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Vita diocesana

Giubileo della Misericordia, i Santi ed i Beati esempio di vita

Salvatore D'Elia · 8 anni fa

L’Anno giubilare della Misericordia ci sollecita a intensificare ogni sforzo per diffondere la cultura del perdono, della solidarietà e del sacrifico per amore del prossimo. Di incoraggiamento sono, senza alcun dubbio, i testimoni della fede, i tanti Santi e Beati che con la loro vita ci hanno lasciato una ricchissima eredità spirituale di autentico umanesimo, un faro di luce per la personale edificazione della vita in Cristo. Per questo, nel Santuario Giovanni Paolo II, della Frazione Cardolo di Feroleto Antico, è stato pensato di proporre un programma pastorale giubilare - condiviso dal vescovo diocesano, Luigi Antonio Cantafora, e dall’equipe giubilare diocesana – tutto orientato alla conoscenza delle figure di Santi e Beati che hanno fatto della misericordia la loro missione di vita. Tra questi emerge la grande apostola della misericordia, santa Faustina Kowalska, che fu chiamata ad entrare nelle profondità della divina misericordia. La sua reliquia è già custodita da mesi nel luogo più consono alla sua spiritualità il Santuario di San Giovanni Paolo II di Cardolo, il Papa - polacco anche lui – che ha istituto la festa della Divina Misericordia così come Gesù Misericordioso aveva inteso che venisse celebrata, la seconda domenica dopo la Pasqua. Santa Suor Faustina, annoverata tra le più grandi mistiche della Chiesa, se è per ogni tempo un esempio autentico di fede concreta e di perfezione cristiana, basato proprio sulla fiducia in Dio e nell’amore attivo verso il prossimo, lo è anche grazie all’indispensabile guida del suo confessore, il Beato Michele Sopocko, di cui Gesù Misericordioso si è servito quale strumento di mediazione visibile per orientare le grazie mistiche che elargiva nell’anima della Sua “sposa”, chiamata ad una singolare missione. Di lui Gesù così ne parlò a Santa Faustina: «Ecco il mio servo fedele; egli ti aiuterà a fare la mia volontà qui sulla terra» (1, 118); «Io Stesso sono la tua guida, sono stato, sono e sarò; ma dato che Mi hai chiesto un aiuto visibile, te l'ho dato. L'ho scelto Io Stesso ancor prima che Me lo chiedessi, poiché l'esige la mia causa. Sappi che le mancanze che commetti contro di lui, feriscono il mio Cuore. Guardati bene in modo particolare dall'agire di testa tua; in ogni più piccola cosa ci sia il sigillo dell'obbedienza» (1,152). Il contributo del Beato Michele Sopocko alla causa celeste di Gesù Misericordioso non può passare inosservato, come non si può non tenere conto anche che fu un insigne cappellano militare dell’esercito polacco nella Prima guerra mondiale. Anche per la seconda guerra mondiale, la sua figura emerse quale zelante diffusore del messaggio della misericordia e difensore degli oppressi: i suoi atti eroici sono noti nelle varie imprese a vantaggio di molti ebrei salvati dallo sterminio nazista e per questo fu perseguitato e dovette darsi alla latitanza per sfuggire alla Gestapo. Lo si è ricordato nell’anniversario della sua beatificazione che si celebra il 28 settembre, ma l’accoglienza della sua reliquia - di primo grado ex ossibus, che l’Arcivescovo Metropolita di Bialystok, Edward Ozorowski farà giungere dalla lontana Polonia, è stata il 25 settembre. In quel giorno - a Cardolo - al già cappellano militare, il Beato Michele Sopocko, sono stati tributati gli onori militari dallo Stato Maggione dell’Esercito per il servizio di alta e rara responsabilità, nonché di esemplare dedizione con cui ha svolto il compito di sacerdote e pedagogista a beneficio dei militari, nei quali ha saputo tener vivi quei valori etici e comportamentalidel soldato in armi in momenti di totale eclissi morale e umanitaria, e dei civili, in particolare nei riguardi degli orfani di guerra, a cui ha garantito un rifugio e un sostegno indispensabile per la sopravvivenza grazie ai vari istituti di accoglienza da lui voluti e realizzati a tali fini. Il V Reparto Affari Generali dello Stato Maggiore ha promosso questa iniziativa con convinzione, provvedendo a diramare l’invito a partecipare a tuttii reparti dell’Esercito della Regione Calabria, incaricando il secondo reggimento Aviazione dell’Esercito del “Sirio”, guidato dal comandante Luigi Sambin, a officiare i cerimoniali di accoglienza della reliquia del Beato con un picchetto d’onore. Anche l’arma dei Carabinieri ha voluto essere presente con u picchetto in alta uniforme, come ha preso parte anche la Croce rossa Italiana, la Polizia di Stato e le associazioni combattentistiche. All’occasione sono stati partecipi i sindaci di Feroleto, Pietro Fazio (con alcuni suoi consiglieri) e di Lamezia Terme, Paolo Mascaro, mentre il sindaco di Serrastretta per problemi di salute ha inviato un suo consigliere, Mascaro Antonio. L’occasione è anche voluto dedicare ringraziamenti a quanti, uomini e donne in divisa, che per amore della patria e per la tutela della pacifica convivenza umana spendono energie e perfino la propria vita in altre parti del mondo mediante le missioni di mantenimento della pace e di operazioni umanitarie. A tal fine saranno allestiti degli stand informativi per far sapere ai cittadini come l’Italia, a 60 anni dall’ingresso nell’Onu, opera da 50 anni con i suoi contingenti di corpi speciali dei Caschi Blu nelle varie azioni di peacekeeping. L’Ordinario Militare, Santo Marcianò, per impegni pregressi, si trovava all’estero, non potendo presiedere l’Eucarestia, ha inviato un saluti augurale alla comunità, alle autorità militari e civili.La celebrazione, però,è stata officiata dal decano per la zona pastorale interforze “Calabria”, Vincenzo Ruggiero. è da sottolineare che la reliquia, prima di raggiungere il Santuario San Giovanni Paolo II, per essere custodita per sempre, ha sostato per tre giorni nella cappella dell’Ospedale di Lamezia Terme, dove padre Giuseppe Ferrara ha tenuto un triduo di preghiera e di predicazione sul mistero della misericordia e della sofferenza, a cui hanno preso parte il personale ospedaliero e i vari visitatori provenienti da più parti del lametino.