con l'opera educativa, la famiglia forma l'uomo alla pienezza della sua dignità secondo tutte le sue dimensioni: umana, spirituale e sociale. La famiglia, costituisce « una comunità di amore e di solidarietà che è in modo unico adatta ad insegnare e a trasmettere valori culturali, etici, sociali, spirituali e religiosi, essenziali per lo sviluppo e il benessere dei propri membri e della società » (Compendio DSC). A voi è affidata la vocazione di credere nella famiglia e di promuovere il valore della sua necessità essenziale, indissolubile… in cui far crescere l’amore e far circolare la vitalità della ricchezza generazionale, ereditata e trasmessa, fondata sul patrimonio del bene cristiano comune.

Il “legno verde” sono la speranza delle nuove generazioni che renderanno migliore la società, le forze fresche su cui costruire il futuro e orientare il bene comune.

Canone: Laudate omnes gentes, laudate Dominum. Laudate omnes gentes, laudate Dominum.

9^ STAZIONE: GESU’CADE PER LA TERZA VOLTA

Dal Vangelo secondo Matteo

“E Gesù disse loro: “Vegliate e pregate per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole”. Poi tornò a pregare, per la seconda volta dicendo: “Padre mio, se è possibile passi da me questo calice, ma sia fatta la tua volontà, non la mia”. (Mt. 26,41-42)

I GIOVANI, DAL MATERIALISMO ALLO SPIRITO

I giovani vengono oggi spesso chiamati “Generazione I-Pod”. Si è diffusa l’idea che siano materialisti e che basti un telefonino di ultima generazione per soddisfarne il desiderio. Lo spirito è bandito dalla vita di tutti i giorni e nelle discoteche, nei club, ma spesso anche in luoghi più “tranquilli”, quello che si chiama “sballo”, nient’altro che alienazione dei sensi e della relazione, diventa un modo per staccare i giovani dalla spiritualità e dalle domande esistenziali e per svalutare il significato dei corpi. Lo spirito per i giovani non è ancora pronto, ma esiste, e va coltivato. L’esperienza di fede e l'insegnamento della Chiesa esortano a vivere la vita materiale senza separarla dallo spirito. Vanno riscoperti oggi i luoghi in cui i giovani possono divertirsi, ma anche riscoprire il gusto del rispetto reciproco, della preghiera e del semplice desiderio di stare insieme.

Fa che non temiamo Signore di riconoscere la nostra debolezza, ma rafforza il nostro spirito affinché sappia aderire alla tua volontà.

Canone: o povertà fonte di ricchezza, Gesù donaci un cuore povero.

10^ STAZIONE: GESU’VIENE SPOGLIATO DELLE SUE VESTI

Dal Vangelo secondo Giovanni

I soldati presero i vestiti di Gesù e ne fecero quattro parti, una per ciascuno. Poi presero la sua tunica, che era tessuto d’un solo pezzo da cima a fondo e dissero: “Non dividiamola! Tiriamo a sorte per vedere a chi tocca!” (Gv. 19,23-24)

SPOGLIARSI DELL’INDIFFERENZA E RIVESTIRE DI VIRTU’IL FUTURO DEI GIOVANI

Molti giovani si sentono isolati. Spesso in balia di famiglie instabili e di situazioni difficili, si sentono lasciati soli, nudi, esposti agli sguardi e al disprezzo. Esistono oltre 2 milioni di giovani che non studiano, non lavorano, non cercano opportunità (sono chiamati in Europa i NEET, Not in Education, Employment and Training). Voi giovani chiedete attenzione, fiducia, interesse. La Chiesa guarda a voi rivestendosi di pieno rispetto di questi vostri legittimi desideri, si rivolge a voi per ascoltarvi, cercando di intercettare le domande del vostro cuore irrequieto, ma pieno di sincera ricerca di ciò che è vero, bello e buono. Noi sappiamo che lavorare per i giovani significa non spogliarli della fiducia di far lavorare i giovani stessi, affidando loro la responsabilità di costruire il loro futuro, accompagnandoli e sostenendoli nel cammino in cui dovranno spogliarsi dalle vesti dell’indifferenza e della vana arroganza per indossare le vesti della fede, della speranza e della carità.

Donaci Signore di essere costruttori di una società che riconosce e si pone a servizio del bene comune, per restituire all’uomo la preziosa veste della sua dignità.

Canone: Ascolta Signor la mia preghiera, quando ti chiamo rispondimi.

11^ STAZIONE: GESU’VIENE INCHIODATO ALLA CROCE

Dal Vangelo secondo Luca

“Giunto al posto detto ‘Luogo del Cranio”, prima crocifissero Gesù e poi due malfattori: uno a destra e l’altro a sinistra... La gente stava a guardare. i capi del popolo, invece, si facevano beffe di Gesù... Anche i soldati lo schernivano. Uno dei malfattori disse: “Gesù, ricordati di me quando sarai nel tuo regno” E Gesù gli rispose: “In verità oggi sarai con me in paradiso”. (Lc. 23,33.. .43)

? CARCERI E PERDONO

Oggi molti giovani commettono errori molto gravi che li portano direttamente al carcere. Il problema delle carceri minorili e della rieducazione dei giovani rei è di fondamentale importanza. Soprattutto nel nostro Sud. è’un’urgenza ancora poco nota in Italia. A ciascuno di noi, specialmente ai più giovani, è richiesto un maggior grado di attenzione a queste persone, una apertura e un ascolto paziente. Nelle carceri minorili, più che in altri posti, bisogna riscoprire il senso del perdono. Il perdono reciproco non deve annullare le esigenze della giustizia né, tanto meno, precludere il cammino che porta alla verità: giustizia e verità rappresentano, invece, i requisiti concreti della riconciliazione.

Benedetto XVI, nel suo incontro con i detenuti di Rebibbia (dicembre 2011) ci ha ricordato: “dovunque c’è un affamato, uno straniero, un ammalato, un carcerato, lì c’è Cristo stesso che attende la nostra visita e il nostro aiuto”.

Ritornello: Niente ti turbi, niente ti spaventi chi ha Dio niente gli manca. Niente ti turbi, niente ti spaventi solo Dio basta.

12^ STAZIONE: GESU’MUORE SULLA CROCE

Dal Vangelo secondo Matteo

“Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio si fece buio su tutta la terra. Verso le tre Gesù diede un forte grido: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato!” Alcuni dei presenti dissero: “Lui chiama Elia” e uno corse a prendere una spugna inzuppata d’aceto e su di una canna gli diede da bere... Ma Gesù, dopo aver dato di nuovo un forte grido, spirò.

(Mt. 27,45-50)

? VITA, MORTE E LIBERTA’

Il valore della libertà, in quanto espressione della singolarità di ogni persona umana, viene rispettato quando a ciascun membro della società è consentito di realizzare la propria personale vocazione; cercare la verità e professare le proprie idee religiose, culturali e politiche; esprimere le proprie opinioni; decidere il proprio stato di vita e, per quanto possibile, il proprio lavoro; assumere iniziative di carattere economico, sociale e politico. I giovani spesso credono di essere liberi, ma sono in realtà ingabbiati in consuetudini e clichè che ne comprimono la capacità di discernimento. La libertà deve esplicarsi, d'altra parte, anche come capacità di rifiuto di ciò che è moralmente negativo, sotto qualunque forma si presenti, come capacità di effettivo distacco da tutto ciò che può ostacolare la crescita personale, familiare e sociale. La pienezza della libertà consiste nella capacità di disporre di sé in vista dell'autentico bene, entro l'orizzonte del bene comune universale.

Nella libertà di Cristo, che gli ha fatto abbracciare la croce, ritroviamo la nostra, per poter orientare la nostra esistenza e riscoprire il senso del nostro stare nel mondo.

Canone: Questa notte non è più notte davanti a Te, il buio come luce risplende.

13^ STAZIONE: GESU’E’DEPOSTO DALLA CROCE

Dal Vangelo secondo Giovanni

“I Giudei, dato che era il giorno della Preparazione, chiesero a Pilato che venissero spezzate le gambe ai crocifissi e che fossero portati via i cadaveri. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo, poi all’altro che era stato crocifisso con Gesù. Giunti a Gesù vedendolo già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli trafisse il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue ed acqua”. (Gv. 19,31-37)

? EUCARESTIA: IL DONO PIU’GRANDE

L’Eucaristia, carissimi giovani, è Gesù con voi, Gesù per voi, il respiro di amore che cercate estenuantemente tra le mille proposte che vi affollano. L’Eucaristia è il suo immenso sacrifico per rinnovare l’incontro con te, per farti scorgere la verità del tuo cuore inquieto ed immergerti nella pace della riconciliazione con Lui.

Deponi anche tu, ai piedi dell’Eucaristia le tue ansie, i tuoi dubbi, i tuoi timori, deponi i tuoi desideri più profondi nell’Eucaristia. La sua forza redentrice, scaturita dal dono d’Amore più grande di Cristo, cuore aperto da cui sgorga acqua rigenerante e sangue, come sorgente di grazia è in grado di dissetare la tua estenuante sete di amare e di essere amato. Apri il tuo cuore e lascia riversare in esso l’intima gioia della Sua Presenza, silenziosa, umile, totalmente donata ed offerta per te.

Silenzio

Canto: Pane spezzato per noi, l’amore del Maestro che serve, Dio si china sull’uomo, nelle sue mani il nostro corpo.

14^ STAZIONE: GESU’VIENE DEPOSTO IN UN SEPOLCRO

Dal Vangelo secondo Matteo

“Giunta la sera giunse un uomo ricco di Arimatèa, chiamato Giuseppe andò da Pilato e gli chiese il corpo di Gesù. E Pilato ordinò di lasciarglielo prendere. Allora Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo mise nella sua tomba che da poco si era fatto scavare per sé nella roccia. Poi fece rotolare una grossa pietra davanti alla porta del sepolcro”. ( Mt. 27,57-60)

? L’AIUTO DA CHI HA DI PIU’

Per aiutare i giovani non bastano parole. Servono aiuti concreti. Giuseppe d’Arimatea, colpito dal messaggio di Gesù, “spende” parte del suo denaro per assicurarne la sepoltura, per aiutare Maria e i discepoli ad accettare questo dolore. In senso positivo, oggi i giovani hanno bisogno di chi scelga di dare spazio ed investimento in loro. Giuseppe d’Arimatea devono essere tutti coloro che hanno a cuore il bene comune e la crescita della società e affidano parte della loro ricchezza per una giusta causa. E non c’è causa più giusta che la crescita spirituale e lavorativa delle nuove generazioni. Chi ha di più, oggi più che mai, deve vedere nei giovani il miglior investimento possibile di oggi sull’avvenire dell’umanità.

La “ricchezza” di Giuseppe è soltanto uno strumento della sua generosità, un modello per ciascuno di noi, chiamato ad aprire gli orizzonti del cuore per poter scorgere chi realmente è più nel bisogno intorno a noi.

Canone: Il Signore è la mia forza ed io spero in Lui, Egli è il Salvator, in lui confido non ho timor, in Lui confido non ho timor.

15^ STAZIONE: GESU’RISORTO E’IL VIVENTE

Dal Vangelo secondo Luca

Il primo giorno dopo il sabato, le donne di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro, ma entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra essi dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato”. (Lc. 24,1-6)

GIOVANI CHIAMATI ALLA SALVEZZA

La resurrezione oggi è il più alto messaggio di salvezza che l’uomo possa ascoltare. I giovani sono chiamati alla rinascita, alla gioia, alla risurrezione. I giovani che “cercano la felicità”, devono oggi sentirsi chiamati alla salvezza. Nel Vangelo non si parla mai di “felicità”, ma di “salvezza”. Per rendere la società più umana, più degna della persona, occorre rivalutare l'amore nella vita sociale — a livello politico, economico, culturale, —facendone la norma costante e suprema dell'agire.

Siamo Chiesa, corpo Tuo risorto Signore, nel mondo, animati dal Tuo Spirito siamo forza vitale per l’intera società che si orienta al bene comune.

Canone: Benedici Dio e il suo santo nome, benedici Dio mi ha tratto dalla morte.