·

Il Vangelo della domenica

La Resurrezione è vittoria sull'individualismo

Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa

La Pasqua è il trionfo della vita sulla morte, di quella nuova vita che il Signore è venuto a donarci, capace di trasformare il cuore degli uomini! Nel Vangelo di oggi Gesù risorto si manifesta ai suoi, rinchiusi, tra delusione e paura di essere arrestati: Pace a voi! ecco il saluto, anzi, il dono del Risorto che ogni cuore cerca, la pace. La pace è dono di Gesù: Lui solo sa liberarci dalle nostre paure, dalle nostre chiusure, dalle nostre schiavitù! Gesù soffia su di loro: questo soffio è come una nuova creazione. In genesi Dio ha dato vita all’uomo soffiando nelle sue narici lo spirito: ora, attraverso questo nuovo soffio, lo “ricrea”; mentre nella prima creazione il Signore ha dato all’uomo la vita naturale, ora gli dona quella soprannaturale, la vita nuova, lo Spirito Santo. Dopo il battesimo, noi facciamo nostro questo “soffio di vita” ogni volta che ci confessiamo dai ministri di Dio (vescovi e sacerdoti), che hanno ricevuto questo mandato: a chi perdonerete i peccati saranno perdonati, a chi no, resteranno non perdonati. Lì nella confessione il Signore ci toglie ogni peccato che ha sfigurato la nostra anima e ci “ricrea”. Nell’Antico Testamento ci sono due verbi che hanno per soggetto solo Dio: barà, che significa creare (solo Dio può creare dal nulla), e selah, perdonare (solo Dio può perdonare i peccati). Sì, solo Dio può perdonare il peccato, che per l’uomo è fonte di tristezza e di morte interiore; che pace gode l’anima liberata dal peccato, che vive in comunione con Dio! E così, avendo fatto esperienza del perdono ed essendo in pace, possiamo costruire attorno a noi la pace: in famiglia, al lavoro, con gli amici…Sì, la vita scorre nel perdono, ricevuto e donato: Gesù lega la pace alla sua presenza e al perdono dei peccati - e reciproco. Nel perdono scorre la vita! Forse molti di noi siamo in situazioni simili ai discepoli, di paura, rabbia, delusione: ecco, oggi in modo semplice Gesù ci dice: perdona, lascia andare (in greco afiemi è perdonare, lasciar andare). Perdonare significa: fare i conti con tutti i sentimenti che ho dentro (rabbia, dolore, vergogna, ecc.), decidendo di lasciar andare quella situazione o quella persona, accettando la realtà com'è: tuo padre ti ha detto da quando sei piccolo che sei un buono a nulla? Perdonalo, lascia andare! Ti ha amato come poteva, era il suo modo per incoraggiarti! Tua madre a te ha sempre preferito tuo fratello? Perdonala, lascia andare! Sei caduto per l’ennesima volta nello stesso peccato? O non sei stato all’altezza delle tue aspettative? Perdonati, lascia andare e riparti dalla misericordia di Dio! Uno non ti vuole pagare? Stagli appresso, insisti e chiedi ciò che ti spetta, ma perdonalo, lascia andare (non lascia perdere), non capisce! Insomma, davanti a qualsiasi situazione fai i conti con il tuo dolore ma poi perdona. Questo è il grande segno dell’aver incontrato il Risorto e di aver accolto il Suo Spirito in noi: saper vivere in comunione con gli altri! San Tommaso dapprima cerca Gesù da solo, ma lo incontrerà solo stando con gli altri, la domenica, nel cenacolo: come a dire che il Risorto lo incontriamo concretamente quando ci raduniamo insieme per celebrare l’Eucaristia. Gesù è lì, presente nella Parola e specialmente nell’Eucaristia: ed è l’Eucaristia, ossia la Comunione con Dio, che ci rende capaci di vivere in comunione con gli altri. La risurrezione è la vittoria sul nostro individualismo, sulle nostre chiusure, sul nostro essere centrati su di noi e ci apre all’amore verso gli altri, gratuito, generoso, senza calcoli, senza paura di perdersi. Molti riducono la loro fede a sterile perfezionismo o ad appagamento di coscienza in forza di atti religiosi solitari: pensiamo a chi dice “Dio sì, chiesa no..”, oppure “io vado solo nelle chiese dove non c’è nessuno”.. ma chi non sa incontrare gli altri è perché non ha nemmeno incontrato davvero Dio, che è amore! Perché è con gli altri che incontriamo il Signore risorto ed è negli altri che lo possiamo riconoscere, specie nei poveri e negli ultimi. Che il Signore ci aiuti.