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Parrocchie news

Preparazione alla festa di San Giovanni Paolo II

Antonio Cataudo · 9 anni fa

Il 22 ottobre scorso nel santuario di Cardolo si è concluso il settenario di predicazione sulla “Misericordia Divina”, programmato per la preparazione della festa inonore di San Giovanni Paolo II e all’apertura dell’Anno straordinario della Misericordia. Tanta gente già nel primo pomeriggio si era recata al Santuario per pregare e chiedere l’intercessione di San Giovanni Paolo, il “Santo della Famiglia”, attraverso la preghiera individuale del santo rosario. Molte altre persone, che alla fine hanno gremito il Santuario, si sono poi aggregate e, come tutte le sere del settenario, alle 17.30, mentre alcuni si accostavano al sacramento della riconciliazione, hanno partecipato alla recitata della coroncina della divina misericordia e alle 18.00 alla preghiera comunitaria del santo rosario, animata con canti marianidal coro parrocchiale.

Alle 18.30, alla presenza delle autorità civili, Sua Ecc.za Rev.ma, Mons. Francesco Oliva, Vescovo della Diocesi di Locri Gerace, ha iniziato la solenne celebrazione, spendendo parole colme di ammirazione e di compiacimento per come è stato ideato e realizzato il primo Santuario del Meridione d’Italia dedicato a San Giovanni Paolo II. Durante l’omelia, il vescovo, ha avuto modo di coniugare l’evento celebrativo liturgico odierno e il Sinodo sulla Famiglia, ormai giunto a metà percorso, mettendo in rilievo l’attenzione che lungo il pontificato San Giovanni Paolo II ha sempre avuto nei confronti della famiglia, offrendo ai presenti spunti di alta riflessione sulle verità fondanti la persona umana e la famiglia voluta da Dio. Altri aspetti della personalità del Santo sono stati messi in luce dal vescovo, come ad esempio il suo legame con la Divina Misericordia. è lui - ha ribadito il vescovo - che ha istituito la solennità della Divina Misericordia, in occasione dell’anno santo del 2000, quando è stata elevata agli onori degli altari suor Faustina Kowalska, l’apostola della Divina Misericordia. Il vescovo ha anche fatto notare come per divino disegno il Giovanni Paolo II visse il suo transito nella vigilia della solennità della Divina Misericordia, o domenica “in albis”.

San Giovanni Paolo II vedeva sempre la Misericordia Divina come fondamento del rispetto della dignità dell’uomo: nel suo lungo pontificato, egli ha voluto essere strumento e interprete della misericordia divina, il cui senso profondo lo ha rappresentato in una straordinaria sintesi tra esperienza di Dio e scelta per l’uomo, che ha sempre difeso tutelandone i suoi diritti con forza e coraggio.

Per questa sua autentica testimonianza, Giovanni Paolo II, risulta essere agli occhi di tutti quale impronta viva e indelebile della misericordia di Dio lasciata nella storia dell’umanità. Impronta che anche noi dobbiamo seguire - a dire del vescovo - approfittando di questo tempo di grazia che sarà il Giubileo della Misericordia e divenire a nostra volta segno vivo e visibile del Dio, ricco di misericordia. Tra l’altro, San Giovanni Paolo II, scrisse un’enciclica sul Dio, ricco di misericordia, denominata Dives in Misericordia, i cui contenuti sono di una ricchezza spirituale e dottrinale che non può essere trascurata. Anche Papa Francesco ce lo ha raccomandato nella bolla d’indizione al Giubileo.

Per questo motivo, i fedeli e le amministrazioni dei comuni di Feroleto Antico e di Serrastretta, si sono accordati per ristamparla e diffonderla, quale strumento di evangelizzazione e di catechesi per quanti vogliono prepararsi con frutto all’anno giubilare.

La celebrazione, partecipatissima dai presenti che non si sono annoiati dinanzi a così armoniosa liturgia, si è conclusa con la benedizione solenne delle famiglie, dei presenti e di un plastico raffigurante una casa donata da alcuni fedeli (Sig.ra Franceschina Sergi e Sig. Nicola Gallo) alla Parrocchia, da ristrutturare e mettere a disposizione di quelle famiglie in difficoltà che potrebbero essere sostenute offrendo loro un appoggio (alloggio) temporaneo, fino alla risoluzione di alcuni problemi. Si tratta di un segno giubilare denominato: "La Casa della misericordia". Questo segno-gesto vuole esprimere la solidarietà concreta che un tempo si chiamava "opera di misericordia corporale e spirituale". La solidarietà, come sappiamo, è il volto visibile della carità, è partecipazione alla sofferenza fisica, morale e spirituale di ogni uomo.

Ci auguriamo che quest’anno di grazia sia l’anno del cambiamento, della crescita nella fede personale e comunitaria, e che ogni fedele diventi segno vivo della misericordia di Dio, incalzati dall’esempio di San Giovanni Paolo II, il Papa della Misericordia.

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