·

Vita diocesana

Celebrato in Cattedrale il Giubileo degli ammalati. Cantafora: “il mondo della malattia invoca il mondo dell’amore”

Gigliotti Saveria Maria · 9 anni fa

“Proseguite con generosità, in questo impegno. E vivetelo perché siete animati dalla fede in Cristo il quale di fronte a ogni ammalato si è fermato e ha portato il tocco della sua tenerezza sanante. Sia davvero questo giorno giubilare giorno in cui tutti siamo resi più capaci e più disposti ad avvicinarci a chi soffre”. E’stato il monito del Vescovo di Lamezia Terme Luigi Cantafora ai volontari e agli operatori sanitari che ieri sera si sono ritrovati in Cattedrale per celebrare il Giubileo dell’ammalato e del mondo della salute.

Nella giornata mondiale del malato, che da 24 anni viene celebrata in occasione della memoria della Madonna di Lourdes, il Vescovo ha richiamato, di fronte ai tanti ammalati e alle tante persone con disabilità che hanno varcato la Porta Santa della Cattedrale, lo stretto legame tra “il mondo della malattia e il mondo dell’amore” , la vicinanza concreta a chi si chi trova nella sofferenza e nella malattia come missione che interpella ogni uomo e tutta la società, a cominciare da chi ha responsabilità nella sanità pubblica.

Il modello a cui guardare – ha affermato il Vescovo – “è Gesù, che soccorre chi è in difficoltà e nel bisogno. Il Signore guarda una persona inferma e la prende per mano. Questa è l’icona della vicinanza di Dio all’uomo, dell’incontro che arriva fino al contatto fisico di Dio coll’uomo”.

Dall’immagine di Cristo che si china sulle sofferenze fisiche e spirituali degli uomini comprendiamo – ha proseguito il Presule – “che il mondo della sanità” è abitato, costituito da due esperienze fondamentali: quella della sofferenza umana, e quella dell’amore umano che prende la forma della vicinanza a chi è infermo. Il mondo della malattia invoca senza sosta il mondo dell’amore. Come Gesù, l’uomo che è prossimo di ogni uomo, non può restare indifferente, ma deve guardare colui che giace a letto: fermarsi, commuoversi ad agire.”

Ai volontari dell’Unitalsi, dell’Avo, dell’Avuluss, dell’Acmo, ai Medici Cattolici, alle sorelle delle Conferenze di San Vincenzo, agli operatori sanitari che hanno accompagnato gli ammalati e le persone con disabilità alla celebrazione in Duomo, il grazie del Vescovo di Lamezia perché “perché con la vostra vita, imitate i servitori di Cana e incarnate il mondo dell’amore che incontra il mondo della sofferenza”

Nel corso della Santa Messa, concelebrata dal direttore della Pastorale Sanitaria Diocesana Padre Rosario Messina e dal cappellano dell’Ospedale “Giovanni Paolo II” Padre Giuseppe Ferrara, il Vescovo ha amministrato l’unzione degli infermi agli ammalati e alle persone con disabilità presenti in Cattedrale. Subito dopo aver incensato il pane e il vino durante l’offertorio, il Vescovo si è avvicinato con il turibolo dell’incenso agli ammalati: un gesto significativo per ricordare che tutti coloro che soffrono sono tempio vivo del Cristo sofferente nella Chiesa, la cui carne è santa perché unita alle sofferenze di Cristo.

La celebrazione si è conclusa con la recita della preghiera scritta da Papa Francesco per la Giornata mondiale del Malato intervallata dal canto dell’Ave di Maria Lourdes, richiamando la processione aux flambeaux che ogni sera si svolge al santuario mariano dove la Madonna apparve a Bernardette.

Domani sabato 13 febbraio alle 18 saranno presenti in Cattedrale i cinquecento missionari della Misericordia, ai quali il Vescovo Luigi Cantafora affiderà il mandato missionario per le missioni al popolo che, anche nella Diocesi lametina, si svolgeranno nel periodo di Quaresima. I missionari delle parrocchie entreranno in contatto con le famiglie, con le diverse realtà sociali, con le singole persone per annunciare e testimoniare la misericordia di Dio Padre per tutti i suoi figli.

mai ci fa mancare per svolgere al meglio possibile il nostro servizio.