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La parola del Vescovo

Omelia Actio Litugica del Venerdì Santo

Rosario Dara · 12 anni fa

1.La Passione del Signore che riviviamo nel sacramento di questa austera liturgia ci fa contemplare Gesù condannato, ingiuriato, condotto al Calvario, crocifisso e sepolto. Se i Vangeli ci mostrano un Gesù che sempre agisce, invece dalla notte del Giovedì Santo, vediamo un Gesù che lascia fare. Queste ore finali di Cristo sono dominate dalle azioni e dalla parole degli altri. Egli in questo patire esprime la volontà di portare fino in fondo la volontà del Padre: «fare di Cristo il cuore del mondo», cioè condividere tutto l’umano fino all’ultima feccia. Per questo lascia fare! Sì, carissimi fratelli e sorelle, per mezzo della Croce, Cristo è diventato il cuore del mondo. Cristo è davvero l’unico e vero centro della storia nuova dell’umanità. 2.Il cuore di carne che Dio aveva promesso per mezzo dei suoi profeti ora è lo stesso Cristo che sulla croce è il cuore del mondo. Se noi uomini abbiamo un cuore di pietra, un cuore doppio da dove provengono anche male e falsità, da quel Venerdì Santo, il mondo ha un nuovo cuore, il Cuore di Dio, crocifisso in mezzo a due ladroni.

Davanti a un così grande mistero, con Melitone di Sardi ci chiediamo: «Qual nuovo mistero è mai questo? Il giudice è giudicato e tace; l’invisibile è visto e non arrossisce; l’incomprensibile è preso e non s’adira; l’immenso è misurato e non oppone resistenza; l’impassibile patisce e non si vendica» (Sull’anima e il corpo, frammento XIII).

3. Tra poco adoreremo la Croce dove è appeso il cuore del mondo, Cristo.Guardare il Crocifisso per noi può essere un’abitudine, eppure è quello il cuore della nostra esistenza cristiana. Cristo ha detto «Quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me» (Gv 12,32), ma la croce non attira il nostro sguardo. «Non ha apparenza e né bellezza per attirare i nostri sguardi» (Is 53,2). Nessuno di noi avrebbe desiderio di vedere o tantomeno di salire su quella Croce. Davanti a uno che soffre, si fugge, non si sa cosa fare, che dire. Il dolore mette ripulsa e paura.

Per questo i vecchi molte volte sono lasciati soli, i poveri disprezzati, i deboli considerati inutili e abbandonati. Gesù in croce ci costringe in un certo senso a non fuggire.

4.Il Venerdì Santo c’è una Trasfigurazione al contrario. Prima della Passione i tre apostoli, Pietro, Giacomo e Giovanni avevano potuto vedere il volto di Cristo sfolgorante sul monte. Ora nel Venerdì Santo la Trasfigurazione avviene a rovescio. Cristo non si trasfigura su un monte. Cristo si trasfigura nell’abisso della morte ed «è proprio lì, che egli è glorificato. La sua discesa nelle tenebre, alla ricerca dell'Adamo smarrito che è in ciascuno di noi, fa esplodere in tutto il suo splendore l'amore di Dio per l'uomo» (Olivier Clément). Ecco il vero volto di Dio, lo splendore del suo amore!

5.Fratelli e sorelle di fronte a questo mistero di amore, chiediamo «le lacrime che sciolgono la colpa, il pianto che merita il perdono» come pregava sant’Ambrogio (Esposizione sul Vangelo di Luca X, 90).E tu Signore Gesù, facci entrare attraverso il tuo costato aperto, nel tuo cuore. Solo percorrendo questa via, vedremo il volto di Dio, e saremo nella luce e nella pace: tu che hai percorso il cammino delle nostre solitudini, delle nostre menzogne, delle nostre morti, e ti sei fatto cuore che perdona, vero cuore del mondo.