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Vita diocesana

Celebrata in Diocesi la Giornata delle Comunicazioni sociali

Salvatore D'Elia · 9 anni fa

Usare parole e gesti per creare ponti, diffondere la verità, incoraggiare il bene comune. I giornalisti e gli operatori della comunicazioni chiamati ad essere in questo nostro tempo e in questa società “costruttori di relazioni tra le persone e predicatori del bene comune”. Sono questi alcuni dei moniti indirizzati dal Vescovo Luigi Cantafora ai giornalisti lametini, radunati questa mattina in Cattedrale per celebrare il Giubileo diocesano dedicato agli operatori della comunicazione e dell’informazione. Parole di grande stima e apprezzamento da parte del vescovo Cantafora ai giornalisti per il prezioso lavoro svolto ogni giorno in una realtà complessa come quella del nostro territorio dove “so quanto vi esponete anche di fronte al male, per amore della verità. Il Signore vi ricompensi e vi illumini perché il vostro agire sia sempre guidato dall’amore alla verità”. Passione per l’uomo e amore alla verità sono le due caratteristiche che, per il vescovo lametino, devono contraddistinguere la professione del giornalista, che è una missione, “un campo privilegiato per far crescere il dialogo e la comprensione. I giornalisti, in una società come la nostra segnata dall’individualismo e in un contesto come quello della nostra Calabria dove troppo spesso prevale la divisione, come se fossimo tuttidelle entità separate costrette a stare insieme, i giornalisti sono coloro che aiutano a costruire relazioni tra la società civile e la società politica e tra i cittadini. I giornalisti sono chiamati a promuovere il bene comune, che non è la somma di tanti beni individuali, ma è il bene di tutti. Ed è di questo che la nostra Calabria ha bisogno. Il Giubileo della Misericordia – ha concluso Cantafora richiamando il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali – provoca ogni giornalista ad “avere compassione”, nel suo lavoro quotidiano. Avere compassione non significa rinunciare all’annuncio della verità ma farlo con misericordia, animati da un autentico amore per l’uomo”. Il rapporto tra comunicazione e misericordia è stato al centro della riflessione del direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Diocesi, don Roberto Tomaino, che ha sottolineato come “comunicazione e misericordia siano profondamente legate. Comunicare significa mettere in comune dei doni, condividere un impegno. Per questo, soprattutto in questa occasione del Giubileo, giornalisti e operatori della comunicazione siamo chiamati a impegnarci per guarire una memoria ferita e per gettare ponti verso gli altri. Perché nessuno si senta escluso, nessuno si senta messo ai margini nella nostra società. E’questa l’essenza della missione di chi opera in un ambito così delicato e affascinante come quello della comunicazione”. A nome di tutti i giornalisti presenti, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Calabria Giuseppe Soluri ha ringraziato il Vescovo Cantafora per aver voluto un momento di condivisione con i giornalisti della diocesi lametina “segno della stima della Chiesa di Lamezia e del suo Vescovo verso il lavoro che svolgiamo ogni giorno in questo territorio, a servizio dei cittadini”. Soluri ha ricordato quanto sia difficile fare informazione in Calabria, tra le minacce ai giornalisti e il dramma del lavoro sottopagato e del precariato. Dal presidente dell’Ordine calabrese un richiamo a quelli che sono i valori etici della professione giornalistica, valori condivisibili dai giornalisti cristiani e di qualsiasi convinzione religiosa, che sono anzitutto i valori della “credibilità”, della professionalità, il dovere di informare correttamente i cittadini separando i fatti dalle opinioni personali. Il Vescovo Cantafora ha fatto dono al presidente Soluri di un piatto realizzato in occasione della visita di Benedetto XVI a Lamezia. L’itinerario giubilare si è concluso con il pellegrinaggio dalla sede dell’episcopio verso la Cattedrale dove i giornalisti hanno varcato la Porta Santa e partecipato alla Santa Messa presieduta dal Vescovo Luigi Cantafora. Ai presenti è stata consegnata una piccola riproduzione della Croce di Cortale, uno dei segni del Giubileo della Diocesi lametina.