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Cultura e Società

Teologhe in Italia. Indagine su una tenace minoranza

Paolo Emanuele · 12 anni fa

Recensendo il libro a cura di Anna Carfora e Sergio Tanzarella (Teologhe in Italia. Indagine su una tenace minoranza, Edizione Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2010, pp. 187), Filippo D’Andrea s’addentra nei meandri, ancora quasi inesplorati, della letteratura teologica femminile nel nostro Paese. Il volume “Teologhe in Italia. Indagine su una tenace minoranza” (Edizione Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2010, pp. 187) curato da Anna Carfora, docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (PFTIM) (sez. san Luigi) e Sergio Tanzarella, ordinario di Storia della Chiesa presso la PFTIM (sez. san Luigi) e direttore dell’Istituto di Storia del cristianesimo della medesima Facoltà, nonché professore invitato all’Università Gregoriana, rappresenta un valido quadro attualissimo del panorama femminile della teologia, nelle varie specializzazioni.

Nonostante la recentissima scoperta della teologia al femminile e femminista, sia nella docenza che nello studio, i nomi sono tanti. I curatori hanno istituito per il lavoro di questo volume un gruppo di ricerca dell’Istituto di Storia del cristianesimo della PFTIM (sezione san Luigi), affiancati da studiosi, comunque, impegnati intorno allo stesso Istituto. L’Esegesi e la Teologia biblica sono state trattate da Annalisa Guida, assistente di Nuovo Testamento presso la PFTIM (sez. san Luigi), la quale ha distinto l’esegesi femminista da quella elaborata da donne, la produzione delle italiane dalle straniere, e della prima offre una mappa secondo criteri epistemologici e geografici. Scrive l’autrice: “La fecondità di una presenza crescente – per quanto nascosta – è assolutamente innegabile, ma tale presenza appare ancora troppo spesso ‘senza volto’, sotterranea, a tratti clandestina” (p. 38). “La confidenza più grande, però, va alla forza liberante e ‘includente’della Parola…” (p. 39). Della Ecclesiologia si è occupato Nicola Salato, assistente di Ecclesiologia presso la PFTIM (sez. san Luigi), secondo le coordinate di laicità ed il rapporto carisma-ministero.“La storia di una Ecclesia in foemineo modo – conclude l’autore – è ‘prepotentemente’una storia di silenzi – ‘eloquenti’, come quello di Maria che va da Cana al Golgota e che si abbevera a quel costato da cui scaturisce sangue e acqua” (p. 52). La Teologia morale, trattata da Gaia De Vecchi, dottore in Teologia morale e collaboratore nell’Università Cattolica diMilano, ha rilevato uno stile teologico femminile specifico, più elaborato nell’ambito del vissuto ecclesiale che in quello accademico. Distingue le teologhe classiche dalle “cristiane scientifiche”. Queste ultime, afferma l’autrice, citando C. Halkes nel suo saggio “Primo bilancio della teoliga femminista” in M. Hunt – R. Gibellini (edd.), “La sfida del femminismo alla teologia” (Queriniana, Brescia 1985, p. 166): sono “concretamente soggetto della propria esperienza di fede, della sua formulazione e della relativa riflessione, dunque anche del teologizzare” (p. 57). E puntualizza che “la peculiarità degli studi di morale al femminile, l’affinità dei temi, la comunanza della ricerca, e così via non vanno ricercati tanto nei contenuti quanto nello ‘stile’”(p. 61). La Teologia spirituale, elaborata da Francesco Asti, straordinario di Teologia spirituale ed Escatologia presso la Pontificia Facoltà Teologia dell’Italia Meridionale e consultore teologo presso la Congregazione per le cause dei Santi, ha inteso distinguerla dalla Spiritualità vera e propria, così come si distinguono le teologhe dalle madri spirituali. Egli scrive che “manca ancora una riflessione sistematica proprio sulla Teologia spirituale” in quanto “l’aspetto epistemologico e quello contenutistico non sono molto delineati rispetto agli studi storici e biografici…” (p. 82). Si evidenzia lo studio della mistica femminile e di figure straordinarie nella spiritualità generale: Chiara d’Assisi, Caterina da Siena, Teresa d’Avila, Edith Stein,Maria Maddalena de’Pazzi, Teresa di Lisieux, Elisabetta di Digione. L’Antropologia teologica, su firma di Daniela Del Gaudio, docente di Teologia Dogmatica presso lo Studio Teologico di Benevento, ha tracciato una mappa tematica maggiormente frequentata dalle teologhe del settore.

Le donne teologhe sono impegnate nel recuperare – precisa la teologa – “i simboli femminili presenti nella Scrittura” e “tentano la via dell’esperienza femminile di Dio e della fede”(p. 64).Tematiche particolarmente approfondite sono: la teologia della creazione nel dialogo con le scienze, la grazia e la liberazione dell’uomo in Cristo, la corporeità nel senso che “l’io si rivela al tu nei tratti caratteristici del corpo, nel volto, nella voce, negli atteggiamenti concreti che lo rendono riconoscibili e vivo”(p. 67), la teologia della bellezza, l’antropologia dialogica, la “identità sessuale come risorsa di complementarietà e reciprocità”(p. 70). La Liturgia, trattata da Biagio Saiano, licenziato in Sacra Liturgia, fa emergere il numero ridotto delle teologhe in questo campo, evidenziando motivazioni sia storiche che pratiche. Mentre, sappiamo che le donne collaboratrici della prassi liturgica sono la stragrande maggioranza rispetto agli uomini. La Teologia ecumenica, che ha visto impegnata Cloe Taddei Ferretti, dottoranda in Teologia e responsabile del Gruppo Scienza Cognitiva, si occupa sia delle teologhe cattoliche e delle altre confessioni cristiane.

La teologia ecumenica femminile si è dimostrata particolarmente attenta ai temi dell’accoglienza, del dialogo interecclesiale ed intraecclesiale. La Teologia pastorale, di cui si è occupato Filippo D’Andrea, licenziato in Teologia Catechetica e laureato in Filosofia, ha approfondito l’unica teologa specialista che ha una certa produzione editoriale, ed ha evidenziato a priori la quasi assenza di studiose. In questo saggio emerge la particolare attenzione della teologia femminile riguardo alle Comunità ecclesiali di base come strumento e luogo ecclesiologico di rinnovamento della vita comunitaria a partire dall’esperienza storica confrontato con la Parola di Dio e consentendo la configurazione del modello comunionale ed inculturato del cristianesimo, facendo tesoro del ricco e contraddittorio percorso latino-americano. “Esse hanno… – afferma l’autore – un dominante profilo pedagogico nel contesto dell’esperienza feriale di vita di comunità a misura d’uomo e di famiglia, che si vedono giorno dopo giorno, in un incontro perennemente aperto e vivo. Le case non chiudono mai la porta. Sembra di vedere le antiche case dei nostri nonni: sempre socchiuse e con la grande chiave sempre nella serratura che guarda la strada”(p. 108). Le Comunità ecclesiale di base “invitano la Chiesa tutta ad aprire il cantiere di un’ecclesiogenesi. L’accogliere tutto ciò che viene dalla base e verificarlo con fede illuminata ed intelligenza di fede è opera di cammino del popolo di Dio che non ha paura del futuro, perché avanza di faccia e con lo sguardo che si posa vicino ma arriva lontano, in un incedere sicuro con il Buon Pastore che conosce e ri-conosce”(p. 110). La Patrologia, trattata daMaria Beatrice Durante, dottore di ricerca in Storia e licenzianda in Teologia Biblica, rivela al femminile l’essere terreno di crocevia con la letteratura cristiana antica di cui le studiose mancano di formazione patrologica e teologica. La Storia della Chiesa e del cristianesimo, trattata da Alda de Luzenberger, licenziata in Teologia dogmatica e laureata in Filosofia, ha rilevata come vi è l’obiettivo di approfondire la memoria storica del femminile, la mistica femminile ed il travagliato rapporto delle donne con l’istituzione ecclesiastica. Il rapporto arte e teologia, viene approfondito da Sylwia Proniewicz, licenziata e dottoranda in Storia della Chiesa, focalizzando gli studi di una sola teologa che insegna in Italia. Si è soffermata sull’arte come specchio della fede, che “dispone l’animo umano alla contemplazione dei misteri cristiani”(p. 131), sottolineando che “la ‘pura spiritualità’dell’arte si attua, dunque in libertà”(p. 133). Nel prezioso volume si trova un’analisi quantitativa sulle donne nelle istituzione accademiche ecclesiastiche curata da Antonietta Marini Mansi, ed una mappatura statistica curata da Enza Cianci. Una visione d’insieme è stata offerta da Nerina Rodinò e Cloe Taddei Ferretti, teologhe di prima generazione, con una conclusione fiduciosa in prospettiva: “Oggi siamo fiduciose che le nuove generazioni di studiose possano essere più ascoltate e portino nello studio dei gravi problemi che sono di fronte all’uomo di oggi la loro sensibilità, la loro esperienza, la loro intelligenza e la loro fede per allargare, vivificare, condividere con gli uomini la responsabilità del futuro”(p. 27). I curatori nell’introduzione asseriscono che dalla teologia al femminile “può scaturire una sorta di originalità creativa e di innovazione metodologica”, le quali mettono il pensiero femminile nella “condizione di produrre sfide e provocazioni efficaci nei confronti della culture e della mentalità contemporanee”(p. 18). Ed il presente volume si rivela strumento solido ed attivo, “un punto di partenza da cui muovere per ulteriori ricerche e per un dibattito della cui necessità si avverte […] una pressante urgenza” (p. 18).