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La parola del Vescovo

San Francesco, una vita totalmente immersa nel mistero di Dio

Salvatore D'Elia · 8 anni fa

Celebriamo la festa in onore di san Francesco. Ringrazio padre Bruno per l’invito e saluto con affetto tutta la comunità dei frati minori cappuccini. Ringraziamo il Signore per questa bella opportunità di pregare insieme e invocare l’intercessione di san Francesco, un santo così vicino al Cristo da essere considerato “somigliantissimo” a Gesù, il figlio di Dio incarnato. In che cosa Francesco è stato uomo tanto somigliante al Figlio di Dio? Infatti la sua santità non è tanto per la sua scelta fortemente ascetica e penitenziale, ma è in relazione ad una vita totalmente immersa nel mistero di Dio, una vita spesa per riconciliare ogni creatura con Dio. Francesco manifesta nella sua esistenza l’amore per il creato non come visione naïf, sdolcinata, irenica, ma come ritorno alle origini, a quell’armonia esistente prima del peccato. Per questo egli ama le creature più respingenti: abbraccia il lebbroso e rende mansueto il lupo. Gli opposti si avvicinano, le diversità convivono, questa è la pace biblica, lo shalom. Noi pensiamo che l’armonia, la pace avvenga tra uguali, invece non è così. Anche in fisica i poli opposti si attraggono! La capacità di Francesco di armonizzare gli opposti non è magica; egli non è un giocoliere né un mago che fa incantesimi anche se si definisce il giullare di Dio. La sua perfetta letizia non è assenza di problemi, ma sa vedere il sorriso di Dio dentro i problemi, le prove, le difficoltà. Francesco è un uomo abitato da Dio e che ha fatto di Dio la sua dimora! Egli ha collaborato al mistero della Redenzione a tal punto da diventare conforme all’immagine del Figlio di Dio, in tutte le modalità possibili, quindi nell’amore e nel dolore. Noi siamo stati redenti grazie al sangue di Cristo; grazie a Lui il Padre ha riconciliato a sé il mondo, ma noi restiamo stupiti davanti a un uomo come Francesco che assomiglia a Gesù.Negli ultimi anni della sua vita, poco prima di ricevere le stimmate, la sua preghiera davanti al Crocifisso, è stata proprio questa: “che io possa sentire tutto l’amore e tutto il dolore che hai provato per l’uomo”.è questo un desiderio di conformità piena al Signore. Le stesse stimmate non vogliono testimoniare qualità straordinarie, ma la passione per Gesù, amato sopra ogni cosa e più di ogni cosa e, allo stesso tempo, amato in ogni creatura. A Francesco era caro il sentimento della piccolezza che noi ritroviamo in Maria nel Magnificat: «Ha guardato l’umiltà (cioè: la piccolezza) della sua serva». Egli chiamava questo atteggiamento il sentimento di minorità. Il versetto alleluiatico ce lo spiega: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra,perché ai piccoli hai rivelato i misteri del Regno». C’è una scelta preferenziale di Dio: i piccoli e i poveri. Non c’è niente da fare! Al Signore piace così. E noi uomini non ci accorgiamo che più andiamo in cerca di onore e gloria, più ci allontaniamo da Dio. L’onore, la gloria, le ricchezze umane sono certamente doni, ma il punto è non ricercarli come il fine della vita, non crogiolarci in essi, a tal punto da ritenerli un privilegio dovuto!Altrimenti non ci accorgiamo che piano piano diventano idoli che prendono il posto di Dio: così nel cuore non c’è più posto per Lui. Francesco ha aborrito con forza ad ogni privilegio di questo tipo. è vero che non tutti noi abbiamo la stessa radicalità, la stessa forza, ma è vero che tutti siamo invitati a vivere questa dimensione di piccolezza, di assenza di pretese, che nasce dal saperci creature, piccole e fragili ma amate. Invece tanti guai nelle relazioni ci vengono dalla convinzione di essere chissà chi. Chi si sente veramente piccolo considera gli altri superiori a se stesso, non per falsa modestia o per poca stima di sé, ma perché ha fiducia nel Signore che a tutti elargisce doni. Il sentimento di piccolezza ti fa stare in questo mondo con animo grato e riconoscente, pacifico e benevolo con tutti. Per questo facciamo nostra l’invocazione di Francesco alle stimmate: Mio Dio e mio tutto! Il Signore doni a ciascuno la stessa radicalità evangelica e lo stesso sguardo sul mondo che ebbe il poverello d’Assisi. Amen