Nel Vangelo di oggi i discepoli sono mandati da Gesù ad annunciare la vi-ta nuova in Cristo. Ma come? Da stranieri (li inviò in ogni città), come un piccolo gruppo (gli operai sono pochi), come agnelli in mezzo ai lupi (per essere mansueti); senza cose materiali (senza sicurezza, disarmati), portan-do la pace (quella che viene da Gesù –cfr Gv 14,27), mangiando e restan-do in casa altrui (facendosi vulnerabili e dipendenti). Si, Gesù li manda senza niente, che oltre ha riferirsi all’aspetto materiale, si riferisce ad un aspetto più profondo, che è quello della fiducia in Dio! Noi missionari e missionarie della Via, vivendo anche questo mandato, quando partiamo in itineranza senza nulla, sappiamo cosa significa! Sappia-mo cosa si prova quando non hai denaro con te e desideri un po’d’acqua: ma la gioia di Cristo che ti ha inviato è più forte! Sappiamo cosa vuol dire essere stranieri, quando arrivi in una grande città hai bisogno di tutto e non conosci nel il luogo né la lingua: ma la gioia di Cristo che ti ha inviato è più forte! Sappiamo cosa vuol dire essere un piccolo gruppo con la paura di cu-stodirsi a vicenda: ma la gioia di Cristo che ti ha inviato è più forte! Sappia-mo che dobbiamo essere agnelli, quando la gente ci deride per strada e pen-sa che siamo strani lì sotto il caldo a cercare un passaggio o un po’di cibo: ma la gioia di Cristo che ti ha inviato è più forte! Sappiamo cosa vuol dire non avere cose e non avere sicurezza e appoggi: ma la gioia di Cristo che ti ha inviato è più forte! Sappiamo cosa significa essere ospiti in casa altrui, soprattutto quando chi ti ospita lo fa con freddezza e non come un dono: ma la gioia di Cristo che ti ha inviato è più forte! Insomma è vero che Gesù ti manda senza nulla, ma solo perché tu sappia che quello che ti ha mandato a portare è più grande di tutte le emozioni del mondo messe insieme! Scopri così che la tua missione è grande perché qualcuno ti ha mandato a compier-la, non perché è il contesto che ti agevola. Insomma questa itineranza che compiamo ci aiuta a non dimenticare che prima bisogna fare la volontà di Dio; non il contesto ma la verità di ciò che fai è importante: non le cose materiali, non le sicurezze, non gli appoggi! Noi invece siamo quelli del posto sicuro; infatti per noi, ad esempio, il bat-tesimo è uguale al regalo che il bambino riceverà; cresima è uguale a festa e padrini più amichevoli o abbienti (così diventiamo “compari”); matrimonio è secondario rispetto a lavoro e sistemazione. Invece Gesù ci dice: prima devi fare la volontà di Dio e poi verrà anche il contesto, se ti fidi di me. Ma noi potremmo rispondere: “Ma no! Io ho i miei progetti, sei pazzo a pensa-re che mi sposo senza lavoro! Sei pazzo a pensare che non faccio fare la fe-sta con i regali! Non si può andare senza nulla!”. Invece si! Quando vedete una persona che fa la volontà di Dio con gioia è lì la risposta, fidati di Dio! Quella gioia che spesso quando siamo attaccati ai nostri progetti e appoggi non abbiamo è ciò che ti fa capire che il dono che Dio ti fa nei sacramenti è molto di più. Insomma fare la volontà di Dio è molto di più! Gesù chiede verità!
Il Vangelo della domenica
Fidati di Dio
Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa