Abbiamo ricevuto la luce vera, abbiamo trovato la fede vera. è questo il titolo della nuova Lettera Pastorale di Monsignor Luigi Antonio Cantafora, Vescovo di Lamezia Terme per l’Avvento 2012. La parola del Vescovo proposta alla riflessione dei fedeli e del clero, richiama le tappe del cammino della Chiesa di Lamezia Terme, chiamata ad affrontare le sfide della Nuova Evangelizzazione ad un anno dalla visita del Papa e all'inizio dell’Anno della Fede. La riscoperta della Fede, come luce e verità da parte dai credenti, la sua rilevanza sociale come fattore di progresso autentico e la spinta missionaria verso un mondo che non si pone più il problema di Dio, sono i temi fondamentali affrontati dal Vescovo. In particolare l’immagine della luce, che è al centro dell’icona dell’Annunciazione posta in copertina, porta Monsignor Cantafora a insistere sul valore della fede come illuminazione che sconfigge la cecità del peccato e il buio di una vita senza futuro e senza speranza. La riflessione sull'Avvento, come tempo in cui il desiderio degli uomini è raggiunto dal desiderio di Dio che vuole incontrare l’uomo, offre la possibilità di un richiamo alla profondità del cuore umano e del suo anelito di verità, di giustizia e di Dio. Fede, come la grande passione che, può accendere i cristiani e il mondo intero di quel bagliore di luce, che nel Natale del Signore ha illuminato la storia dell’umanità.
Nella Lettera, non manca il riferimento alla crisi attuale, la cui morsa attanaglia anche la città di Lamezia Terme; il Vescovo, invita i fedeli a fare appello alle risorse della fede, come fattore di sviluppo basato sulla persona e la sua dignità, ancor prima che sull’utile e sul profitto. Da qui la necessità, secondo il Presule, di riscoprire l’arte della fiducia come primo passo per l’approfondimento della fede professata. Infine, si esorta la Nuova Evangelizzazione e la sua declinazione nella diocesi lametina, con un richiamo al contributo dei movimenti e delle associazioni. Infine, non viene tralasciato nella lettera, l’invito a rinnovare la conversione personale e comunitaria, e di riscoprire la necessità di una pastorale fedele a Dio e a servizio degli uomini. “Di fronte al rischio di non voler vedere, di tenere la luce della fede abbassata, di permettere che i riflettori del materialismo divengano accecanti e vicano la luce della fede (…) credere significa guardare senza timore tutta la realtà alla luce di Cristo, senza cedere alla tentazione di abituarsi al buio, alla tenebra”.