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La parola del Vescovo

Il Vescovo incontra il Capitolo della Chiesa Cattedrale

Paolo Emanuele · 10 anni fa

Il Vescovo incontra il Capitolo della Chiesa Cattedrale

Si è svolta venerdì 27 marzo l’adunanza mensile del Capitolo della Chiesa Cattedrale. Monsignor Vescovo è intervenuto, tenendo ai canonici la meditazione sul salmo 131. Di seguito si riporta il testo pronunciato dal presule.

Carissimi canonici, la prossimità della Settimana Santa, centro e fulcro dell’anno liturgico ci vede riuniti, tempo speciale in cui il Capitolo è chiamato a svolgere il suo ruolo a servizio della liturgia. Vorrei proporre alla vostra meditazione il salmo 131. Nella prima strofa per tre volte si dice «non». Si comincia con la invocazione del Nome di Dio e così finirà il Salmo al v. 3. Si augura a tutto il popolo l’incontro con il Signore vivente. Questo incontro ha cambiato la vita del pellegrino che è salito al tempio. Cosa è accaduto al pellegrino dopo aver incontrato il Signore? Lo dice lui stesso. Egli dice che è finito il tempo in cui il cuore si inorgogliva, lo sguardo era superbo e i passi erano orientati verso la realizzazione di grandi imprese. C’è una terna che viene citata: il cuore, lo sguardo, i passi. In tre parole c’è una completa descrizione di chi sia l’uomo.Il cuore significa l’interiorità segreta, il mistero profondo, la sede interiore dove si ascolta, si pensa, si progetta. Il cuore ha durezze e chiusure sempre possibili; si impietrisce e si ripiega su se stesso. Può non ascoltare o restare indeciso, senza progetti. Ma il cuore può anche aprirsi, spalancarsi a Dio.L’uomo è un cuore e poi anche un volto. Attraverso il volto, il cuore può ricevere e trasmettere. Nel volto spiccano gli occhi e la bocca. Con entrambi si trasmette. Ma, il volto può essere tenebroso e mascherato: chi lo purificherà e gli darà quella bellezza che il Creatore ha voluto imprimere in esso per potercisi specchiare? Infine la mano, è lo strumento dell’operatività. Nel nostro Salmo si parla del piede e dei suoi passi: gesti con cui è efficace la propria presenza nel mondo, presenza progettata e voluta nel cuore. Anche a proposito della mano - o del braccio o della gamba - lo stato di peccato e di decadenza fa sì che possa essere strumento di potere violento. Eppure la mano è stata data all’uomo perché sia pronta a benedire, a compiere gesti di tenerezza; la mano è data perché sia laboriosa e capace di segni di comunione; è stata creata per essere aperta, paziente. Chi libererà la mano dell'uomo? Chi la porterà ad aprirsi? Viene in mente l’uomo dalla mano inaridita, guarito da Gesù. Tutto questo è possibile nella Pasqua del Figlio di Dio che muore e risorge: Gesù, con la sua morte e resurrezione scandaglia il cuore umano e ne scioglie la durezza. L’evento nuovo è un uomo dal cuore puro, dal volto luminoso e dalla mano aperta. Gesù ha un volto luminoso e lo offre come specchio perché il volto mascherato dell’uomo finalmente perda la propria menzogna e si specchi. Gesù è il volto bellissimo per eccellenza... e si manifesta segnato dal dolore, piagato e orrendo, coperto da ogni vergogna umana perché noi possiamo cessare di nascondere la nostra vergogna. Nella pienezza dei tempi il Figlio di Dio è colui che si consegna nelle nostre mani. Gesù ha mani aperte, da povero; mani di colui che si arrende, mani del Crocifisso e Risorto.C’è un povero in mezzo a noi, è Gesù, che libera il cuore umano; c’è uno svergognato in mezzo a noi, è Gesù, che illumina il nostro volto e gli restituisce bellezza; c’è un derelitto, vittima della nostra violenza, è Gesù, che ci spinge ad aprire le mani e ricevere il perdono. Ed ecco nella seconda strofa, una affermazione molto bella: la mia anima è placata e zittita; come un bimbo svezzato rivolto a sua madre. Ora il bambino svezzato è già grande, ma manifesta motivi di insicurezza a motivo del fatto che è avvenuto un distacco rispetto a sua madre. Ma se questo bambino è in braccio, tutto è tranquillo! Ecco allora chi è il pellegrino. Placato il respiro e spenta la tensione inconcludente, la nostra vita non è più agitata. è una vita placata dall’amore! Questo Salmo può essere considerato una bella immagine per entrare nella Settimana Santa.Che cosa desidera operare in noi la celebrazione della Settimana Santa? Qual è il frutto della Quaresima per celebrare veramente la Pasqua? Il frutto è la conversione del nostro cuore, da cuore indurito a cuore di carne, dal volto mascherato e buio a un volto luminoso, da una mano violenta a una mano aperta pronta a ricevere il perdono, perché siamo sicuri di essere nelle braccia di Dio.Carissimi confratelli nel sacerdozio, tra pochi giorni entreremo nel vivo della Settimana Santa. La Liturgia del Mistero Pasquale, celebrata solennemente nella Settimana Santa, è una miniera dalla quale non si esaurisce mai di estrarre tesori preziosi. Edith Stein, nel suo diario, commentando la sua prima Settimana Santa da cristiana, scriveva: “Ho trovato una gioia pura e perfetta nell’inaudita bellezza del canto e della parole. Durante quelle funzioni mi afferrò una volte per tutte il pensiero della Passione del Signore”. A motivo del vostro ufficio di canonici, a voi spetta il particolare compito di contribuire al decoro e alla bellezza delle liturgie nella Chiesa Cattedrale.Devo riconoscere che quest’anno il Capitolo ha conosciuto una bella attività di preghiera, di incontro e di vicinanza al Vescovo. Per tutto questo dico veramente grazie! Compatibilmente con gli impegni parrocchiali, vi esorto ad essere presenti alle celebrazioni. I canonici che non ricoprono l’ufficio di Parroco ricordino che la Chiesa Cattedrale è anche la loro Chiesa, dove sono chiamati a partecipare alle liturgie. Inoltre, vi esorto a partecipare con generosità all’ufficio delle letture nel venerdì e nel sabato santo. è un compito questo, naturale per il Capitolo della Chiesa Cattedrale. Chiediamo al Signore: un’autentica crescita nella fede e nella pietà cristiana, entrando e gustando la settimana santa, non come spettatori, ma come protagonisti in quanto membra del Corpo di Cristo.