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Vita diocesana

MINISTERO DELLA CONSOLAZIONE E STORIA DELLA CARITA’CUORE DELLA CHIESA

Paolo Emanuele · 10 anni fa

MINISTERO DELLA CONSOLAZIONE E STORIA DELLA CARITA’CUORE DELLA CHIESA

Un interessante Convegno si è tenuto il giorno 9 febbraio presso il Salone affollato della Biblos, promosso dall’Ufficio Pastorale Diocesano per la Pastorale della Salute e in collaborazione con l’Associazione “Sinergie Culturali “di Lamezia Terme e l’A.C.M.O.(Associazione Calabrese Malati Oncologici) in preparazione alla XXIII Giornata Mondiale del Malato. Presente Sua Eccellenza Mons. Luigi Cantafora, Vescovo della Diocesi di Lamezia Terme, che ha auspicato nel suo pensiero inaugurale, una Chiesa sempre più sensibile e premurosa verso i tanti malati fisici psichici e spirituali, presenti quasi in ogni famiglia, con prevalenza soprattutto di anziani, spesso lasciati soli o abbandonati, per motivi di lavoro o per carenza di mezzi indispensabili a una vita dignitosa di uomini e di figli di Dio. Presenti inoltre diversi Parroci, Mons.Natale Colafati, il Dottore Ettore Greco Presidente dei Medici Cattolici , la Presidente del Gruppo AVO di Lamezia Signora Maria Palmieri Lupia, Soci dell’UNITALSI e tanti altri.

Ha introdotto e moderato il Convegno il Segretario di “Sinergie Culturali” Dottor Vincenzo Morello, affermando che prima ancora della Chiesa, tocca alle Autorità civili e politiche garantire una assistenza sociale e sanitaria degna di ogni uomo, soprattutto quando questi è anziano, spesso solo e in condizioni economiche al limite dell’indigenza. Un prezioso contributo l’ha offerto su questo fronte il Dottore Bonaventura Lazzaro, Responsabile Dipartimento Oncologia e Ematologia presso l’Azienda Ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, commentando e descrivendo il silenzioso e valido contributo offerto dall’Associazione di Volontariato A.C.M. O. nei riguardi dei malati oncologici: si tratta di semplici cittadini che spinti dalla compassione e dal desiderio di aiutare chi soffre, in maniera spesso tragica e drammatica, sanno trasformarsi in cittadini generosi ed esemplari nel donare in maniera del tutto gratuita tempo energie e dedizione a favore dei malati angosciati e depressi per una malattia che spesso non perdona, compiendo nel silenzio più estremo piccoli miracoli di generosità e di bontà, quasi a compensare o rimediare in parte al crescente egoismo, solitudine e violenza che sembra invadere la nostra attuale società.

Ma entrando nel vivo di un Convegno Ecclesiale, ha preso la parola il Camilliano Padre Rosario Messina, Direttore dell’Ufficio della Pastorale dei malati, per sottolineare, qualora ce ne fosse stato bisogno, il posto centrale della carità nel Vangelo e nella Chiesa, a partire dall’esempio di Gesù, che ha impiegato i suoi tre anni di vita pubblica, oltre a dedicare tempo alla preghiera e al colloquio con il Padre, ha predicato il Vangelo e curato ogni sorta di malattia e infermità. Lo stesso compito e missione Gesù affidò alla Sua Chiesa: “quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: è vicino a voi il regno di Dio”(Luca 10,11-9). Richiesto da un dottore della legge “cosa doveva fare per avere la vita eterna” Gesù risponde con l’esempio del Buon Samaritano (Luca 10,25-37), il quale anche se ateo e scomunicato, si commosse di fronte a un uomo sanguinante e moribondo, prestandogli tali e tanti aiuti che, oggi forse, neppure un parente farebbe, come pagare di tasca propria e vegliarlo di notte; mentre il Sacerdote e il Levita, che vivevano nel Tempio e conoscevano la Bibbia, passati prima di lui, non solo non l’hanno aiutato, ma sono passati oltre cambiando marciapiede. Con questa “terribile” parabola, che dovrebbe forse farci arrossire tutti di vergogna, Gesù con stile semplice e lineare ma tremendamente graffiante, ci vuole dire che: il sacerdote e il levita della parabola rappresentano il fallimento della comunità cristiana e quindi di tutta la Chiesa,quando non riesce a capire che la preghiera, la Parola di Dio, il culto e l’Eucaristia,devono sfociare nella carità, nel servizio. Altrimenti, saremo al massimo una comunità di praticanti e di osservanti, ma senza compassione e senza cuore, mentre Gesù ci dice : “Va e anche tu fa lo stesso,” esattamente come fece il samaritano. Proprio perché siamo chiamati oggi noi a vivere l’esempio di questo ateo, ho pensato di invitare il Camilliano Padre Arnaldo Pangrazzi perché ci parlasse, da esperto, del Ministero della Consolazione: un ministero antico ed evangelico, tanto che anche Gesù ne ebbe bisogno proprio nel momento terribile dell’agonia nell’orto degli ulivi e, come ci attesta il Vangelo, dopo essere stato confortato dall’angelo, ebbe la forza e il coraggio di dire : “Padre, sia fatta la tua volontà”. Il Relatore ha così esordito: “Una società umana è quella in cui accanto a ogni uomo che soffre, c’è un uomo che ama. La presenza del dolore invoca la risposta dell’amore”. La consolazione pertanto, torna ad essere una modalità antica, ma molto attuale, per alleviare le sofferenze di nuove emergenze che si aggiungono a quelle più conosciute e tradizionali, come gli anziani spesso soli e abbandonati, i malati di cancro, i dializzati, i malati mentali, i disabili. Oggi ci troviamo di fronte a una società colpita da terribili e spesso improvvise tragedie: pensiamo alle coppie di genitori spesso giovani, che perdono il figlio per droga, per suicidio, per incidente stradale ; i traumi psicologici dei figli, ancora bambini , straziati dalle liti o dalle separazioni dei genitori. Per queste e tantissime altre situazioni drammatiche e tristi è doveroso che i cristiani si sveglino, intervengano con gesti concreti di vicinanza e di amore. Di fronte a questo sconfinato calvario di sofferenze fisiche e spirituali , è urgente trovare consolatori che , con discrezione e in punta di piedi, riescano ad alleviare atroci sofferenze e a porsi domande come queste: io che sono un uomo o una donna e per di più credente, riconoscibile solo dall’amore, volendo imitare il samaritano o l’angelo del Getsemani, come posso aiutare, cosa devo fare di fronte a simili tragedie familiari? Come posso comunicare con gesti significativi la mia vicinanza e condivisione? Come posso diventare in quei momenti tragici una presenza sanante e salutare? Ma anche, cosa posso imparare e ricevere da questi eventi dolorosi tristi e drammatici, preziose lezioni per la mia vita? Per queste e tante altre situazioni ed emergenze, il ministero della consolazione, può diventare un piccolo segnale capace di generare aiuto e sostegno a quanti faticano e soffrono per continuare a vivere e lottare, sostenuti dalla speranza.

Alla proposta di Padre Arnaldo di istituire il ministero della Consolazione anche nella Diocesi di Lamezia, è seguita la presentazione di un libro, scritto da Padre Rosario Messina per le Edizioni Camilliane, reperibile presso la Libreria Biblos, dal titolo: “STORIA DELLA CARITA’CUORE DELLA CHIESA”,e commentato brevemente da parte della coppia di coniugi Luca Torcasio e Alessandra Porchia, quasi a dimostrare nella concretezza, che quanto era stato fin qui detto non costituiva novità, ma felice collegamento con una storia della Chiesa esperta di umanità e soprattutto di eroica carità, nei suoi due millenni di vita. Il libro infatti, unico nel suo genere, ripercorre la Storia della Chiesa con l’unico intento di raccontare come la comunità cristiana, nelle sue varie componenti, ha vissuto il comandamento ricevuto da Gesù di predicare il Vangelo e curare i malati. Leggendo infatti questo libro, si viene a scoprire una storia meravigliosa che tutti i cristiani dovrebbero conoscere, perché è la vera storia della nostra Madre Chiesa, la storia della carità, mentre noi tutti, compresi sacerdoti vescovi e papi, abbiamo studiato , come si esprimeva il Cardinale Karl Rahner, “le storie della Chiesa” come Concili, Scismi, Papi e antipapi, eresie. “ Ma la vera storia della Chiesa, se mai si potrà scrivere- continua il Cardinale- è la storia della carità, la storia dei Santi”. Il libro quindi è un piccolo tentativo di raccontare il vero volto della Chiesa, alla quale vengono così perdonati “eventuali peccati commessi”, alla luce di una carità eroica ed edificante. E’bello allora sapere che quanto sta facendo Papa Francesco , di realizzare sotto il colonnato del Bernini dei servizi di prima necessità per poveri barboni e stranieri , l’hanno già fatto mille volte prima di lui e più di lui i suoi predecessori che, vedi caso, come lui si consideravano anzitutto “Vescovi di Roma”. Potremmo pensare a San Gregorio Magno, il quale ripeteva: “Finchè a Roma un povero muore di freddo e di fame, il Papa non è degno di celebrare Messa”. Gli esempi sono innumerevoli: pensiamo alla creazione dei Diaconi che, dalle Didascalie degli Apostoli, vengono definiti: “L’occhio, l’orecchio, il braccio, il cuore del Vescovo per i malati poveri e stranieri”.Penso ad esempio alle abitazioni per i poveri costruite da Papa Simmaco presso le Basiliche dei Santi Pietro e Paolo, o l’ospizio per i poveri , ricavato da Papa Pelagio II negli ambienti della propria abitazione, o Papa Adriano I che restaurò l’acquedotto Sabbatino per portare l’acqua a Piazza San Pietro, “ove si potessero lavare i nostri fratelli poveri di Cristo”e simili esempi sono interminabili. Pensiamo alle grandi Confraternite medievali che costruivano Ospedali belli come le Basiliche e accanto ad esse, per sottolineare che come si accoglie nella fastosità e bellezza Gesù Eucaristia nelle Basiliche, così bisogna costruire ospedali belli e accoglienti come le Basiliche, perché Cristo è nascosto nei malati come nell’Eucaristia. Pensiamo ancora a Papa Innocenzo III che all’inizio del suo pontificato fece costruire l’Ospedale di Santo Spirito accanto al Vaticano, per questo chiamato l’Ospedale del Papa, di rara bellezza ed arte, che si può ammirare ancora oggi. Anzi Papa Sisto V, avendo fatto realizzare nel suo palazzo la meravigliosa Cappella Sistina, altrettanto volle che si abbellisse la Sala Sistina capace di trecento letti presso l’Ospedale di Santo Spirito, splendore e bellezza che si possono ammirare ancora oggi. Mi fermo qui per brevità; mi è stato sufficiente stuzzicare la curiosità e il buon appetito di cose buone da parte del lettore. L’argomento merita di essere conosciuto e approfondito: sarà una buona occasione per amare ancor di più la nostra Madre Chiesa, alla luce della storia, ricca di tanta umanità e carità. Padre Rosario Messina Camilliano