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Vita diocesana

Una cattedrale stracolma di fedeli ha dato l’ultimo saluto a monsignor Eugenio Zaffina

Redazione · 9 anni fa

Una cattedrale stracolma di fedeli ha dato l’ultimo saluto a monsignor Eugenio Zaffina che è stato parroco della Natività della Beata Vergine Maria di Bella sin dal 1967. Canonico onorario dal 2014, don Eugenio è stato dal 1960 al 1966 membro del Capitolo della Chiesa Cattedrale oltre che assistente dei convegni di cultura Maria Cristina nel 1989.

Un percorso, il suo, iniziato il 29 giugno 1960 quando venne ordinato sacerdote in “uno dei momenti più entusiasmanti – come ha ricordato il vescovo della diocesi, monsignor Luigi Cantafora che ha presieduto il rito funebre concelebrato con monsignor Mario Milano e monsignor Vincenzo Rimedio ed i sacerdoti della diocesi - della storia della Chiesa, quale poteva essere il periodo del Concilio Vaticano II”.

Di don Eugenio, più volte vicario foraneo e membro del consiglio presbiterale, il vescovo ha poi ricordato “una non particolare e non comune apertura alle nuove realtà ecclesiali ed ai movimenti. Egli – ha aggiunto - ha saputo dare spazio ai laici. Ha saputo credere nelle nuove vie che lo Spirito ha indicato alla Chiesa per dare nuovo slancio di fronte alle sfide dell’oggi”. Ed in tal senso numerose sono state le iniziative che la parrocchia che lo ha visto “nascere” come giovane sacerdote e che lo ha accompagnato commossa nel suo ultimo tratto di vita terrena ha vissuto come momenti intensi di vita spirituale.

Chi ha avuto la fortuna di percorrere insieme a lui un tratto della propria vita non può fare a meno di ricordare i confronti anche con realtà lontane da noi. Tanti i sacerdoti provenienti da tutto il mondo che sono stati ospitati nella sua casa parrocchiale dando vita ad un crocevia di alta spiritualità dove si potevano confrontare le esperienze di ciascuno, mettendo al centro la Parola di Dio. Per don Eugenio, che è stato anche insegnante di religione dal 1960 al 1995, la conoscenza ed il confronto erano importanti. Mai chiusura a riccio, ma apertura al dialogo senza preconcetti. Ed è stato così che frequentare la sua casa era come confrontarsi quotidianamente con il mondo intero, con realtà molto distanti dalla nostra e diverse per cultura e tradizioni al punto che la casa di don Eugenio per tantissimi anni ha rappresentato per molti un punto di riferimento certo.

Importante anche l’esperienza della radio parrocchiale (Radio Veritas) che riuscì, non solo a coinvolgere tanti giovani, ma divenne un momento di confronto ed approfondimento di varie esperienze. Convinto sostenitore dell’importanza della evangelizzazione, don Eugenio era riuscito a guardare oltre, a capire che il mondo dei media poteva esso stesso diventare strumento per diffondere la Parola di Dio. Ed è stato così che, quando ancora Radio Maria, era forse solo un’idea, a Bella un gruppo di giovani e di volontari trasmetteva quotidianamente la messa mattutina in diretta dalla chiesa parrocchiale, recitava il Santo Rosario e le Lodi, si interrogava sulla fede, rifletteva sul messaggio Evangelico, parlava agli ammalati ed ai sofferenti da una stanza al pianterreno della casa canonica, dava messaggi di speranza e confortava chi era nel dolore. In una parola: evangelizzava.

Un’esperienza esaltante che ha segnato la vita di gran parte di quei giovani che, ancora oggi, sebbene impegnati in altre realtà, la conservano nel profondo del proprio cuore, con umiltà, come tra le cose più care. Quella stessa umiltà di cui don Eugenio ha sempre parlato: “Appena ordinato sacerdote – ha detto, infatti, monsignor Cantafora durante l’omelia ai funerali – venne inviato nella parrocchia della Natività della Beata Vergine Maria a Bella dove vi rimase per tutti gli anni del suo ministero. Quale esempio di fedeltà e di perseveranza semplice ed umile nel servizio pastorale”.

Ciao don Eugenio, continua a prenderci per mano ed a rassicurarci con quel tuo indimenticabile sorriso.

Saveria Maria Gigliotti