Lamezia si distingue come realtà positiva sul fronte dell'accoglienza e dell'integrazione dei migranti più giovani, in particolare dei minori non accompagnati. Nel contesto di una città che, secondo tutte le statistiche, risulta essere tra le più multietniche in Calabria, la comunità per minori non accompagnati “Luna Rossa” ha accolto dal 2011 ad oggi oltre 120 giovani provenienti dai Paesi africani e asiatici. Oggi nella struttura, che si trova in un locale confiscato alla mafia in Via dei Bizantini, sono accolti 12 minorenni e 9 neomaggiorenni. Cresce il numero di ragazzi immigrati che, nella terza della città della Calabria, frequentano le scuole superiori e si inseriscono subito nel mondo del lavoro, in particolare nel settore della ristorazione. Questi alcuni dei dati emersi nel covegno “A casa nostra? Sì...accogliamoli”, promosso dall'ufficio diocesano Migrantes diretto da Suor Manuela Simoes, sul tema dei minori migranti vulnerabili e senza voce, che si è svolto questa mattina nel salone del seminario vescovile di Lamezia Terme, con gli studenti di alcuni istituti superiori cittadini. Nata nel 2011 come comunità di accoglienza sulla spinta dell'emergenza Nord Africa, dal 1 febbraio 2014 “Luna Rossa”, una delle tante realtà che fa capo alla Progetto Sud fondata da Don Giacomo Panizza, entra a far parte dello Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR), di cui il Comune di Lamezia Terme è ente capofila. Un percorso fatto di storie di disperazione trasformate in speranza, quello della comunità lametina, raccontato dall'operatore Nicola Emanuele che ha indicato le caratteristiche principali dei progetti di accoglienza e integrazione messi in atto a “Luna Rossa”. Progetti che “si basano su percorsi individualizzati, per consentire al giovane che arriva nella nostra città e viene inserito nel sistema Sprar, di imparare l'italiano, andare a scuola, scegliere il percorso più adeguato per la sua formazione e la sua professione. In questi abbiamo avuto tante storie di ragazzi che, magari finite le scuole elementari e medie, hanno lasciato Lamezia per andare verso il Nord Europa. Portiamo avanti un modello di accoglienza integrata, che punta a coinvolgere le parrocchie, le scuole, le altre associazioni del territorio, attraverso un lavoro di équipe”. “Altro che business dell'accoglienza, questo è un investimento sul territorio” - ha aggiunto Nicola Emanuele – evidenziando come “attorno alla comunità Luna Rossa ruotano attorno a 30 professionisti, tra operatori e collaboratori esterni, segno di una realtà che non solo accoglie e offre una prospettiva di speranza a quanti arrivano da Paesi martoriati da guerre e fame, ma è un'occasione di arricchimento reciproco per le nostre comunità”. A presentare i dati del XXV Rapporto Immigrazione, la giornalista Maria Scaramuzzino, che ha curato la parte relativa alla Calabria per il rapporto annuale 2015 redatto da Fondazione Migrantes e Caritas Diocesana. “La popolazione straniera residente in Calabria è pari a 91mila345 persone. Dai dati emerge una massiccia presenza femminile, preponderante su quella maschile, mentre i dati sull'occupazione mostrano, contrariamente ai tanti luoghi comuni, che gli immigrati non rubano lavoro agli Italiani, ma svolgono quei lavoro che molti cittadini italiani non vogliono più svolgere”. Per quanto riguarda i migranti più giovani, dai dati della Scaramuzzino emerge che in Calabria sono più di 13mila gli studenti con cittadinanza non italiana. Di questi, il 76% non è nato in Italia. Oltre il 30% dei minori non cittadini italiani che vanno a scuola in Calabria, frequenta la scuola primaria. Maria Scaramuzzino ha parlato inoltre delle diverse realtà della Diocesi lametina, come la casa accoglienza per senza fissa dimora “Querce di Mamre”, il centro interculturale “Insieme”, l'ufficio diocesano “Migrantes” e la casa per donne senza fissa dimora “Shalom”, impegnate quotidianamente per offrire aiuto e sostegno a quanti giungono nella nostra città da altri Paesi, alle prese con i problemi della povertà e con la difficoltà di accedere ai servizi. “C’è una grande emergenza per questi piccoli, bambini, fanciulli, ragazzi e ragazze che essendo senza la tutela di adulti, molto spesso sono vittime di traffici, di sfruttamento, di abusi. è terribile quanto sta accadendo e quanto emerge dagli organi ufficiali di stampa. Giovani migranti senza genitori vengono lasciati a gente senza scrupoli, per aver salva la vita... ma a che prezzo?”, è stato il monito del Vescovo Luigi Cantafora per il quale “dietro ai dati sui minori non accompagnati presenti nella nostra città, non ci sono numeri ma vite e una realtà che preferiamo non vedere per non essere chiamati in causa a prendercene cura. La lettura dei dati ci deve interrogare non solo sul presene, ma soprattutto su futuro che siamo chiamati a costruire con qualunque uomo e donna che condivide con noi il cammino di questa storia”. L'impegno di Lamezia sul piano dell'accoglinza è stato ribadito dal Sindaco Paolo Mascaro che ha espresso soddisfazione per il rinnvo dei progetti Sprar per il triennio 2017 -2019, auspicando che “Lamezia, ente capofila del progetto Sprar, faccia da modello ad altri territori per mettere in atto buone politiche di accoglienza”. Nel corso dell'incontro le testimonianze di due giovani accolti dalla comunità “Luna Rossa”, Fatì Samì e Abdul Malik Muham, che hanno raccontato la loro storia, dal viaggio dall'Africa a bordo di una nave per raggiungere l'Italia all'arrivo a Lamezia, dove oggi studiano e sono perfettamente inseriti nella realtà lametina.
Vita diocesana
“Lamezia realtà positiva per l'accoglienza degli immigrati minorenni”
Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa