Carissimi amici che partecipate a questo incontro nazionale dei giovani in servizio civile, nella festa di San Massimiliano di Tebessa, patrono degli obiettori di coscienza e vostro, siate i benvenuti. Grazie per aver arricchito la nostra città con la vostra presenza! Ringrazio tutti gli organizzatori di questa giornata che resta nella storia della nostra comunità. La gratitudine che ci anima, allora, predispone il nostro cuore all’incontro con il Signore. Oggi una voce risuona più chiara: “Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!”. Con queste parole, Dio Padre quasi consegna Gesù Cristo a tutti noi. Chi è Gesù per chiederci di venire ascoltato?La presenza di Cristo nella nostra vita di ogni giorno è un dato di fatto. Per questo Gesù Cristo non ha uguali! Anche ad un incontro superficiale con Lui, che possiamo avere in fretta attraverso i Vangeli, noi restiamo sconcertati dalla “paradossalità” della sua persona. Gesù si presenta a noi come una persona molto povera, molto umile: quanto alla sua origine terrena. Eppure, questo uomo, ha un’autorità che ha mai avuto nessuno. Egli dice una cosa “incredibile”. Gesù condiziona completamente il destino eterno dell’uomo alla posizione che ogni uomo terrà nei suoi confronti. Con questa frase: «l’avete fatto a me!», Egli lega ogni amore per ciascun uomo e ciascuna donna alla sua persona, al suo essere Figlio di Dio, al suo mostrarsi di non essere venuto tra noi per essere servito ma per servire. è venuto “per” noi, è venuto per tutto vantaggio nostro! Allora, incontrare Cristo significa cominciare a vivere in una tale compagnia con Lui, che coinvolge interamente la vita: e non ce la fai più a stare senza di Lui. Nasce una commovente familiarità ed amicizia: Lui non ha più segreti per chi lo segue, li chiama amici e lava loro persino i piedi.Ma, soprattutto, questo Gesù, con il suo amore riesce a sconfiggere lo spettro di ogni uomo, la morte! E la morte, sconfitta con la sua Resurrezione, diventa vita per sempre, vita incancellabile.Ma, dove parla Gesù oggi, per poterlo noi ascoltare? Gesù ci parla anzitutto attraverso la nostra coscienza. Essa può far risuonare la voce stessa di Dio. Ma da sola essa non è sempre forte e chiara: non basta. è facile addirittura farle dire quello che a noi piace ascoltare. Ha bisogno, perciò, di essere illuminata e sorretta dal Vangelo e dall’insegnamento della Chiesa. Il Vangelo è il luogo per eccellenza in cui Gesù ci parla oggi. E questo Vangelo risuona forte e chiaro nella Chiesa. Gesù che ha vinto la morte ed è vivo, può essere incontrato da tutti. E il luogo di questo incontro è il mondo, e sicuramente è la Chiesa, la comunità di donne e di uomini già incontrati dal Signore. Perché ascoltare Gesù? Perché, come confessa Pietro, solo il Signore ha parole di vita eterna. Ovvero, solo Lui ha parole che danno senso alla vita di ciascuno e aprono l’orizzonte alto e grande della vita vera, della vita eterna. Il senso della mia vita, e di quella di ognuno e ognuna di noi, di oggi e per sempre, Gesù ce lo svela nell’amore, nel servizio per amore, nel saper donare e nel saper ricevere amore, e non nell’indifferenza o nell’egoismo. In questa Seconda domenica di Quaresima, ci uniamo per ricordare anche il vostro santo patrono San Massimiliano. Pensando alla sua vita e alla sua testimonianza di cristiano e per questo obiettore nei confronti dell’esercito romano, possiamo immaginare quanto sia stata forte la voce del Signore nella sua coscienza, nel suo cuore. Massimiliano aveva due ragioni per obiettare al servizio militare. In primo luogo, l’arruolamento comportava un atto di culto alle pretese degli imperatori romani di voler essere considerati e adorati come “divinità”. In secondo luogo, la carriera nell’esercito comportava la commissione di atti di violenza, di uccisioni e di devastazioni.L’obiezione di coscienza di san Massimiliano si fonda sul rifiuto di commettere qualsiasi violenza, perché la violenza tradisce il Vangelo. Come San Massimiliano, così i giovani che scelgono il servizio civile, fino a “ieri” come obiettori di coscienza e “oggi” come volontari, raccontano la loro scelta di pace, servizio e responsabilità civile ad altri giovani. Il contributo che la Chiesa ha dato perché venisse riconosciuto il valore irrinunciabile del servizio civile è una pagina bella della testimonianza cristiana in questo paese. Mi viene da ricordare ad esempio l’impegno di Padre Balducci oppure di don Lorenzo Milani, con la famosa risposta ai cappellani militari toscani che avevano definito l’obiezione di coscienza un insulto alla Patria e ai suoi caduti. Gli scenari attuali confermano quanto la Chiesa va insegnando dopo le tragedie del secolo breve: “Si dovrebbe togliere ai singoli stati il diritto di farsi giustizia con le proprie forze”. C’è l’urgenza di “promuovere nell'opinione pubblica il ricorso a forme di difesa nonviolenta” e alla “presenza di una vera autorità politica mondiale” che possa garantire un opportuno disarmo integrale. Carissimi amici, come San Massimiliano, andate controcorrente con il vostro servizio, rispetto a una società che premia l’apparenza e l’indifferenza per chi soffre, che insegue il successo individuale, dimenticandosi di far parte dell’unica famiglia umana. Come già ha detto il Cardinale Bagnasco, abbiamo bisogno di palestre di buone relazioni, di laboratori di solidarietà dove la vita e la morte non sono un’ideologia, ma il volto concreto del prossimo. Per questo, un servizio civile strutturato, doveroso e forse anche obbligatorio, sarebbe un investimento grande di cittadinanza solidale utile alla nostra società sempre più chiusa e paurosa, indifferente e “respingente”. Papa Francesco, infatti, ci sprona a impegnarci «con la preghiera e con l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune».Grazie cari giovani, perché con la vostra scelta ricordate che un seme di solidarietà e amicizia viene piantato giorno per giorno nella nostra terra. Il Signore vi benedica e vi sostenga nel vostro impegno giovanile di servizio. Auguro che possiate migliorare il mondo evitando la forza della violenza, ma attraverso l’amore. Siate felici, e non arrendetevi il giorno in cui vi costerà obbedire alla vostra coscienza. Il Signore sta sempre accanto a voi.
La parola del Vescovo
Siate felici e non arrendetevi il giorno in cui vi costerà obbedire alla vostra coscienza
don Roberto Tomaino · 8 anni fa