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Una vita che invita

Beato Bartolo Longo

Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa

Bartolo Longo nasce a Latiano di Brindisi nel 1841; di temperamento esuberante, da giovane, si dedica al ballo, alla scherma ed alla musica. Si trasferisce a Napoli per studiare Giurisprudenza; la sua vita giovanile somiglia a quella di un universitario di oggi: feste, goliardia e varie piccole storie d’amore. Entra in crisi di fede seguendo idee atee e materialistiche che lo coinvolgono in pratiche di spiritismo e curiosità dell’oltretomba. Legge “Le Vie de Jésus” del filosofo francese Renan e aderisce all’anticlericalismo e alla scuola di Luigi Settembrini sul positivismo dominante che nega il soprannaturale. Stanco e depresso ritorna alla fede grazie al domenicano Padre Radente che lo converte e lo invita ad entrare nel Terzo ordine di San Domenico dove scopre la devozione per la Madonna del Rosario. Nel 1864 si laurea in giurisprudenza e si prodiga in opere assistenziali. Conosce padre Ludovico da Casoria e Caterina Volpicelli (oggi Santi) e con loro si riaccosta ai Sacramenti. Conosce la Contessa De Fusco, vedova, che lo nomina amministratore dei suoi beni che si trovano nella valle di Pompei e precettore per i suoi bambini. Sia Bartolo che Marianna aiutano i sofferenti e si impegnano in una assidua preghiera. Bartolo si reca nei campi di Pompei e si dedica alla diffusione della preghiera del Santo Rosario tra i contadini. Un giorno cammina pensieroso in contrada Arpaia di Pompei e sente una voce: «Se propaghi il Rosario, sarai salvo!»; ode l’eco di una campana che suona l’Angelus, si inginocchia sulla nuda terra e prega preso da una pace interiore mai conosciuta. Capisce quale sarà la sua missione. Costruisce una Chiesa raccogliendo fondi con piccole lotterie e premi a carattere religioso. Nel 1875 una suora gli dona una tela vecchia e rovinata raffigurante la Madonna in trono, con Gesù Bambino sulle ginocchia e Lei che porge la corona del Rosario a Santa Caterina da Siena e a San Domenico. La fa restaurare e la porta a Valle di Pompei. La folla di pellegrini e devoti chiedono e ricevono numerose grazie e affollano la piccola Chiesa tanto che sarà necessario costruire una Chiesa più grande. Il Vescovo di Nola lo invita a dare inizio alla costruzione in Maggio 1876. Sarà terminata nel 1887. Il quadro della Madonna, incoronata e ornata di pietre preziose, benedetto da Papa Leone XIII, viene esposto in Chiesa. Nasce il Santuario della Beata Vergine del Rosario di Pompei retto su due colonne portanti: carità e preghiera. Longo fonda un orfanotrofio femminile, l’Ordine domenicano figlie del Rosario di Pompei e l’Istituto dei figli dei carcerati. Scrive, prega e lavora senza sosta per la Madonna, la sua dolce Regina e Signora. Nel 1877 scrive e divulga la pratica dei «Quindici Sabati». Il 14 ottobre 1883, ventimila pellegrini, riuniti a Pompei recitano per la prima volta la Supplica alla Vergine del Rosario, scritta da Longo. Si sottomette ai Papi Leone XIII e San Pio X che gli staranno vicino. Promuove il periodico «Il Rosario e la Nuova Pompei» stampato dalla tipografia da lui fondata per dare un avvenire ai suoi orfanelli. Nel 1885 sposa la contessa Marianna su consiglio del Papa che desidera mettere a tacere voci maldicenti sul rapporto tra i due; i coniugi vivranno fino alla morte come fratelli. Nel 1893 Longo offre a papa Leone XIII la proprietà del Santuario e le opere; dal 1906 sarà definitivamente sotto la Santa Sede. Longo è insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce del Santo Sepolcro e frequenta Giuseppe Moscati che incontra per consulti medici. Muore a Pompei il 5 ottobre 1926. Le sue ultime parole: «Il mio unico desiderio è quello di vedere Maria, che mi ha salvato e mi salverà dalle grinfie di Satana». è stato Beatificato nel 1980 da Giovanni Paolo II ed è stato sepolto nella cripta dove tre anni dopo sarà traslata la moglie morta nel 1924. I suoi resti mortali sono venerati nella Cappella a lui dedicata annessa al Santuario.