Perdonare le offese è un’opera di misericordia vasta, che non ha confini. Non si limita a una categoria, ma copre ed investe il cuore di tutti noi. Giorno per giorno. Perché vivere il perdono è di fatto decisivo e discriminante per riconoscere una comunità cristiana, e di conseguenza una famiglia cristiana. Per approfondire questo tema, mi piace attingere anche a una interessante lezione tenuta da Mons. Giancarlo Maria Bregantini, mio carissimo amico, alle “Prediche di Spoleto.” Sarà importante annotare subito che la parola “perdono” è sovrana nel Vangelo e nella vita di fede di chi sperimenta l’amore infinito di Dio. E’una parola che scorre per il mondo. In modo spesso silenzioso, ma sempre efficace. Dove c’è perdono c’è un fiore che sboccia. C’è il bene che vince sul male. Quando fiorisce il perdono, infatti, nella notte più buia arde come fiaccola una speranza, che viene posta al timone della storia, per condurre la nave della propria vita, oltre le acque amare e tempestose dell’offesa, nel porto della pace . Esiste poi nel perdono una premura, ossia una sorta di “cura” per l’altro di una gratuità disarmante, che fa appello, non alla sfida dell’orgoglio, ma a quella della debolezza. Il perdonare è allora l’apice per il credente. E’l’azione umana che più di tutte corrisponde a quella divina. Il perdono cristiano infatti affonda le sue radici nell’amore immenso e sconfinato di Dio Padre. Il suo progetto d’amore, il suo cuore è ben evidenziato nel celebre prefazio della seconda preghiera eucaristica della riconciliazione, che così recita: “Riconosciamo il tuo amore di Padre quando pieghi la durezza dell’uomo e in un mondo lacerato da lotte e discordie, lo rendi disponibile alla riconciliazione. Con la forza dello Spirito, tu agisci nell’intimo dei cuori, perché i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano e i popoli si incontrino nella concordia. Per tuo dono ,o Padre, la ricerca sincera della pace estingue le contese, l’amore vince l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono.” Se riflettiamo bene, tutta la Bibbia non è altro che una rivelazione lenta continua e progressiva del cuore di Dio, del suo amore di Padre. Ad esempio, anche dopo il peccato di idolatria del popolo eletto con l’adorazione del vitello d’oro (Esodo cap.32), Dio fa riscrivere a Mosè su nuove tavole la sua volontà di perdonare e amare il suo popolo:”Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà, che conserva il suo amore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato.”(Esodo 34,5-7) Per questo il Salmista può cantare: “Sei stato buono, Signore, con la tua terra, hai perdonato la colpa del tuo popolo, hai coperto ogni loro peccato.”(Sal.85,2-3) Non ci resta quindi che magnificare il Signore per la Sua immensa tenerezza: “Benedici il Signore anima mia, non dimenticare tanti suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità.”(Sal.103,2-3) Gesù poi, nella pienezza dei tempi, venendo tra noi, ci ha subito parlato di perdono e di misericordia , invitandoci a imitare il cuore tenero e misericordioso del Padre:”Avete inteso che fu detto: amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinchè siate figli del Padre vostro che è nei cieli”. (Mt.5,44) “Avete inteso che fu detto: occhio per occhio e dente per dente. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu porgigli anche l’altra.”(Mt.5,38-39) “Voi dunque siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.”(Mt.5,48) Gesù inoltre ci ha anche rivelato che il Padre rifiuta la nostra preghiera e la stessa Eucaristia, se prima non perdoniamo chi ci ha offeso: “Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono.”(Mt.5,23-24) L’invito di Gesù a perdonare tocca il vertice sulla Croce, dove tra le sue meravigliose sette Parole inserisce quella più decisiva:”Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno.”(Lc.23,34) Per questo Egli ci ha insegnato la preghiera del “Padre Nostro”dove gli chiediamo di perdonare i nostri debiti(peccati) nella stessa misura con cui noi siamo disposti a perdonare i nostri debitori. ( cfr. Mt.6,9-13)
La volontà di perdonare, può riguardare offese, ingiurie, affronti, insulti, oltraggi, lesioni, danni, percosse, molestie, provocazioni e perfino uccisioni. Negli anni di piombo, ad esempio, il perdono cristiano ha mostrato in Italia tutta la sua dignità attraverso un elenco di testimonianze luminose, come Bachelet, Mazzotti, Mattarella, Tobagi e tanti altri. Perdonare, inoltre, contribuisce allo stesso benessere della persona. Chi cova infatti rancore o vendetta, non dorme sonni tranquilli e se per caso è colpito anche da malattia, questa blocca o rallenta la sua piena guarigione. San Giuseppe Moscati, famoso scienziato e profondo conoscitore delle interferenze che intercorrono tra corpo e spirito, disse un giorno ad un malato che se non si fosse riconciliato con la moglie, difficilmente sarebbe guarito da un serio mal di cuore. Riconciliarsi con Dio e riconoscere i propri peccati è inoltre fonte di sollievo e di gioia. Il Manzoni, da credente, ha tentato di descrivere l’intensa felicità vissuta dall’innominato, dopo avere confessato nel pianto al Cardinale i suoi peccati: “Dio veramente grande! Dio veramente buono! Le mie iniquità mi stanno davanti, ho ribrezzo di me stesso; eppure provo un refrigerio, una gioia, sì una gioia quale non ho provata mai in tutta questa mia orribile vita.”(Promessi Sposi, cap.XXIII) E’terribile, invece, leggere ciò che scrive San Francesco da Paola nelle sue lettere, a proposito di chi non vuole perdonare e cova vendetta e rancore:”il ricordo della malvagità subita è infatti ingiuria, colmo di follia, custodia del peccato, odio della giustizia, freccia rugginosa, veleno dell’anima, dispersione della virtù, tarlo della mente, confusione dell’orazione, lacerazione delle preghiere fatte a Dio, abbandono della carità, chiodo fisso nelle nostre anime, peccato che non viene mai meno e morte quotidiana.”Solo la preghiera può diventare sorgente da cui attingere coraggio e volontà di perdono. Senza di essa, senza il cuore rivolto alla croce di Gesù, non è possibile pensare a gesti di riconciliazione. Afferma Bonhoeffer: “O una comunità cristiana vive di preghiera o perisce! Non posso giudicare o odiare un fratello per il quale prego, per quanta difficoltà io possa avere ad accettare il suo modo di essere o di agire! Il suo volto, che forse mi era estraneo o mi riusciva insopportabile, nella preghiera si trasforma nel volto del fratello per il quale Cristo è morto, nel volto del peccatore perdonato.”Chi nel suo cuore è stato capace di perdonare, lui sì che lo può insegnare ad altri. Pensate ad una mamma che ha perdonato nel cuore, pur tra mille lacrime, colui che le ha ucciso il figlio. Nessuno meglio di quella mamma saprà indicare questo difficile ma possibile percorso di riconciliazione e di pace. Per raggiungere questo traguardo, spesso può essere utile o perfino necessaria anche una fattiva collaborazione di tutta la comunità cristiana, attraverso l’arma della correzione fraterna. Gesù è molto chiaro a questo riguardo: “Se un tuo fratello commette una colpa, va e ammoniscilo tra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato tuo fratello; se non ti ascolterà, prendi con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni; se poi non ascolterà neppure costoro, dillo all’assemblea. E se non ascolterà neanche l’assemblea, sia per te come un pubblicano e un pagano.”(Mt.18,15-17) Inoltre, a livello sociale e culturale, il perdono porterà ben presto la comunità, e ci auguriamo anche la società tutta, ad uno stile di vita basato sulla Non-Violenza. Una prassi decisiva per l’umanità. Come non ricordare un’amara riflessione di Don Milani:” Mentre in Europa si inneggiava per Hitler, in India milioni di poveri seguivano Gandhi! Contemporanei erano. Ma che differenza!” L’India insegna, poiché ha imparato da chi il Vangelo, specie il perdono, l’ha letto con ammirazione! Infine c’è una nuova dimensione del perdono sulla strada della Riconciliazione. E’la custodia del creato, suggerita da Papa Francesco, nella meravigliosa ma sferzante Enciclica “Laudato Sì.” E’una nuova inattesa, meravigliosa applicazione del perdono. Spesso infatti questo Creato lo abbiamo offeso, violato, sporcato, inquinato! Ora tocca a noi “sanare le ferite da noi create.” Perdonare e farci perdonare le offese create alla Terra, alla Natura. Cioè all’Opera di Dio.
Spiritualità
PERDONARE LE OFFESE
Cesare Natale Cesareo · 9 anni fa