Domenica delle Palme Questa Domenica ci fermiamo ad ascoltare le parole di Sant’Agostino, che meglio di me, ci fa entrare nel mistero celebrato in questi giorni, le sue parole ci sono da introduzione a tutta la Settimana Santa.
Benedirò il Signore in ogni tempo, sulla mia bocca sempre la sua lode. Lo dice Cristo, lo dica anche il Cristiano. Ma chi è che benedice il Signore in ogni tempo, se non chi è umile di cuore? è l’umiltà stessa che il Signore c’ha insegnato nel suo corpo e nel suo sangue; perché, nell’affidarci il suo corpo ed il suo sangue, ci affida la sua umiltà. Ma perché uno benedice il Signore in ogni tempo? Perché è umile. Che significa essere umili? Non volere esser lodati per sé. Chi vuole essere lodato per sé, è superbo. E chi non è superbo è umile. Non vuoi dunque essere superbo? Per potere essere umile, di’quanto qui è detto: Si glorierà nel Signore l’anima mia; ascoltino i mansueti e si allietino. Ne consegue che coloro che non vogliono esser lodati nel Signore, non sono mansueti; ma sono violenti, aspri, orgogliosi, superbi. Il Signore desidera giumenti mansueti; sii il giumento del Signore, cioè sii mansueto. Egli siede sopra di te, egli ti guida; non aver timore di inciampare e di cadere nel precipizio. Certo, tu sei debole, ma tieni conto di chi ti regge. Sei il puledro d’asino, ma porti Cristo. Egli infatti cavalcando un puledro d’asino venne nella città, e quel giumento fu mansueto.
Forse quel giumento era lodato? Forse al giumento dicevano: Osanna al figlio di David, benedetto colui che viene nel nome del Signore? L’asinello portava; ma solo Colui che era portato, era lodato da quanti lo precedevano e lo seguivano. E probabilmente il giumento diceva: Si glorierà nel Signore l’anima mia; ascoltino i mansueti e si allietino. Forse non disse così l’asino, fratelli: ma lo dica quel popolo che imita quel giumento, se vuol portare il suo Signore. Forse si adira il popolo, perché viene paragonato all’asinello su cui sedette il Signore, e qualche superbo e orgoglioso mi dirà: Ecco, ci ha fatti diventare asini. Sia asino del Signore, chiunque così dice; non sia cavallo e mulo, nei quali non c’è intelligenza. Conoscete infatti il salmo ove è detto: Non siate come il cavallo e il mulo, nei quali non c’è intelligenza. Perché il cavallo e il mulo talvolta superbamente sollevano la testa e colla loro violenza si scuotono di dosso il cavaliere. Sono domati con la briglia, con il morso, con le percosse, finché non hanno imparato a star soggetti, ed a portare il loro padrone. Ma tu, prima che il freno comprima le tue mascelle, sii mansueto e porta il tuo Signore; non voler esser lodato in te stesso, ma sia lodato Colui che siede sopra di te, e di’: Si glorierà nel Signore l’anima mia, ascoltino i mansueti e si allietino.
Infatti, quando coloro che non sono mansueti ascoltano queste parole, non si allietano, ma si adirano; sono costoro che dicono che li abbiam fatti diventare asini. Coloro invece che son mansueti, non disdegnino di ascoltare e di essere ciò che odono. Così continua: Magnificate il Signore con me. Chi è colui che ci esorta a magnificare il Signore con lui? Fratelli, chiunque appartiene al Corpo di Cristo, deve darsi da fare affinché con lui sia magnificato il Signore. Perché chiunque fa così ama il Signore. Ed in qual modo Lo ama? Lo ama senza esser geloso di coloro che con lui Lo amano. Non voglio magnificare il Signore da solo, non voglio amarlo da solo, non voglio abbracciarlo da solo. Non accade infatti che, se io Lo avrò abbracciato, un altro non avrà ove porre la sua mano. Tanto grande è l’ampiezza della Sapienza, che tutte le anime possono insieme abbracciarla e goderne. Che dire ancora, fratelli? Se amate Dio, rapite all’amor di Dio tutti quanti sono uniti a voi, tutti quanti abitano nella vostra casa; se amate il Corpo di Cristo, cioè l’unità della Chiesa, rapìteli affinché ne gioiscano con voi, e dite: Magnificate il Signore con me!