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La parola del Vescovo

L'omelia del Vescovo per la Messa in Coena Domini

Rosario Dara · 11 anni fa

1.Fratelli e sorelle carissimi, «Ci ha riuniti tutti insieme Cristo Signore», tra poco canteremo durante i riti offertoriali, «Rallegriamoci, esultiamo nel Signore». Nel primo grande incontro del Triduo Pasquale, veniamo introdotti nel mistero salvifico della libera consegna, che il Signore fa di Sé per la nostra salvezza. Per questo abbiamo cantato «Di null’altro mai ci glorieremo se non della Croce di Gesù Cristo, Egli è la nostra salvezza, vita e resurrezione; per mezzo di Lui siamo stati salvati e liberati». 2. Gesù ama i suoi fino alla fine, sa che è giunta l’ora per cui, inviato dal Padre, è venuto nel mondo. Il gesto della lavanda dei piedi prefigura la sua Passione che è un servire e un consegnare se stesso. La parola chiave di questa sera infatti è “consegna”! Nel contesto dell’Ultima Cena, Gesù confida ai Suoi una tragica verità: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà» (Mt 26,21).

Anche Paolo, le cui parole abbiamo ascoltato nella seconda lettura, ricorda che la cena del Signore avviene la notte in cui Gesù fu tradito (cf. 1Cor 11, 23). In questa notte abbiamo due consegne. C’è la consegna-tradimento di Giuda, con cui l’amico tradisce e consegna il Maestro per la morte. Giuda vende il Signore, lo tratta come un oggetto o come qualcuno da umiliare e far disprezzare. Il gesto di Giuda non è lontano dalla nostra quotidianità. Quando perdiamo l’orizzonte di Dio nella nostra vita, perdiamo anche il prossimo. Ogni relazione è mistificata: gli altri ci sembrano solo pesi e li possiamo condizionare e persino umiliare; oppure arriviamo a trattarli come merci che possono essere vendute, comprate, usate, manipolate. Penso a tanti lavoratori sfruttati nella loro dignità, malpagati e in nero. Penso ancora alle tante donne vittime della prostituzione! E a chiunque è venduto o messo in vendita. Signore ricordati di loro, libera e perdona!

3. Ma la consegna-tradimento di Giuda è preceduta dalla libera auto-consegna di Cristo ai suoi discepoli, sino alla fine, di fronte ai quali, si china, bacia e lava i piedi. Solo una reale consegna di Sé poteva vincere con l’amore la “consegna” altrettanto reale ad opera di Giuda, il traditore, nell’Orto degli Ulivi. Solo la libertà di Dio poteva rompere la schiavitù degli uomini. Solo un Dio chino a lavare i piedi degli uomini, poteva far incamminare l’umanità verso il cielo. Solo questa consegna di Cristo poteva recuperare la vera relazione degli uomini con Dio e degli uomini tra loro. Solo questa consegna poteva riparare a tutti i tradimenti della storia.

4. Gesù celebra la Sua Pasqua coi discepoli, per loro e insieme a loro. L’evangelista Luca che abbiamo ascoltato nella Domenica delle Palme, inizia il racconto della Passione con queste parole di Cristo: «Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione»(Lc 22,15). è bello per noi sapere che Gesù ha desiderato quest’ora della sua morte. Ha atteso l’ora della morte, come l’ora difficile ma anche come la “Sua ora” decisiva dell’offerta di sé. Ha atteso l’ora della morte in Croce misticamente come uno sposo attende l’ora delle nozze. Sì, o carissimi fratelli, perché in quella Santa Cena e sulla Croce abbiamo avuto la riconciliazione di Dio con l’umanità, le nozze tra Dio e gli uomini. Dio ha desiderio di noi, ci desidera!Ma egli sa che non sempre noi abbiamo desiderio di Lui. Egli sa che attorno alla sua mensa, ci saranno posti vuoti, ci saranno sempre posti occupati da traditori e peccatori. Egli sa che tra i suoi cristiani, molti non proveranno alcuna gioia per la sua vicinanza. Molti altri ancora, saranno suoi discepoli, solo per un’abitudine. Dice San Gregorio Magno: «? la fede che ci apre la porta, ma è l’amore che ci fa sedere a tavola con Dio».

5.Nel Sacramento dell’Eucarestia, Gesù ha già incorporato a Sé tutti i Suoi. Ha realizzato la vera comunione di Dio con gli uomini in quel pane spezzato e in quel vino versato. «Questo è il mio corpo che è per voi (…) Questo calice è la nuova Alleanza».

Lo stravolgimento, la confusione, l’incapacità di seguirlo, il rinnegamento e l’abbandono dei discepoli che lasceranno Gesù solo nell’Ora della Croce, non distruggeranno il dono della comunione nata nella Santa Cena. è questa l’Alleanza Nuova basata sulla definitiva e determinata fedeltà di Dio. Sono queste le vere Nozze di Dio con l’umanità!

6. «L’intero Triduum paschale,… è “concentrato” per sempre nel dono eucaristico. Con esso Gesù istituiva una misteriosa “contemporaneità” tra quel Triduum e lo scorrere di tutti i secoli» (Giovanni Paolo II, Ecclesia de Eucaristia, 5). Carissimi, Cristo è nostro contemporaneo! Tutto il mistero che celebriamo in questa sera e nei prossimi giorni è davvero consegnato a noi! Il suo amore non è al passato, la sua offerta per noi, non è un ricordo! Egli davvero desidera unirsi a ciascuno di noi, e – come nel canto liturgico - anche a noi che siamo qui “riuniti tutti insieme”!Egli è qui, come quella notte, seduto accanto a noi peccatori, chino sui nostri piedi insudiciati dalle nostre strade sbagliate.Egli è qui, incrollabile e immutabile nel suo amore per noi! Dalla tenerezza della sua consegna viene a noi quest’unica certezza: Dio ci ama sino all’estremo. «Rallegriamoci, esultiamo nel Signore, amiamo il Dio vivente».