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Vita diocesana

Inaugurato Centro di ascolto interparrocchiale

Salvatore D'Elia · 8 anni fa

“Il Centro di Ascolto Interparrocchiale, programmato in forma di rete e relazioni, si propone di aiutare e accompagnare quanti vivono una condizione di disagio e vuole testimoniare che la carità non è solo prossimità, condivisione, cura, ma esprime in forma relazionale la nostra fede, soprattutto quando incontra la realtà degli altri”. Cosi il Vescovo diocesano Luigi Cantafora nell’intervento che ha preceduto l’inaugurazione, nel pomeriggio di martedì 21 marzo 2017, del Centro di ascolto interparrocchiale nella Chiesa Maria Santissima delle Grazie, promosso dalla Caritas diocesana con le Caritas parrocchiali del Carmine, di San Francesco di Paola-San Pancrazio e della stessa parrocchia. Il presule ha ringraziato i parroci, le suore e gli operatori pastorali che hanno seguito un corso di formazione, in aggiornamento periodico, per stare accanto ed ascoltare chi è nel bisogno. “Questi nostri fratelli –ha evidenziato Cantafora - aiutano la Chiesa a stare con i piedi per terra in fatto di solidarietà. Il Centro di Ascolto non è un luogo dove si fa psicoanalisi; noi ascoltiamo perché il povero è anzitutto una persona amata dal Signore. Allora ben venga questo Centro di ascolto a Sambiase e plaudo alla grazia che avete avuto di stare insieme. In vista dei 50 anni di Lamezia Terme – ha concluso - qualcosa si vede nello sforzo di stare insieme”. Al vescovo di Lamezia ha fatto eco il direttore della Caritas diocesana, padre Valerio Di Trapani che ha posto l’accento sulla storia del Centro che “nasce – ha detto - dalla consapevolezza che il territorio di Sambiase è interessato da zone di impoverimento e realizzare una collaborazione tra le varie Parrocchie è davvero bello, perché la Chiesa si ritrova ad essere una accanto ai poveri”. E, a proposito di poveri, padre Valerio Di Trapani ha fornito alcuni dati dell’ultimo rapporto Istat: “Dalla crisi ad oggi - ha sottolineato - c’è un aumento delle persone povere. L’impoverimento si è tradotto in uno spostamento della povertà, nel senso che prima ad essere poveri erano gli anziani, ora anche i giovani sotto i 35 anni”. E riprendendo il discorso del Vescovo sui 50 anni di Lamezia, ha detto che “la città è una, ma bisogna cogliere tutte le risorse da dove esse vengono”, concludendo il suo intervento sul Villaggio della carità, “il cui progetto per una serie di circostanze non sarà più realizzato, ma al suo posto sorgerà una Città della carità dal nome ‘la pietra scartata è diventata pietra angolare’, con i segni che aveva il Villaggio della carità”. E’poi seguito un momento di preghiera, e subito dopo il presule con i parroci, gli operatori e tutti presenti ha inaugurato, con tanto di benedizione, i locali del Centro. Presenti anche i parroci delle chiese interessate: don Domenico Cicione Strangis e don Pino Pezzo con padre Taras Zvir (Maria Santissima delle Grazie), padre Giovanni Sposato e padre Ivano Scalise (San Francesco di Paola - San Pancrazio), don Gigi Iuliano e don Pino Latelli, con don Claudio Piccolo Longo (Carmine) che hanno affidato in un avviso “l’iniziativa nelle mani di Gesù e Maria, affinché nasca e cresca secondo la Loro santa volontà”. Il servizio del Centro è coordinato da una persona con incarico specifico, individuata dal direttore della Caritas diocesana tra gli operatori presenti nel Centro. Gli operatori lavorano in equipe, si riuniscono periodicamente per discutere le diverse situazioni, concordare le possibili soluzioni e le modalità di svolgimento delle stesse. Padre Valerio ha infine spiegato che “il Centro di Ascolto è uno, poi ci sono i vari operatori parrocchiali, che partecipano periodicamente a corsi di formazione; e accanto c’è la Caritas diocesana” e sarà aperto, in una prima fase, una volta la settimana, di venerdì dalle 16 alle 18 (per contatti, telefonare al 3271845312); successivamente sarà programmata un’apertura mattutina, per poter interagire con le strutture pubbliche e i servizi sociali. Gli obiettivi del Centro di Ascolto interparrocchiale: “Ascoltare, per conoscere le povertà delle nostre comunità; accogliere, perché nessuno si senta solo e abbandonato nel proprio bisogno; accompagnare i fratelli verso soluzioni possibili, suggerendo interlocutori adeguati; stimolare nelle nostre comunità attenzione e generosa solidarietà verso gli ultimi; elaborare un progetto di aiuto alla persona, sviluppato con la persona stessa; rispondere ai bisogni più urgenti, come diritti negati, cibo, indumenti, sempre attraverso il coinvolgimento delle comunità parrocchiali e del territorio”.