La Visita del Santo Padre a Napoli, città non facile ma mai triste….
Un appello ai napoletani a "reagire" contro la camorra, e agli stessi criminali a "convertirsi alla giustizia". E una severissima condanna della corruzione, che il Papa ha descritto in termini di disgusto: "puzza", ha detto più volte del malaffare, o meglio, nel suo colorito linguaggio ibridato dallo spagnolo, "spuzza". Nella sua intensissima visita a Napoli, partita dopo la "supplica" mariana nel santuario di Pompei dal difficile sobborgo di Scampia, Francesco ha anche duramente puntato il dito contro chi sfrutta il lavoro e "schiavizza" gli addetti ‘in nero' e sottopagandoli: un comportamento, questo, "non da cristiano". E il culmine, un evento addirittura straordinario, è stato in Duomo lo scioglimento del sangue di San Gennaro, fatto mai avvenuto in precedenza davanti a un Papa: evento che nella Chiesa è accolto con forti auspici per il pontificato e per il prossimo Giubileo. Sempre festeggiato da grandi folle e da un calore traboccante - a Scampia, nella messa in Piazza del Plebiscito, nell'incontro finale con i giovani e con i fedeli della diocesi alla Rotonda Diaz sul Lungomare Caracciolo -, Bergoglio ha goduto appieno della grande umanità dei napoletani, trovando con loro una particolare sintonia d'animo. Il Santo Padre, da Scampia ha ricordato ai napoletani che La vita a Napoli non è mai stata facile, però non è mai stata triste, ha detto a Scampia, invitando i presenti a trasformare in risorsa la loro gioia, che diventa cultura di vita che aiuta sempre a rialzarsi dopo ogni caduta, e a fare in modo che il male non abbia mai l'ultima parola. Il Pontefice, parlando agli immigrati ha detto che sono "cittadini non di seconda classe", "figli di Dio come noi", perché "siamo tutti migranti". Rispondendo a un lavoratore, sempre a Scampia, ha avvertito che la "mancanza di lavoro ci ruba la dignità", e che per difendere questa "dobbiamo lottare". Francesco ha condannato anche "lo sfruttamento delle persone", come offrire 60 euro al mese per 11 ore di lavoro al giorno. "Questo si chiama schiavitù", ha sentenziato, "si chiama sfruttamento, non è umano, non è cristiano. E se quello che fa così si dice cristiano è un bugiardo, non dice il vero, non è cristiano". Lo stesso vale per il lavoro in nero, senza contratto e senza contributi. Ma le parole più forti Bergoglio le ha avute per la corruzione. "Quanta corruzione c'è nel mondo! - ha affermato - E' una parola brutta. Perché una cosa corrotta è una cosa sporca! Se noi troviamo un animale morto che si sta corrompendo, che è ‘corrotto', è brutto e puzza anche. La corruzione puzza! La società corrotta puzza! Un cristiano che lascia entrare dentro di sé la corruzione non è cristiano, puzza!". In Piazza del Plebiscito, davanti a 60 mila persone, quindi, il suo appello. "Cari napoletani, largo alla speranza e non lasciatevi rubare la speranza! Reagite con fermezza alle organizzazioni che sfruttano e corrompono i giovani, i poveri e i deboli, con il cinico commercio della droga e altri crimini. Non lasciate che la vostra gioventù sia sfruttata da questa gente!". La corruzione e la delinquenza, ha auspicato Papa Francesco non possono sfigurare il volto di una città storica come Napoli e soprattutto, ha aggiunto il Pontefice non possono sfigurare la gioia del “cuore napoletano”. “Convertitevi all'amore e alla giustizia”, è stato il duro monito del Papa ai criminali e a tutti i loro complici che ha invitato a farsi trovare dalla misericordia di Dio, perché nulla è impossibile a Dio e quindi è possibile ritornare a una vita onesta. Subito dopo Papa Francesco ha fatto tappa al carcere di Poggioreale, dove è stato a pranzo con circa 120 detenuti. Successivamente in Duomo al clero ha raccomandato lo spirito di povertà ricordando che per i soldi la Chiesa ha subito troppi scandali e ha perso una parte di libertà. Un piccolo siparietto è stato l'assedio delle suore di clausura di sette monasteri, fatte uscire per l'occasione dal cardinale Crescenzio Sepe, che lo hanno circondato d'affetto e di doni con suo vistoso stupore. "Addo' jate!", ha gridato loro Sepe. E al momento della venerazione della reliquia di San Gennaro, baciata dal Papa, la sorpresa dello scioglimento del sangue - che di norma avviene solo tre volte l'anno, per la festa il 19 settembre, il sabato precedente la prima domenica di maggio e il 16 dicembre -, come non era successo con Wojtyla nel 1990 e con Ratzinger nel 2007, né mai prima davanti a un Papa. "Il vescovo ha detto che il sangue è metà sciolto: si vede che il santo ci vuole bene a metà, dobbiamo convertirci un po' tutti perché ci voglia più bene", ha commentato il Santo Padre. Dopo il saluto dei malati nella chiesa del Gesù, sulla rotonda Diaz Papa Francesco ha tuonato nuovamente contro il "terrorismo delle chiacchiere", contro una società che scarta giovani e anziani, e anche contro la teoria "gender", La visita si è conclusa con il saluto finale in napoletano: "Ca ‘a Maronna v'accumpagne!".
Don Francesco Farina
Chiesa
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Paolo Emanuele · 10 anni fa