Si è conclusa la missione popolare che i padri vincenziani hanno guidato nella nostra cittadina. La missione è durata dieci giorni durante i quali, tutte le realtà associative, culturali, politiche, ecclesiali e sociali sono state coinvolte in maniera diretta e fattiva. Particolare attenzione è stata riservata ai giovani, alle coppie, agli ammalati, ai bambini, alle comunità periferiche come le frazioni della nostra montagna, alle famiglie nelle cui abitazioni si sono tenuti i centri di ascolto coinvolgendo i vicini ed il quartiere. Un lavoro impegnativo anche per i giovani della missione che hanno avvicinato i coetanei della nostra comunità nei luoghi dove ci si ritrova, vivendo con loro alcuni momenti insieme di grande empatia e che ha visto coinvolti, oltre al parroco don Pino Fazio che ha voluto e organizzato la missione, i padri che hanno partecipato alla missione e si sono prodigati con l’entusiasmo che li contraddistingue: padre Paolo Azara, responsabile della missione, padre Mario, padre Stefano, padre Mario, padre Agustin, padre Francesco, suor Imma, suor Alessandra, i giovani Antonio, Barbara e tanti altri. Ad ogni nome appartiene un volto, una storia, sicuramente un momento particolare, che ricorderemo con affetto e gratitudine, per quello che ci hanno dato personalmente e che hanno saputo offrire a tutta la comunità curinghese. Tratteggiare un resoconto dei dieci giorni della missione vincenziana è difficile ed arduo, ma quello che i padri hanno notato e sottolineato è che a monte delle tante belle e vive realtà che la nostra cittadina offre, manca un segno di unità, come se ognuno potesse fare da solo sganciato dalle altre realtà presenti. Visitando ammalati e persone anziane sono emerse alcune situazioni di emarginazione, dovute alla solitudine e alle difficoltà anche fisiche. Nonostante alcune criticità l’impressione è stata positiva soprattutto nella capacità di accoglienza e di disponibilità. Lati positivi che comunque vanno curati e proiettati a lungo termine. Il cammino di una comunità ha bisogno di costanza e impegno continuo. La missione appena terminata ha tracciato un solco, ha risvegliato qualche entusiasmo sopito, ha proposto senza imporre. è tempo di muoversi, possibilmente insieme, per rinnovare un cammino percorso a marcia ridotta, ingranando la marcia del rinnovamento personale con i tanti impegni che la nostra comunità dovrà affrontare, ma con un nuovo entusiasmo frutto di questi straordinari dieci giorni di missione.
Vita diocesana
Conclusa la missione Vincenziana a Curinga
Salvatore D'Elia · 8 anni fa