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Cultura e Società

Sabato 16 febbraio (e domenica 17) sul palco del Politeama ‘Ditegli sempre di sì’, una delle commedie del grande Eduardo De Filippo, scritta nel 1927

Paolo Emanuele · 12 anni fa

Una delle commedie del grande Eduardo De Filippo, interpretata da Gigi Savoia, Maria Basile Scarpetta e Renato De Rienzo, quella portata in scena, con la regia di Maurizio Panici, alle 20:45 di sabato 16 febbraio (con replica alle 18 di domenica 17 febbraio) al Politeama di Lamezia Terme. E’“Ditegli sempre di sì”, sesta esclusiva regionale della Stagione di Prosa 2012/2013 al Teatro Comunale. Altri interpreti della piece: Massimo Masiello, Vincenzo Merolla, Francesca Ciardiello, Vincenzo D’Aniello, Felicia Del Prete, Livinia Limone, Massimiliano Rossi. Scene di Renato Lori, musiche originali di Antonio Sinagra, costumi di Lucia Mariani e disegno/luci di Franco Ferrari.

“Eduardo De Filippo –si riporta dalle note di regia- aveva 27 anni, nel 1927, quando scrisse “Ditegli sempre di sì”, ma il testo è ancora attuale: la commedia fu scritta per Vincenzo Scarpetta, che la mise in scena nello stesso anno. Poi fu riproposta dalla compagnia di De Filippo nel 1932 al Teatro Nuovo di Napoli, con la regia dello stesso Eduardo e con un cast di eccezione: i tre fratelli De Filippo, Tina Pica e Dolores Palumbo. Successivamente il lavoro venne ridotto da tre a due atti, furono eliminati parecchi personaggi, cambiato il nome del protagonista, tagliate e modificate diverse scene”.

Tra tante risate, allegria e… un pizzico di follia, la trama della commedia –della durata di due ore, compreso un intervallo- ha tutti gli ingredienti delle classiche commedie di Eduardo. Michele, che è interpretato da Gigi Savoia, quando esce dal manicomio rientra a casa sua dove c’è la sorella Teresa (Maria Basile Scarpetta), che è l’unica che conosce il suo problema. Michele, che sembra guarito, crede a tutto ciò che gli altri gli dicono e ne combina di tutti i colori: convince il padrone di casa, don Giovanni, che Teresa è innamorata di lui e vuole sposarlo, quando in realtà non è così; convince una conoscente, Olga, che il suo fidanzato è diventato ricco dopo aver centrato un terno al lotto, mentre in realtà questi, Ettore, è rovinato. Ancora, al pranzo di compleanno dell’amico Vincenzo Gallucci, ecco un altro equivoco generato da Michele, che invia un telegramma ad Attilio, fratello di Vincenzo, per annunciare la morte dell’amico. Così nel bel mezzo del brindisi per la festa di compleanno, gli invitati si vedono arrivare un uomo con una corona da morto. Gli equivoci creati da Michele aumentano quando questi, dopo aver messo in cattiva luce il giovane Luigino, corteggiatore della figlia di don Giovanni, Evelina, convince tutti che proprio Luigino è un pazzo, fuggito da un manicomio. Si va verso il finale, in cui la pazzia di Michele torna a farsi più evidente: diffondendo la falsa voce che Luigino è pazzo, prepara l’occorrente per tagliare la testa al povero giovane, pensando così di guarirlo, in quanto “la causa di tutti i mali –gli dice, prima di alzare l’arnese per decapitarlo- è nella testa”. Ma mentre è sul punto di compiere la decapitazione, Michele viene fermato in extremis dalla sorella Teresa, appena arrivata. A questo punto, appare chiara a tutti la pazzia di Michele, che la sorella aveva cercato di nascondere agli altri (dicendo che il fratello si era assentato un anno per compiere degli atti legati a fattori commerciali), che ignoravano questa situazione familiare. Per cui, ogni tassello viene rimesso al suo posto e Michele viene riportato in manicomio.

Alla fine dell’esilarante commedia, con tutta la compagnia schierata sul palcoscenico del Politeama di Lamezia, Gigi Savoia ha preso brevemente la parola per salutare il pubblico, per ringraziare la direttrice artistica della Stagione di Prosa Angela Dal Piaz per la scelta dei loro spettacoli e per comunicare che a seguito di motivi di salute è stato assente nella commedia l’attore Antonio Casagrande, ma la dura legge dello spettacolo –the show must go on- impone che non ci si può fermare, “anche –ha evidenziato Savoia- per non tradire il pubblico che ci segue sempre”, per cui la cui parte di Casagrande è stata assunta da Vincenzo Merolla, che pertanto nella commedia ha svolto un doppio ruolo, avendone già assegnato uno.

“Michele Murri –riportiamo dalla scheda del programma della Stagione di Prosa- usa l’espressione , che costringe ognuno ad uscire fuori dai ruoli e dalle ipocrisie, sovvertendo quella pace sociale così faticosamente conquistata dai personaggi di , ma allo stesso tempo così fragile ed instabile. La pazzia e la -prosegue la nota- in questo mirabile testo sono continuamente rovesciate … Eduardo de Filippo ancora una volta ci mostra il teatro del mondo, vi partecipa, se ne distacca, ne rovescia la visione, quello che credevamo sano e buono ci si mostra nella sua più completa evanescenza. Michele/Eduardo funge da detonatore e costringe tutti gli altri ad uscire allo scoperto mostrandoci tutte le loro miserie e soprattutto la loro inadeguatezza del vivere”.

La commedia è stata divertente ed è piaciuta molto al pubblico del Politeama, a giudicare dai continui applausi a scena aperta e dallo scrosciante applauso a tutta la compagnia a fine spettacolo. Si sa, il teatro di De Filippo è sempre il teatro dei De Filippo!