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Vita diocesana

METTIAMOCI IL CUORE

Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa

Come catechisti, abbiamo incontrato Francesco Aprile ( relatore al convegno del 4 e 5 febbraio 2016) già diverse volte , in un percorso formativo organizzato dall’ufficio catechistico diocesano per accompagnarci nel nostro delicato e meraviglioso compito di trasmettere la fede ai ragazzi .

Nel corso di questi incontri Francesco , con tono gioioso e coinvolgente, ci ha sempre “costretto” ad interrogarci, a riflettere ed a mettere in discussione il nostro ruolo di catechisti. Molti luoghi comuni sull’educazione o ineducazione dei nostri ragazzi sono caduti insieme alle nostre paure, ai nostri grandi scoraggiamenti, ai nostri pregiudizi . Nel trasmettere i contenuti della fede abbiamo capito che il nostro compito non si limita a proporre schemi già pronti , preparati e ripetuti ma è necessario metterci del nostro : “CREARE” attraverso il nostro spirito, il nostro vissuto e quello dei ragazzi, una dinamica di comunicazione che consenta di inserire il messaggio di fede nella vita concreta di ognuno. Infatti, come ribadito dal nostro Vescovo Luigi Cantafora, intervenuto in uno di questi incontri , noi catechisti dobbiamo trasmettere la nostra vita (uniformata a quella di Cristo) e non una dottrina.

In quest’ultimo convegno dal titolo "mettiamoci il cuore" siamo stati invitati a riflettere sul valore delle emozioni nella relazione umana. Attraverso lavori personali e di gruppo, video ed esperienze abbiamo riscoperto e rivalutato il ruolo delle emozioni anche nelle dinamiche dell’annuncio.

Ogni emozione ha, infatti , una sua “dignità” (anche quelle cosiddette negative es. rabbia… ) se è congrua con il vissuto della persona e con il contesto. Negative possono essere solo le manifestazioni non controllate e le loro conseguenze sulla qualità delle relazioni e di vita . L’emozione non va negata o cancellata perché ci dà un informazione preziosa sul reale andamento della relazione e del percorso tra noi e i ragazzi , dei ragazzi fra di loro, fra i ragazzi ed il mondo intorno. Quando noi catechisti ci troviamo davanti a manifestazioni emotive dei ragazzi anche le nostre emozioni entrano in gioco : sta alla nostra intelligenza emotiva riuscire a dare ascolto tanto alle emozioni dell’altro, quanto alle proprie per poterne fare qualcosa di costruttivo. Mantenere la calma, arginare, ironizzare davanti ad emozioni non espresse positivamente è la strada da seguire, mentre in presenza di emozioni autentiche e congrue il nostro compito è di ascoltare, condividere e fornire elementi per indirizzarle in maniera costruttiva. Non solo. Abbiamo l’occasione di fronte ad emozioni come ad esempio la tristezza per una perdita, di annunciare il Risorto; dalla manifestazione di rabbia per un amico che tradisce abbiamo la possibilità di proporre un invito alla misericordia; dalla vergogna espressa da un ragazzo per un senso di impotenza possiamo mettere in evidenza la forza del sostegno di Dio .Tutto questo in definitiva ci fa capire che le emozioni possono essere un trampolino di lancio per il nostro annuncio in quanto la Parola si cala in qualcosa di tangibilmente vissuto dai ragazzi.

In attesa del prossimo incontro, che rappresenta non solo la possibilità di crescere ma anche di incontrarsi, sostenersi e confortarsi tra catechisti di tutta la diocesi, non ci resta che ringraziare la nostra chiesa locale per il supporto e l’aiuto che mai ci fa mancare per svolgere al meglio possibile il nostro servizio.