·

Chiesa

I lontani e gli allontanati

Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa

Non esistono solo i lontani per la Chiesa. è grande anche la fila degli allontanati. è la categoria più difficile da raggiungere e incontrare, ma la paura è che sia, abbastanza numerosa. Chi sono gli allontanati? Sono in genere cristiani che si sono avvicinati, magari con slancio e generosità, ma che poi, per un motivo o per un altro, se ne sono andati. Alcuni piano, altri a gambe levate. I motivi possono essere tra i più disparati e disperati. Si obietta che le loro motivazioni siano deboli. Potrebbe starci. Ma anche l’umanità vuole la sua parte e relazioni disumane non mancano neanche all’interno della Chiesa, a tutti i livelli. Se l’altro vale per quello che fa, allora nel suo cuore è difficile trovare una motivazione. Nel suo cuore si annida la funzione. Sia che si tratti di un prete, che di una suora, che di un laico. P. Marco Rupnick nella meditazione alla Curia Romana ha citato una tentazione singolare: “La tentazione di acquisire un carattere para-statale, para-imperiale. Ed è una tentazione tremenda: perché questo mette nel cuore la funzione, la struttura, l’istituzione, l’individuo che è in funzione di...”. Quali sono i motivi della lontananza? Enzo Bianchi sostiene che dal comunismo e dal nazismo non sono nati tanti atei quanti ne sono ne venuti fuori dalla Chiesa stessa quando ha annunciato un volto perverso di Dio. Benedetto XVI, ad Assisi, riconobbe con il coraggio del genio,che se taluni “non riescono a trovare Dio dipende anche dai credenti con la loro immagine ridotta o anche travisata di Dio”. E’tempo di Missione in Diocesi, grazie al Giubileo della Misericordia. L’invito è di uscire e cercare i lontani, ma non solo quelli che non ci conoscono, anche quelli che ci hanno conosciuti e se ne sono andati. Come ci si può presentare di fronte a chi ha voltato le spalle? Socci, il famoso giornalista di Libero è stato uno dei pochi a non risparmiare nessuna critica a Papa Francesco. E il Papa l’ha persino ringraziato, dicendogli che anche le critiche ci fanno bene. P. Marco, sempre alla Curia Romana diceva:“Dietro una Chiesa brava non si incamminerà mai nessuno, ma ciò avverrà di fronte a una Chiesa bella, che dentro i suoi gesti e le sue parole faccia emergere un altro, il Figlio e, ancor più, il Padre”.Tutto dipende da che tipo di Chiesa - e quindi di Dio - si voglia annunciare. Se dobbiamo essere una Chiesa brava, le critiche pungono come lance. Se dobbiamo essere una Chiesa bella, le critiche possono far male, ma sono molto relative. La bellezza è un dato oggettivo che non dipende da altro. Le persone belle sbagliano, ma sono un po più libere perché la loro bellezza, non dipende tanto dalla loro bravura. La Chiesa può permettersi di non essere sempre brava, in quanto non ce la fa, ma non può rinunciare a essere bella. L’importante è che si preoccupi di essere bella e di non voler diventare a tutti i costi “brava”. In tal caso, la Chiesa “bella” saprà rivolgersi, come diceva P. Turoldo, al «fratello ateo, nobilmente pensoso», a cui la storia ha aggiunto il «fratello cristiano, nobilmentein disparte » con cui anche oggi qualcuno deve parlare.